The Dark Side of Sanremo

Panama bianchi e visi sudati, tagli informali e abiti in equilibrio precario, sguardi penetranti e ugole sgridanti, peluche pelosi e animali veri. Un circo equestre, un contenitore pubblicitario, un crogiuolo di gossip, di sorrisi, di complimenti, di pacche sulle spalle, di buffet, di baci e abbracci, di indici di ascolto impennanti, di compensi estenuanti, di polemiche, di accuse e di presenzialismi.

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Ma tutto sembra sempre più stanco, come un ultimo giro di valzer prima della fine del mondo, senza il fascino del giorno dopo. Il Festival di Sanremo chiude l’ennesima edizione un po’ in affanno e forse senza lasciare una vera traccia artistica, un ricordo, un’idea di evergreen, un motivo da fischiettare sotto la doccia o di fronte al banco della frutta e della verdura. Troppo facile dichiarare, e di fatto schernire, “ma è Sanremo, dai?!”, come se lo status di scadente fosse da sempre il minimo comune dominatore degli spartiti in Riviera. Non è vero. È in atto un sabotaggio.

Chi è il sicario? Pippo Baudo? Masterchef? Suning? Marcella Bella? Le case discografiche? Marco e Davide, investigano da anni su chi da anni cerca di manomettere i gloriosi ingranaggi che un tempo fecero Volare l’Italia e non solo. E ora sono pronti, hanno le prove, vuoteranno il sacco: testimonianze, voci di corridoio, ricatti, minacce e, addirittura, quella che sarebbe dovuta essere la vera scaletta del Festival di Sanremo!!! E dopo nulla sarà come prima, perlomeno sotto la doccia.

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