Four Tet, Louie Vega, Todd Terry, Moritz Von Oswald, Crookers. Da qualche giorno si comincia a sudare sui nostri deck, la stagione estiva avanza con potenza, si svestono le signorine e anche i dischi si adeguano. I nomi che avete letto sopra sono solo una parte, perché qualche grande fa centro, qualcuno ci va quasi vicino e l'insospettabile svolta kraut del capellone vi sorprenderà.
Poi c'è un'Italia che non si è mai arresa. Ra.H back to the future, Cisco in cattedra e Crookers alla sommossa, al momento i confronti non si temono e a volte si vincono. Tony Allen e Marlon D. vi porteranno nelle pruderie più inconfessabili, M.A.N.D.Y. e Buy Now saranno i vostri compagni di giochi verso l'alba, ma in questo numero quattro tutto è nulla in confronto ai mega edit di Moritz. Le parole ancora non bastano.

Louie Vega

Little Louie Vega feat. House Of Rhumba - Miami Beach (baba)
[VEGA]
Nuovo singolo per il prolifico Vega. Il Nostro decide di mettersi alle tastiere per questa collaborazione con gli House of Rhumba, il cui nome esplica perfettamente ciò che andremo ad ascoltare. Vega non stupisce, rimanendo ancorato al genere di dance a cui ci ha ormai abituato: soulful house con elementi tribal, bonghi, tastiere morbide e ritmi latini contribuiscono a replicare l'ennesimo tassello tribale del puzzle dance di Vega; tantissima classe, ma forse anche tanto anonimato. Un brano che difficilmente ascolterete in discoteca, molto più facile che vi capiti in qualche lounge-bar. Segnialiamo nell'Ep la "House Of Rhumba Jam Mix", una cavalcata di soli bonghi, senza cassa o altri orpelli, che ricorda molto la "What A Sensation" dei Masters At Work, spogliata degli accompagnamenti; traccia che può interessare molto più i dj che gli ascoltatori occasionali.
(r.d.c.)

Todd Terry - Underground
[Inhouse]
Non è stato solo un lampo nel cielo, Todd Terry torna ufficialmente con una sua produzione dopo la bellissima compilation per la Strictly. Il ritorno lo vede alle prese con un Ep di tre brani (almeno nella versione promo) che ci mostra un Terry alle prese con il sound moderno della house. Difatti la traccia principale è decisamente infettata dal sound electro, sopratutto nel giro di basso, tagliente e obliquo, accompagnato da una voce quasi in loop che inneggia al titolo del brano. Col secondo brano "Motherland" torniamo ad ascoltare un sound nettamente più vicino al passato di Terry, con una cassa quasi big-beat e tutti quei coretti tanto black che ci piacciono assai. Personalmente speravo in qualcosa di più, ma devo anche dire che dopo tanti anni di silenzio, non è certo un ritorno deludente, anzi.
(r.d.c.)

Jay Tripwire - Cycle 24 Ep
[Nervous]
Segnalo con piacere questo Ep di onesta deep house. Composto da ben 4 tracce diverse. ma fiondatevi ad ascoltare la terza: "Space Jazz"; un'incredibile digressione onirica, con una sezione ritmica avvolgente su cui spaziano sintetizzatori liquidi in caduta assolutamente libera. Un viaggio notturno negli angoli più oscuri dei dancefloor.
(r.d.c.)

Dj Eako & Robert Livesu feat Ez - Night Moves [Stereo Cool]
Ep davvero zeppo di tracce, compreso un remix dei Deep Dish. Un brano che non mi stupirebbe vedere ai primi posti delle classifiche, visto l'occhiolino che strizza alla melodia facile. Electro-House di facile presa, con quel "tara tattara" canticchiato ripetutamente. Commerciale di sicuro, ma, dannazione, entra in testa e non se ne va più. Per i più "duri e puri" ci sono molti remix che spingono sull'acceleratore, cosi da soddisfare ogni palato.
(r.d.c.)

Marlon D. feat Emory - Lift Your Hands Up To The Sky
[Jellybean Soul]
Che goduria immensa. Una cavalcata sull'assolo di sintetizzatore di questo brano che vi porterà molto lontano, incitati anche dal cantato "transeggiante" che si insinua viscido nei vostri apparati sensoriali. Non c'è molto da dire, l'importante è lasciarsi andare all'atmosfera disarmante di questo brano, magari ritrovandosi a canticchiare inebetiti il coretto principale. Per chi non ne avesse abbastanza, l'Ep vi fornisce molte versioni della traccia originale, per trovare il vostro personale posto nel mondo.
(r.d.c.)

BabyFunk presents - Africa To Detroit
[CityDeep]
Si può forse non ascoltare un brano con un titolo cosi invitante?. Per fortuna non si può, perché altrimenti mi sarei perso un brano molto coinvolgente. Il titolo spiega già tutto: prendete l'Africa fatela passare sotto i ferri dei sequencer di Detroit e ottenete il risultato: tribalismi elettrificati, trasfigurati, mimetizzati quasi, nei beat algidi di questo riuscito miscuglio di house e techno. Cosa volete di più?
(r.d.c.)

Antonelli - Boogie Ep [Dreck Records]
Stefan Schwander (questo il vero nome che si nasconde dietro il moniker Antonelli) è uno dei nomi che si è fatto strada negli ultimi anni in terra di Germania (anche grazie alla partecipazione nello stupendo "DJ Kicks" di Tiga). Due i brani che compongono questo Ep: "Be, Bop And Boogie", a metà fra sezione ritmica profonda e sonorità electro, e "Zabriskie", pezzo dalle forti tinte deep house. La qualità c'è, l'originalità meno.
(m.c.)

Kerri Chandler – Kong/Pong
[Deeply Rooted House]
Da uno che ha fatto la storia ti aspetti come minimo un capolavoro a ogni uscita, aspettative che questo "Kong/Pong" delude ampiamente. Due numeri che suonano una meraviglia, ma che sembrano non averere mordente né troppe idee dietro; il primo canonico come non mai, mentre il secondo migliora con qualche apertura al funksintetico. Puoi fare (molto) meglio Kerri.
(m.c.)

Tony Allen – Ole [Honest Jon's Records]
Quando la sezione ritmica del presidente nero Fela Kuti incontra uno dei grandi della techno europea non possono che essere faville. La versione di "Ole" remixata da Moritz Von Oswald (ai più conosciuto come Maurizio o Basic Channel) è un incontro suadente e perfetto fra l'afrobeat e il dub elettronico, avvolgente come poche cose negli ultimi anni. La versione di Ise Nla, invece, è un pezzo dal ritmo incendiario a tinte reggae.
(m.c.)

James Ruskin – Lahaine [Tresor]
Può racchiudere un 12" un'intera epoca? Forse sì. James Ruskin è una leggenda techno della seconda metà degli anni Novanta e in questo vinile sintetizza quel suono a tratti brutale e a tratti onirico che ha contraddistinto gli anni a cavallo del nuovo millennio. Potenza e meditazione, il tutto su Tresor.
(m.c.)

Four Tet

Four Tet – Ringer [Domino]
In una carriera che va dal rock elettronico dei Fridge alle sperimentazioni con Steve Reid passando per la genialità del progetto Four Tet, Kieran Hebden approda finalmente alla techno e lo fa tornando alle origini: i quattro brani che compongono Ringer sono un omaggio sbilenco al kraut-rock tedesco su cui Hebden mette le mani il giusto per segnare a fuoco le canzoni con il suo marchio di fabbrica. Suggestioni cosmiche, ritmi sporchi e un Four Tet che si dimostra ancora una volta un artista prezioso.
(m.c.)

M.A.N.D.Y. - Fabric 39 [Fabric]
M.A.N.D.Y dietro ai piatti significa sicurezza. Perfetti come non mai nel fotografare i tempi che scorrono nel numero 39 della serie Fabric, ecco la house divisa fra passato e futuro; profondità, ritmi tribali e un suono fatto per viaggiare. Una guida.
(m.c.)

Primary 1 – Hold Me Down (FOAMO rmx) [White Label]
Se ti fai ingannare con l'attacco funk robotico la situazione potrebbe sfuggirti di mano, cut off sulla voce e giù a muso duro. Garage di potenza che spalanca le porte alla stagione in arrivo.
(a.g.)

Crookers

Crookers – Knobbers Ep [Southern Fried]
La chiamavano fidget, qui piace pensare che questa sia semplicemente roba incendiaria. Bassi grassi, synthparanoia, break fulminanti. Giganteschi.
(a.g.)

Computer Club – Load Rocket [White Label]
Mike Diasio, noto come Gigantor, produttore drum'n'bass, 1/3 degli Evol Intent, ovvero una delle istituzioni darkstep americane, ora con il suo nuovo progetto. Il simbolo è quello della doppia C incrociata come Coco Chanel, ma con lo stesso gusto di un film con Wesley Snipes. Electro sulla scia di Simian Mobile Disco con quella dose di cinismo che mancava. Aggressivo e martellante, per i dancefloor meno pettinati, roba da attaccarsi alle casse e pregare forte.
(a.g.)

Kaliber – Kaliber 14 Remixes [Electrochoc]
Rispechiamoci e ripeschiamolo per l'uscita dei remix. Dietro c'è un nome noto: John Dahlbäck. Il ragazzo svedese sta cercando la propria strada, come Kaliber sta facendo cose ottime, la quattordicesima uscita (a voi indovinare i titoli precedenti e successivi) traccia una strada di cosmicità e concretezza di diretta ispirazione da Mr. Fairmont. Beat misurati e lunghi pattern onirici. Lavori a tratti mediocri per i tre take a nome Jeweil, Longman ed Electric Rescue. Buttatevi sugli originali.
(a.g.)

Buy Now – Body Crash (remixes) [White Label]
Torna la premiata ditta Ingrosso-Angello, per l'originale vi rimandiamo a MySpace o al negozio di dischi. Dirty South tenetelo d'occhio, amanti del "marcio", perché l'uomo dopo essersi succhiato anni di gavetta dietro al deck, è qualche tempo che spunta anche dietro la produzione. Il remix di "Body Crash" lavora duro sul sample di "Let's All Chant" di Gusto, che a sua volta l'aveva pescato dalla Michael Zager Band. Stomp, sampladelica e tragedia per uno di quei remix che non bisogna vergognarsi di far girare sul piatto.
(a.g.)

Sebbo – Wadamu Beach (Moritz remix) [Desolat]
Sarò ripetitivo, sarò di parte, ma Moritz è Dio. Chiunque si stia perdendo questi edit sta perdendo pezzi di storia. Come un ritorno dal futuro, Moritz detta legge, non lascia scampo, e questo remix poteva uscire solo ora, la primavera chiama, il sole e la luna. In continua lotta contro il tempo, bassi da paura, echi come nessuno, tutto uno srotolarsi addosso di ricordi e passati. Ditelo, a chi dice deep, a chi dice house, a chi dice tante cose, ditegli che tutto non ha significato al cospetto di re Moritz.
(m.v.)

Arne Weinberg – A True Story [Matrix]
Matrix, etichetta storica da Detroit, stampa finalmente questa raccolta di gemme marchiate Arne. Lui sta dando i tempi, sempre space e dilatato, intreccia strabene, suoni perfetti, sporca il dovuto ed è sempre molto molto emozionante. Grazie.
(m.v.)

Morphosis – Dark Myths Of Phonecia Pt.II [Morphine]
Ra.H ritorna con il moniker Morphosis, il lato più dark e ipnotico del nostro. “MOT” e “YAM” nei due lati, e girano assai, ipno come pochi, tappeti ambient da paura, lui è in fiamme, la Morphine pure. Aspettando la prossima uscita, l’album di Madteo, che al preascolto si rivela uscita di assoluto spessore per il mercato discografico di oggi.
(m.v.)

Future Beat Alliance – Touch The Future [Recondite]
Ritorna il progetto Future Beat Alliance con questo magnifico Ep. Davanti “Pitch Black” fa spazio, dietro, “Million Miles Away” rotola nel cuore. Da non perdere.
(m.v.)

Andres – Moments In Life [Mahogany Music]
Mahogani e KDJ è sinonimo di bellezza. Andres ha inciso tra i più bei capitoli dell’etichetta, e questo “Moments In Life” è un’altra perla per un catalogo da avere tutto. La title track è luminescente, il B con “El ritmo de mi gente” campiona Quincy Jones come il suo maestro Kenny Dixon e sconvolge nuovamente.
(m.v.)

Thoverstam

Thoverstam – Blender [Rush Hour]
Rush Hour in fiamme. Un continuo susseguirsi di nuovi nomi e di ottimi dischi per l’etichetta olandese che sta diffondendo il suo verbo in tutta Europa. Thoverstam, scandinavo, ma più caldo di uno spagnolo, con tre deepponi da paura, spaccapista, da camera, da viaggio e chi più ne ha più ne metta. Da seguire.
(m.v.)

James Kumo – Kumomusic Vol.1 [Ann Aimee]
Molto in ritardo rispetto alla data d’uscita, ma è da segnalare, questo disco per la Ann Aimee (sublabel Delsin) ha un grandissimo tiro. Davanti la bellissima “Fluid”, sempre deep e molto astrale, dietro con “45 Days”, cioè l’acid del 3000 e “Koma” che in pista prende aria.
(m.v.)

Mr. Cisco – F.I.C.O. [Klakson]
Ecco una lezione a tutti i fan della sovrana falsità Ed Banger. Cos’è l’analogue, la disco, l’house. Mr. Cisco è niente di meno che il nostrano Francesco De Bellis, membro dei Jolly Music e quel Francisco che ci aveva allietato con il suo ultimo bellissimo album. Questo 12” per la Klakson fa paura, dall’iniziale “Cosmic”, come i Mood II Swing in fiamme, poi si riprende con “Fico” più disco classic alla Baldelli e “Altro” a chiudere con un gran capogiro. Questo è ciò che vogliamo da Roma!
(m.v.)