Simona Norato - Enigmistica

Dopo aver preso parte alla squadra di “Ira” (2021) di Iosonouncane in qualità di tastierista, oltre alla pièce di Margherita Ortolani “5discorsiXdistruggereMe” (2021), la palermitana Simona Norato può tornare alla propria carriera con “Enigmistica”, a sette anni da “Orde di brave figlie” (2018).

Il suo particolare, decadente e teatrante sprechgesang nell’ateo “Pater Noster” di fanfare sincopate si aggiunge al suo più intransigente lato fantasioso richiamando le novelty semiserie di Jane Siberry. “Fame” espone la sua naturale propensione all’elaborazione sperimentale (formula ripetuta in riverberi e brusii di voci bianche artificiali).

La tentazione maggiore sta però in una ballata pianistica via via deformata: se “Lolita” e l’eponima “Enigmistica” starebbero bene nei canzonieri sia di Mina che di Paolo Conte, e “Big Babol senza fine” si fonda sul noto inciso di “Cantaloupe Island” di Herbie Hancock e su un canto suadente di chanteuse, una “Complimenti per la casa” nella sua marcetta dub-satanica segue invece più espressionisticamente un flusso di coscienza psicanalitico. Di più, in “Zhì” immette anche un assolo elettronico tra lamento black e linguaggio alieno alla Alvin Lucer, uno dei suoi gioielli canori.

Anomalo terzo album da parte di una di un’anomala esponente di punta del cantautorato femminile italico, poco prolifica e ancor meno mondana. Non tanto per la rarefazione, o l’ottimo eclettismo vocale, o l'assenza del mentore Basile, quanto per il suo stile appianato rispetto al sottile esistenziale agit-prop del passato. Testi di valenza realmente poetica tra cui il “Pater Noster” di J. Prévert italianizzato. Nel filone c’è anche una cover di “From The Air” di Laurie Anderson (“Nessun pilota”) resa come annuncio sconnesso brechtiano scandito su un ostinato dark. Copertina e artwork a cura di Giuseppe Lanno.

27/05/2025