I quattro Tritonica trasformano il loro spazio d’espressione in un’alchimia di tempi e stacchi folli, unisoni maniacali, schizzi free-jazz e manomissioni armoniche con l’Ep di quattro pezzi “Per grazia ricevuta”.
In “Kodakons” un temino quasi clownesco si avvicenda con una corsa persiana di matrice jazz-rock in una serie di variazioni convulse. La breve “Coagula pt. 3” si fa praticamente solo di gragnuola di sezione ritmica e strilli di sax. Il fraseggio acidamente corrusco della chitarra (continuato dalle voci) batte un tempo thrash-metal in “Suqutra”, offrendo via via esercizi grandguignoleschi anti-Rush fino a un finale tragico.
Scattante in senso jungle, “Lalochezia 15137” dà l’ultima rapidissima parata: grezza distorsione alla Pantera, improvvisazione smaterializzata del sax, scimmiottamento del jazz d’estrazione noir, chitarre tremule in lontananza.
Ripartenza di carriera dal primo Ep (2017), dall’ambizioso “Disforia” (2018) col primo “Coagula”, e da “Metron” (2022) col secondo “Coagula”, è un estremo rampollo della gloriosa scuola jazzcore capitolina (Zu, Neo, Thrang, Squartet) che evidenzia, nel mezzo di virtuosismi al calor bianco, una forma libera di stacchi di classe tra voci a cappella e soundscape eteree. Suono-fotocopia dei maestri, vuoi italiani o vuoi stranieri, ma spettacolarmente credibile. Buon sax “totale” di “Jpeg” (Andrea Paoloemili). Produzione: Leonardo Mirenda.
01/05/2025