Psichedelia Baxters

Playlist ad alto tasso lisergico

Baxters è una serie di playlist in costruzione che mira a proporre uno sguardo sulla scena psichedelica mondiale. Per le linee guida, si rimanda a quanto scritto nella premessa dell’edizione 2020.

I brani

01sonsofzokusun.Brano: Ö II
Autore: SONS OF ZÖKU
Album: SÜN
Etichetta: autoproduzione
Paese: Australia
Sottogenere: neo-psichedelia, raga rock

L'Australia si conferma patria di una delle scene più ricche e forti del panorama psichedelico mondiale grazie all’esordio di un gruppo di Adelaide il cui nome rimanda al Giappone: nella lingua del Sol Levante, zoku significa infatti tribù, famiglia e, ci hanno rivelato via Facebook, “sin dall’inizio abbiamo immaginato la band come una tribù musicale. Abbiamo poi aggiunto la dieresi su ZÖKU, perché visivamente ci sembrava più affine a noi”. SÜN è un magnifico affresco delle potenzialità della composizione rock in chiave psichedelica, con quel costante tocco passatista (già da “Sacred”, che richiama “Within You Without You” dei Beatles) che non cede mai però alla stasi anacronistica, suonando anzi perfettamente nuovo e contemporaneo. Tornando alle preziose parole dateci in via privata su Facebook da Ricardo Da Silva, cantante e chitarrista del gruppo, il pezzo selezionato per questa playlist, “Ö II”, è “il secondo capitolo di un immaginario flusso di coscienza in cui una nuova vita nasce nella natura selvaggia, dove trova nuova aria e amore”. Il tutto tra armonie vocali di beachboysiana memoria e ritmica tribale.

02lammpingnewjaws.Brano: Jaws Of Life
Autore: Lammping
Album: New Jaws (Ep)/ Flashjacks (Lp)
Etichetta: Nasoni Records
Paese: Canada
Sottogenere: experimental pop

Al secondo album (è stato scelto qui l’inserimento dell’Ep sia perché esordio originario del pezzo, sia per la deliziosa copertina), i canadesi Lammping propongono un mix di – dice la press releaseStereolab, De La Soul, Kraftwerk, Black Sabbath, Blue Cheer e Sleep, esplorando temi come divisione sociale, gentrificazione, memoria e spiritualità.
“Jaws Of Life” ha l’ardire di sfidare (probabilmente senza saperlo, né volerlo) uno dei colossi della psichedelia pop di tutti i tempi, “Defecting Grey” dei Pretty Things: vi è la stessa intenzione di destrutturare e destabilizzare. La sconfitta è inequivocabile, ma il fatto che non ne esca con le ossa disintegrate, come avrebbe fatto la quasi totalità degli sfidanti, la dice lunga sulla qualità del pezzo.

03purplefoxtownwhoismalkallam.Brano: Deep Inside A Labyrinth
Autore: Purplefox Town
Album: Who Is Malkallam?
Etichetta: autoproduzione
Paese: Repubblica Ceca
Sottogenere: neo-psichedelia, progressive rock

Probabilmente i massimi esponenti della scena psych ceca attuale assieme a Madhouse Express, Ribs e Sýček, i praghesi Purplefox Town sfornano con il loro secondo album una visione magica ed enigmatica, in cui le canzoni sono un puzzle per arrivare all’identità del Malkallam del titolo e dove le influenze dichiarate sono i Beatles, i King Gizzard, Tolkien e i vecchi giochi di ruolo come Might and Magic. “Deep Inside A Labyrinth” è l'episodio più affascinante del disco: sebbene sia collocato a metà tracklist, il pezzo sta alla fine della storia, come epilogo. Dopo la sua morte, la goblin Lady prende forma di un giacinto verde nei Labirinti di Aise e il Duca von Douer le fa ripetutamente visita per cantarle ninne nanne. Una dimensione narrativa più vicina al prog, ma che musicalmente abbraccia senza ombra di dubbio l’anima psichedelica.

04purpleavengersletthecompasssink.Brano: Only Human
Autore: Purple Avengers
Album: Let The Compass Sink
Etichetta: Clostridium Records
Paese: Australia
Sottogenere: space rock

Ben prima che la (sana) ruffianeria di Tame Impala e King Gizzard ammaliasse il pubblico generalista, la psichedelia aussie era vivissima. Attivi sin dal 1987 e originari di Brisbane, i Purple Avengers propongono una psichedelia space votata prettamente all’improvvisazione. “Only Human” è il pezzo che conclude “Let The Compass Sink” e rievoca le cavalcate più notturne di Doors e Pink Floyd. A livello tematico, è drammaticamente attuale, in quanto – parole della band - “indica la guerra come unica vincitrice se l’umanità non si riunisce per la sopravvivenza collettiva. L’arrangiamento musicale mira a rispecchiare una pace incerta, interrotta da momenti di guerra. Il riff conclusivo è una chiamata all’azione e alla speranza per un destino riconcepito”.

05mftomlinsonstrangetime.Brano: Them Apples
Autore: MF Tomlinson
Album: Strange Time
Etichetta: autoproduzione
Paese: Australia, Inghilterra
Sottogenere: acid folk, chamber pop

Ancora Australia, sebbene il cantautore MF Tomlinson viva ora a Londra. Se si esclude l’Ep “Last Days Of Rome”, pubblicato nel 2020, “Strange Time” è il suo esordio, disco nato da un’ispirazione piuttosto bizzarra, ovvero dall’ascolto di alcune compilation. Tomlinson ha infatti nominato “Even A Tree Can Shed Tears”, raccolta che esplora il folk giapponese di fine anni 60-inizio 70, e “Soul Of Nation: Jazz Is The Teacher, Funk Is The Preacher”, come punti di partenza per il concepimento dell’album. “Them Apples” è l’unico pezzo co-scritto (l’altra metà è composta da Viljam Nybacka, che nel disco suona organo e basso) ed esplora la paranoia moderna e la dipendenza dai social media, vagando tra coro femminile, organo e un flusso che sarebbe piaciuto tanto a John Martyn.

06theholyfamilytheholyfamily.Brano: Inward Turning Suns
Autore: The Holy Family
Album: The Holy Family
Etichetta:
Rocket Recordings
Paese: Inghilterra
Sottogenere: kraut-rock, world, rock sperimentale

Guidata da David J. Smith, la Holy Family è composta da sei musicisti ed è di fatto una nuova maschera di Guapo, la band precedente di Smith, che in passato è stato a capo di un altro collettivo, The Stargazer’s Assistant. Al suo esordio, il gruppo ha partorito uno dei dischi più enigmatici e affascinanti del 2021 psichedelico, un album che gioca attorno a una specie di giallo lisergico ispirato alle opere di Dorothea Tanning e Angela Carter. Sorretto da un ipnotico videoclip, “Inward Turning Suns” è stato il primo singolo promozionale e ne è difatti il rappresentante spirituale: un mantra pastorale che gioca su tape loops, flauti e voci ultraterrene.

07whitecanyonthe5thdimensionspectralillusion.Brano: Endless Sea
Autore: White Canyon & The 5th Dimension
Album: Spectral Illusion
Etichetta: Necio Records
Paese: Brasile
Sottogenere: space rock, post-punk

A due anni dall’acclamato esordio omonimo, i brasiliani White Canyon & The 5th Dimension sono tornati con un disco più oscuro e impenetrabile, meno immediato ma probabilmente più affascinante. “Endless Sea” è il pezzo più lungo e Léo Gudan, la metà maschile del gruppo (quella femminile è rappresentata da Gabriela Zaith), ce ne ha confidato i retroscena: “Abbiamo iniziato a comporla subito dopo l’uscita del primo album. In realtà giusto l’intro à-la Pink Floyd e la seconda parte. Per qualche tempo non sapevo che farmene, ma mi piaceva la melodia. Dopo un po’ di lavoro ottenemmo il risultato che volevamo, era una canzone lunga ma ci piaceva. Cominciammo così a lavorare sul testo; probabilmente è stato l’ultimo pezzo a essere pronto per il disco. In quel periodo stavo leggendo ‘Gli extraterrestri torneranno’ di Erich von Däniken e mi imbattei in una storia sumera di un paese dove gli dei prendono la gente: è il posto descritto nella canzone, che sconfina in un oceano infinito. Penso che 'Endless Sea' rispecchi molto l’atmosfera che cercavamo nell’album, è un pezzo speciale perché ci sono diverse influenze musicali molto importanti per me”.

08djinntransmission.Brano: Transmission
Autore: DJINN
Album: Transmission
Etichetta: Rocket Recordings
Paese: Svezia
Sottogenere: kosmische musik

Il collettivo svedese DJINN, forte di membri di gruppi rinomati della scena locale come Hills e GOAT, propone un jazz cosmico che guarda a Don Cherry, Art Ensemble of Chicago e Arbete Och Fritid. Ma occhio e orecchio sono tutti per la title track, dove l’omaggio (dichiarato) ai Popol Vuh di “L’acrime di rei” è talmente spudorato da avere tutti i contorni del plagio. Il gioco di mellotron e synth è però talmente ben riuscito che ben poco importa trovare la risposta all’antico dilemma se il falso d’autore sia arte o meno: c’è il piacere, smisurato.

09geryczpowersrolinbeacon.Brano: Uphill March
Autore: Gerycz/Powers/Rolin
Album: Beacon
Etichetta: Centripetal Force (Us) / Cardinal Fuzz (Eu)
Paese: Stati Uniti
Sottogenere: free folk, american primitivism

Il duo composto dal chitarrista Matthew Rolin e dalla dulcimerista Jen Powers nel 2020 è diventato un trio, forte l’ingresso del percussionista Jayson Gerycz, dei Cloud Nothings. “Beacon” è il primo disco realizzato assieme, seguito da “Lamplighter” nel settembre 2021. Uscito inizialmente nel 2020 in tiratura limitatissima in musicassetta tramite l’etichetta Garden Portal, l’album è stato riproposto con tracklist leggermente modificata da Centripetal Force e Cardinal Fuzz per una distribuzione più congrua, salvandolo di fatto dall’invisibilità (motivo per cui è stato ritenuto eleggibile per questo articolo). Interamente improvvisato, “Beacon” asseconda le lezioni di John Fahey e “Uphill March” è il frutto più mistico del lavoro, una trance indotta dalla forza esecutiva della Powers.

10papirjams.Brano: 17.01.2020 #2
Autore: Papir
Album: Jams
Etichetta: Stickman Records
Paese: Danimarca
Sottogenere: jam band


Ensemble che nel giro di un decennio si è imposto tra i più vivaci e apprezzati della scena free-form, soprattutto grazie agli album pubblicati sotto l’etichetta El Paraiso, i danesi Papir avevano realizzato di non aver mai pubblicato un album di pura jam. Così il trio di Copenaghen ha pensato di utilizzare delle session realizzate a inizio 2020, proponendo 6 pezzi i cui titoli richiamano semplicemente i due giorni di registrazione, vale a dire il 17 e il 20 gennaio. “17.01.2020 #2” gioca sulla ritmica indotta da Christoffer Brøchmann e dalla chitarra di Nicklas Sørensen, che ancora una volta manifesta debiti e ammirazione verso gli esploratori cosmici degli anni 60 e 70.

11ryleywalkerandkikagakumoyodeepfriedgrandeur.Brano: Shrinks The Day
Autore: Ryley Walker & Kikagaku Moyo
Album: Deep Fried Grandeur
Etichetta: Husky Pants Records
Paese: Stati Uniti, Giappone
Sottogenere: raga rock, kraut-rock

Se Baxters predilige la segnalazione di band e musicisti che faticano a trovare la visibilità che meritano, qui un’eccezione è stata decisa senza esitazione. Perché se è vero che Ryley Walker e Kikagaku Moyo non hanno bisogno di alcuna presentazione, quantomeno tra gli appassionati di psichedelia odierna, una loro collaborazione è da annotazione immediata e, soprattutto, il risultato è sorprendente. Le due lunghe improvvisazioni live che compongono “Deep Fried Grandeur”, registrate nel 2018 al Le Guess Who?, festival nato nel 2017 e che si tiene a Utrecht, nei Paesi Bassi, rappresentano il meglio di quanto il rock psichedelico possa offrire. I 18 minuti di “Shrinks The Day” hanno due anime, con i primi 11 minuti composti da un fluido raga rock tanto caro alla ricerca musicale della band giapponese e i restanti 7 scomposti da frammenti più noise e vicini al free jazz che debordano in una marcia motorik.

12nepaalblackbatikiii.Brano: Pharisaismic Plebeian Bureaucracism
Autore: :nepaal
Album: Black Batik I, II
Etichetta: Psychedelic Source Records
Paese: Ungheria
Sottogenere: jam band

Più che un’etichetta vera e propria, Psychedelic Source Records rappresenta un collettivo di musicisti ungheresi che, sotto un gran numero di nomi e con una produttività molto copiosa (nel 2021 sono usciti 26 album!), pubblica psichedelia jam. A dispetto di una logorrea musicale così sfrenata, che farebbe pensare a una pratica tediosa musicalmente anonima, i loro dischi mantengono al momento una media qualitativa molto buona: le loro jam non sono decine e decine di minuti di inconsistenza priva di identità, come troppo spesso succede nel cosmo free-form, ma anzi godono di una forza melodica ben salda. “Pharisaismic Plebeian Bureaucracism” si avvale della presenza di due ospiti, amici del collettivo: Dávid Strauss al basso e Ádám Kalamár alla chitarra.

13venusloonacidpuritan.Brano: The Star Chamber
Autore: Venus Loon
Album: Acid Puritan
Etichetta: Aumega Project
Paese: Inghilterra
Sottogenere: space rock

Peter Lawson è un musicista di Manchester che nel corso degli anni ha pubblicato sotto vari nomi e con diversi gruppi. Sotto l’alter ego Venu Loon, Lawson nel 2021 ha pubblicato in digitale cinque titoli, interamente suonati da lui. Il musicista si confessa amante di prog e space rock e nomina tra le influenze Porcupine Tree, Hawkwind, Can, Cocteau Twins e Cabaret Voltaire. Sorretto da pulsioni interstellari, “The Star Chamber” è un esercizio chitarristico che sfiora un’identità stoner e ammicca all’Hendrix di “Third Stone From The Sun”.

14hooveriiiwaterforthefrogs.Brano: We’re Both Lawyers
Autore: Hooveriii
Album: Water For The Frogs
Etichetta: Reverberation Appreciation Society
Paese: Stati Uniti
Sottogenere: space rock, kraut-rock

I californiani Hooveriii (da pronunciare Hoover Three, in relazione a Bert Hoover, fondatore del gruppo) sono un sestetto che con questo esordio si avvicina alle influenze dichiarate, vale a dire l’Iggy di “The Idiot”, il Bowie berlinese, i Soft Machine e i gruppi kraut-cosmici.
“We’re Both Lawyers” blatera un ticchettare robotico, a ricordare le origini drum machine del progetto – inizialmente solista - di Hoover, che poi esplode in una frenetica accelerata nipote dei Neu! di “Negativland”.

15veiksurroundingstructures.Brano: Château Guitar
Autore: Veik
Album: Surrounding Structures
Etichetta: Fuzz Club Records
Paese: Francia
Sottogenere: kraut-rock, elettronica, post-punk

Altro gruppo all’esordio discografico, i francesi Veik sono un terzetto che gioca tra chitarre, batteria e sintetizzatori. Con in mente i padri fondatori di post-punk, kraut-rock e no wave, i Suicide, gli Implog, gli Indoor Life, i Beak>, i Suuns e i Girl Band, i Veik suonano una musica che approda alla psichedelia per vie traverse. In particolare, il tribalismo noir di “Château Guitar” induce a una trance cupa che non guarda però direttamente al rock psichedelico, come ci ha confermato Boris Collet, percussionista del gruppo: “In questo pezzo abbiamo cercato di relazionarci con i codici, le convenzioni e le strutture della techno, ma suonando con il nostro abituale set-up live e registrando senza far uso del metronomo. Abbiamo preso ispirazione dai Girl Band per la composizione e da 'Crispy Bacon' di Laurent Garnier per la produzione. Un fatto divertente è che il titolo deriva dal vino che abbiamo bevuto durante la registrazione del disco. È un vino biologico francese che non è in realtà granché buono, ma il nome ci sembrava figo. Ci ricordava 'While My Guitar Gently Weeps', pezzo che ci veniva da cantare tutti insieme dopo qualche bottiglia”.

16yoodoorightdontthinkyoucanescapeyourpurpose.Brano: The Moral Compass of A Self-Driving Car
Autore: Yoo Doo Right
Album: Don’t Think You Can Escape Your Purpose
Etichetta: Mothland
Paese: Canada
Sottogenere: kraut-rock, space rock, shoegaze

Se il nome palesa un occhio a forma di cuore per il kraut-rock (si riferisce naturalmente a uno dei classici dei Can), i canadesi Yoo Doo Right hanno più carte nel loro mazzo. Uno su tutti lo shoegaze, il cui wall of sound chitarristico è usato dalla band per delineare affreschi space, come succede in “The Moral Compass Of A Self-Driving Car”: immaginate Jaki Liebezeit o Moe Tucker tentare in tutti i modi di prendere a pugni i My Bloody Valentine, a loro volta intenti a comporre un mantra, e avrete un’idea abbastanza precisa di come suoni il pezzo.

17backspaceantscorruptelephant.Brano: 六眼蜻蜓 (Six-Eyed Dragonfly)
Autore:
退格 (Backspace)
Album: 群蚁蚀象 (Ants Corrupt Elephant)
Etichetta: Maybe Mars
Paese: Cina
Sottogenere: alternative, free jazz

Non è storia nuova che l’arte nata e sviluppatasi in contesti complessi a livello di libertà d’espressione porti a evidenziare un’anima e un occhio per tematiche sociali particolarmente brillanti. Essere musicisti underground in Cina non è chiaramente il più semplice dei compiti, ma i Backspace, gruppo di Pechino che ha esordito nel 2018 con “Human Nature Architecture”, hanno confermato di essere nome di grande pregio. Se nel primo disco i Backspace puntavano il dito sul solipsismo dell’umanità contemporanea, in “Ants Corrupt Elephant” criticano la cieca ricerca del progresso, che porta a una crescente alienazione. È nata così l’idea di intitolare ogni canzone con nome di animali: fenicotteri, lucertole, conigli, millepiedi ecc. “Six-Eyed Dragonfly”, di cui è stato realizzato anche un videoclip, racconta la storia di un ragazzo che trova conforto nei sogni di una libellula, che gli permette di scappare dalla vita urbana. Un applauso alla Maybe Mars, che si conferma tra le etichette più interessanti del panorama psichedelico mondiale.

1810000russossuperinertia.Brano: Saw The Damp
Autore: 10 000 Russos
Album: Superinertia
Etichetta: Fuzz Club
Paese: Portogallo
Sottogenere: kraut-rock

Alla quinta prova discografica, i portoghesi 10 000 Russos continuano imperterriti nell’adorazione incondizionata per le ritmiche motorik, sebbene vi sia in “Superinertia” una sostanziale novità: il bassista André Couto è stato rimpiazzato da Nils Meisel, ai sintetizzatori. La sostituzione ha portato a un suono ancora più abrasivo, che ben si sposa alle tematiche affrontate nel disco: la band ha dichiarato infatti che “Superinertia” esplora l’assenza di movimento, sia esso volontario o involontario, con una considerazione specifica all’esperienza che tutti abbiamo vissuto nell’ultimo biennio. “Saw The Damp”? Niente di più semplice: parla di un tizio che schifa la propria vita durante un venerdì sera. In una realtà alternativa, Karl Hyde ne ha fatto un inno generazionale.

19beynelmilanorkestrasitatlidilegleryzekirpikleriniokeyle.Brano: Tatli Dile Güler Yüze / Kirpiklerini Ok Eyle
Autore: Beynelmilân Orkesrtrası
Album: Tatli Dile Güler Yüze / Kirpiklerini Ok Eyle
Etichetta: Ruby Eyes Records
Paese: Turchia, Francia
Sottogenere: anatolian rock, funk psichedelico

La Turchia rimane tra i nomi di punta dell’underground psichedelico grazie a un singolo notevole per storia e risultato. Ardem Deneyci, alias Beynelmilân, era emerso nel 2019 grazie all’album “Yeralti Oyun Havalan” e nel 2021 ha raccolto musicisti tra Francia e Turchia per registrare versioni psych-funk di due classici della musica turca degli anni 60-70. “Kirpiklerini Ok Eyle” fu scritta da Aşık Beyhani negli anni 60 per poi essere interpretata da un gran numero di musicisti; la versione più famosa è probabilmente quella di Barış Manço. La versione della Beynelmilân Orkesrtrası è rivoluzionata, immersa in chitarre elettriche, flauto e sintetizzatori. Il gruppo sta ora lavorando per espandere il progetto a un album intero.

20vaqoheyzauri.Brano: Hey Zauri
Autore: Vaqo
Album: Hey Zauri
Etichetta: Tarla Records
Paese: Georgia
Sottogenere: psychedelic folk

Captain Beefheart vive, si è nascosto in Georgia e ha scritto il pezzo psichedelico dell’anno. Vakhtang Kantaria, alias Vaqo, è un musicista di Tbilisi che, partendo da un’istruzione musicale accademica, è diventato uno dei nomi più apprezzati del rock georgiano. Inizialmente diventato famoso in patria assieme al fratello come The W, Kantaria ha dovuto reinventarsi quando il suo sodale ha deciso di tornare a una vita lontana dai riflettori. Le canzoni scritte come solista hanno subito ottenuto buon successo e hanno iniziato a essere inserite in radio, podcast e compilation anglofone, portando così il musicista a essere contattato da diverse etichette. Contatti che, dopo due dischi live, sono culminati nella pubblicazione, nel gennaio 2022, di “The Land Of Kartvelians”, tramite la label austriaca Studio Handert. L’album, posticipato più volte a causa della pandemia, è la consacrazione in studio di pezzi scritti (e proposti dal vivo) negli ultimi anni da Vaqo, pezzi che però non rappresentano le ultime creazioni dell’artista. Nel settembre 2021, infatti, su Bandcamp è stato pubblicato, tramite l’etichetta di Istanbul Tarla Records, un brano di 19 minuti che mescola il folklore georgiano con il rock psichedelico, un vortice travolgente che tra le varie cose riesce anche a fondere due inni, quello nazionale della stessa Georgia e quello alla Gioia di Beethoven.
Tornando al pesante paragone iniziale, se non c’è accostamento possibile a livello vocale, da un punto di vista musicale Vaqo ricorda qui il Beefheart di “Mirror Man”, una deformazione della tradizione folk e blues attraverso un’infinita e beffarda improvvisazione psichedelica. Ma “Hey Zauri” è anche e soprattutto narrativa epica, o forse una sua parodia, dove il protagonista è un cavaliere del Diciassettesimo secolo che si fa corrompere dal nemico, rivelando così la locazione dell’esercito georgiano. Un capolavoro straordinario che anticipa, come primo singolo, “Ah! Qo!”, disco di prossima uscita.

Discografia

Pietra miliare
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