Marc Ribot - Map Of A Blue City

2025 (New West)
slowcore, songwriter

Un progetto coltivato da oltre vent'anni, un disco ritenuto dalle case discografiche troppo oscuro e criptico per essere pubblicato, ma la tenacia di Marc Ribot ha sconfitto ogni resistenza e "Map Of A Blue City" è finalmente una realtà.
Conosciuto più per il suo ruolo di chitarrista alla corte di Tom Waits, Marianne Faithfull ed Elvis Costello, Ribot vanta una discografia alquanto interessante, dove si alternano album jazz-rock, altri più sperimentali e alcuni frutto di un progetto a più mani, sotto il nome di Marc Ribot's Ceramic Dog.

Il nuovo lavoro da solista di Marc Ribot è intimo, confidenziale, affine a uno spirito lo-fi che in verità gode di una sceneggiatura sonora curata e raffinata, nella quale protagonista non è solo la chitarra, ma anche la voce.
Il musicista si cimenta con un recitato/cantato che è quasi un sussurro, un delicato timbro da tenore che tiene salda la forza narrativa delle nove tracce.
Non stupisce che le prime sessioni di registrazioni siano state condivise con il compianto produttore Hal Willner, per poi passare nelle mani di Ben Greenberg, "Map Of A Blue City" è un disco dove le emozioni sono sul filo del rasoio, i toni non sono mai appariscenti, anche quando la malinconica bossa nova di "Daddy's Trip To Brasil" accenna una leggerezza emotiva altrove impercettibile.

Non è un album cantautorale, il nuovo disco di Ribot, queste sono canzoni costruite su stralci di poesia ora carpiti alla penna di Allen Ginsberg (il malato e scarno blues di "Sometime Jailhouse Blues"), ora frutto di esperienze dolorose che ancora tormentano l'anima (la deliziosa "Elizabeth", dedicata al padre defunto), sempre funzionali a una drammatica e per nulla romantica riflessione sulle tante illusioni e inganni della vita (lo struggente slowcore della title track e il garbato cinismo di "Death Of A Narcissist").
È evidente che in un disco come "Map Of A Blue City" c'è molto in più di un semplice insieme di canzoni. La cover di un brano della Carter Family ("When The World's On Fire") ha il compito di ricordarci che abbiamo sottovalutato l'allarme sul cambiamento climatico, mentre "For Celia" ci esorta a non restare indifferenti di fronte alle tante tragedie umane (guerra e razzismo).
Non c'è però nessun intento moralista nelle parole di Marc Ribot, c'è solo tanta amarezza, quella amarezza malcelata nella ballata più corposa e affabile del disco con tanto di organo al seguito, di nome "Say My Name".

Spetta all'unica traccia strumentale calare il sipario su "Map Of A Blue City", quasi sette minuti di articolate divagazioni a base di elettronica, glitch, ambient, jazz e musica sperimentale: il contrasto con il resto dell'album è netto, ma perfettamente coerente con il profilo di un musicista che non si è mai piegato alle regole del business discografico.

30/05/2025

Tracklist

  1. Elizabeth
  2. For Celia
  3. Say My Name
  4. Daddy's Trip To Brazil
  5. Map Of A Blue City
  6. Death Of A Narcissist
  7. When The World's On Fire
  8. Sometime Jailhouse Blues
  9. "Optimism Of The Spirit"




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