Dopo un esordio scoppiettante ed estroso come "Hydranism" (disco assolutamente da recuperare), fa un po' impressione accostarsi a questo crepuscolare "Divinations", divergente dal primo nelle atmosfere e nelle suggestioni. Nonostante rimanga l'abilità di arrangiamento, con le sonorità che si sovrappongono e inseguono in modo imprevedibile, è quasi impossibile trovare una soluzione melodica di qualche interesse.
Tutto è così affidato a una mera patina stilistica, ai cambi di ritmo, come nei War On Drugs di "Alouette", che fa da contraltare al downtempo psych-pop della title track, in chiusura; o alle comparsate strumentali che cercano di abbellire brani sonnacchiosamente country come "Shotguns".
Lo stile "vintage" della band parigina si ritrova così spaesato, preso in mezzo al guado di brani senza identità ("Velveteen"), con solo qualche tiepido guizzo reminiscente dello scorso album ("Rodeo").
Il fascino ammaliante ma anche estremamente immediato (ricordiamo le memorabili "Hail Mary" e "RBH") di "Hydranism" si perde qui in un clima più pretestuoso ma infine vuoto - possibilmente solo una battuta interlocutoria per la formazione francese.
17/03/2025