Le fredde mattine di dicembre, quando al risveglio il cielo è ancora scuro attraverso il vetro appannato della finestra... Vi ricordate quando da bambini ci si alzava pensando subito alla finestrella da aprire sul calendario colorato appeso al muro? Quel conto alla rovescia verso il Natale, cercando la data giusta tra le 25 caselle del calendario dell'avvento, era come il segno di un lento crescere dell'attesa. Con la certezza che ogni mattino aveva in serbo una sorpresa. In fondo, non è la stessa cosa che ancora adesso ci spinge ad aprire gli occhi a un nuovo giorno? Per chi non ha perso il senso dell'attesa (o per chi ha deciso che è il momento di riscoprirlo), OndaRock ha pensato di creare un calendario dell'avvento molto speciale: ogni settimana del mese di dicembre, fino al giorno di Natale, vi regaleremo un brano in download gratuito, una sorpresa musicale da custodire sotto l'albero aspettando il 25. Tutti brani a tema natalizio, ovviamente, sulla tracce di una tradizione che - Sufjan Stevensdocet - non è fatta solo del sentimentalismo un po' stucchevole a cui ormai abbiamo fatto l'abitudine. Siete pronti per aprire la finestrella?
Suo padre era un predicatore e anche lui, a dire il vero, sembra averne la vocazione. "Diffondere la buona novella" è la missione che Josh T. Pearson vuole affidare alla propria musica: l'ha confessato anche nella sua recente intervista a OndaRock, con quella commistione tutta texana tra sacro e profano. Non c'è da stupirsi, insomma, di trovarlo alle prese con l'annuncio di salvezza della classica "O Holy Night". Una versione rarefatta e solenne, la sua, che OndaRock vi offre in esclusiva per l'Italia, come anteprima del nuovo Ep del songwriter americano: a comporlo sono un pugno di brani della tradizione natalizia registrati da Pearson a Londra per la Rough Trade, che ha scelto come disco dell'anno il suo "Last Of The Country Gentleman". E se le canzoni dell'album si presentavano come le ferite di una lacerante via crucis esistenziale, ora per Pearson sembra giunto il tempo di una sofferta redenzione.
O holy night! The stars are brightly shining, It is the night of our dear Saviour's birth Long lay the world in sin and error pining, Til He appeared and the soul felt its worth A thrill of hope the weary world rejoices, For yonder breaks a new and glorious morn Fall on your knees! O hear the angels' voices! O night divine, O night when Christ was born, O night divine, O night, O night divine.
"Siamo amici per la pelle, andiamo in giro e cantiamo insieme. Volete venire con noi?". Lo sbarazzino invito viene dai Branches, una brigata di ragazzi californiani dedita a quello che loro stessi definiscono "indie folk rock family fun". Sotto la guida di Tyler Madsen, hanno esordito nel 2010 con una coppia di Ep, "O, Light!" e "Cabin". Tra le loro mani, lo spiritual "Go Tell It On The Mountain" si trasforma in una spumeggiante gemma indie-folk, a base di tamburelli, cori e handclapping. "Singalong celebration", la chiamano: la veste ideale per tradurre al presente il gioioso canto di liberazione tramandato sin dagli inizi dell'Ottocento dalla voce degli schiavi. Il canto di un desiderio che non si rassegna a rimanere senza risposta.
Go, tell it on the mountain, Over the hills and everywhere Go, tell it on the mountain, Our Jesus Christ is born
When I was a seeker I sought both night and day I asked the Lord to help me And He showed me the way
He made me a watchman Upon the city wall And If I am a Christian I am the least of all
Per i Bifrost Arts, la riscoperta della dimensione comunitaria della musica è una vera e propria missione: una misteriosa forma di condivisione grazie a cui "qualcosa di più grande e di più profondo della somma delle singole parti può schiudersi e sbocciare". I due dischi pubblicati sinora dal collettivo americano (il terzo capitolo è in lavorazione) hanno visto coinvolti nomi del calibro di Sufjan Stevens e Damien Jurado. Nel brano che vi offriamo con la terza finestrella del nostro calendario dell'avvento, la voce del songwriterMatt Bauer rende palpabile l'albore di una promessa, mentre il trio di Boston Maeve contribuisce a dare un respiro corale alla trama. Un inno antico, composto nel Seicento dal tedesco Johann Georg Ebeling, che racconta di uomini in attesa di uno spiraglio di luce nella notte. Un po' come tutti noi: "dubbiosi e credenti che condividono lo stesso banco". Parola dei Bifrost Arts.
Veiled in darkness Judah lay Waiting for the promised day While across the shadowy night Streamed a flood of glorious light Heavenly voices chanting then "Peace on earth, good will to men"
Light of light, we humbly pray Shine upon Thy world today Break the gloom of our dark night Fill our souls with love and light Send Thy blessed Word again "Peace on earth, good will to men"
Bifrost Arts feat. Matt Bauer & Maeve - Veiled In Darkness [download]
Il suono delle campane di Natale comincia a farsi più vicino: con un lento dipanarsi di carezze acustiche, i Travel By Sea ce ne portano l'eco sulle note di "I Heard The Bells On Christmas Day". Il duo formato da Kyle Kersten e Brian Kraft, con ormai un trittico di album all'attivo, predilige da sempre le atmosfere dal torpore più sognante: "la musica triste è sempre quella che mi ha fatto sentire più felice", ammette Kersten. In "I Heard The Bells On Christmas Day", però, nemmeno il vento dell'odio può soffocare una speranza di pace: il poeta americano Henry Wadsworth Longfellow l'ha scritta durante la Guerra Civile, dedicandola al figlio rimasto ferito in battaglia. La versione dei Travel By Sea è tratta dal loro "Christmas Ep", condiviso con l'altro progetto di Kersten, i Greater Pacific, che hanno esordito proprio quest'anno tra le fila della Yer Bird.
I heard the bells on Christmas day Their old familiar carols play, Wild and sweet the words repeat Of peace on earth, good will to men
But in despair I bowed my head: "There is no peace on earth", I said, "For hate is strong and mocks the song Of peace on earth, good will to men"
And the bells toll loud and deep: "God's not dead, nor does he sleep The wrong shall fail, the right prevail, With peace on earth, good will to men"
Travel By Sea - I Heard The Bells On Christmas Day [download]
"Why this jubilee?”. La domanda racchiusa in “Angels We Have Heard On High” (nella sua originaria versione integrale) risuona con più intensità che mai nell’aria del giorno di Natale. Per usare le parole del vecchio Scrooge di Dickens, “che ragione c’è di stare allegri?”. Ovvero, come è possibile affermare che la realtà è positiva quando il mondo sembra andare tutto dalla parte sbagliata? Il songwriter americano Caleb Groh, a quanto pare, ha delle buone ragioni da offrire agli Scrooge dei nostri tempi: dopo aver iniziato la sua carriera con l’eloquente moniker di Happiest Lion, dal 2009 ha deciso di dare vita a una vera e propria banda di musicanti natalizi, sotto l’egida di Caleb And The Caroling Caravan. Il ricamo festoso della sua rilettura di “Angels We Have Heard On High” porta con sé tutto l’entusiasmo del primo innamoramento: lo stesso che dovevano avere negli occhi i pastori di quella notte silente… Quando si incontra qualcuno con uno sguardo così, l’unica cosa da fare è stargli attaccati. E non smettere mai di chiedergli il perché. È questo l’augurio di buon Natale che vogliamo fare a tutti quelli che ci hanno seguito fin qui, all’ultimo appuntamento con il nostro calendario dell’avvento. Come direbbe Dickens, “God bless us, every one!”.
Angels we have heard on high Sweetly singing o’er the plains And the mountains in reply Echoing their joyous strains
Gloria in excelsis Deo!
Come to Bethlehem and see Christ whose birth the angels sing Come, adore on bended knee Christ the Lord, the newborn king
Caleb And The Caroling Caravan - Angels We Have Heard On High [download]
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