Lael Neale prosegue nella trasfigurazione del folk con un surrealismo dream-pop sempre più evanescente. Insieme al fedele omnichord (un autoharp elettronico) e alla lussuosa architettura lo-fi, la cantautrice americana (nata in Virginia, cresciuta in Irlanda e poi trasferitasi a Los Angeles prima di ritornare in Virginia) entra con passo deciso nelle visionarie creazioni art-rock dei Velvet Underground e nelle geometrie ritmiche del kraut-rock più ascetico, assimilando residui sonori che vanno dalla psichedelia alla new wave.
“Altogether Stranger” è un'interessante escursione sulle possibilità espressive di quella corrente definita ethereal-wave: le matrici folk diventano materia prima di ninne nanne dalle sembianze minimal-pop e più simili a un rituale pagano (“Come On”), mentre i tempi motorik che si impadroniscono delle rigogliose armonie di “Down On The Freeway” riattivano un ponte ideale tra i Neu! e i Suicide con un tocco noir che affascina.
Chi sperava nell’ennesima autrice alt-folk di belle speranze dovrà a questo punto ricredersi: “Altogether Stranger” è un progetto ambizioso che non teme un'eventuale fuga di consensi da parte del pubblico della prima ora. Il delicato e malinconico fraseggio con voce evanescente in “Sleep Through The Long Night” è più affine alle tenebre di Nico (con l’omnichord al posto dell’harmonium) che alle suggestioni paesaggistiche di Joni Mitchell, mentre l’inquieta ballata dream-pop “Tell Me How To Be Here” è più incline all’alienazione che all’amarezza.
E’ evidente la volontà dell’autrice di estraniarsi dal ruolo di classica cantautrice neofolk: il flusso di tastiere, riff chitarristici e handclap che tentano di arginare le parole in “Wild Waters” e la successiva cascata di simil-feedback alla Jesus & Mary Chain di “All Good Things Will Come To Pass” sono segnali di un ribaltamento creativo e stilistico, peraltro già evidente nei precedenti album e ora a tal punto evidente che gli unici riferimenti possibili sono quelli con Weyes Blood (la raffinata“All Is Never Lost”) o Hope Sandoval (l’algida “New Ages”).
A ribadire la natura fuori degli schemi dell'autrice ci pensano le poche note di piano che chiudono le ostilità in “There From Here”.
“Altogether Stranger” è un disco leggermente nonsense. Lael Neale sposa una scrittura sapiente con un misticismo naif, un mix che diventa linfa vitale di un progetto dove Nancy Sinatra passeggia a braccetto con Marianne Faithfull, mentre i Beatles registrano un demo tape con i Velvet Underground.
Ascoltare per credere.
26/06/2025