Perché un disco diventa un classico, da tutti ammirato, riverito, chiacchierato, magari anche contestato, ma sempre guardato con rispetto? Cosa lo rende speciale in mezzo a una miriade di uscite? Non è più un prodotto dispensatore di note più o meno belle, ma una sorta di manifesto, un icona, un monolite, la pietra filosofale, lo spartiacque, il cambio di marcia, l’esempio definitivo.
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Però può accadere che, con il succedersi delle stagioni, delle esperienze si riprovi ad ascoltarlo facendo finta di avere le orecchie vergini per accorgersi che magari non è tutto oro quel che luccica. E ora? Che si fa? Si prova a condividere questa sensazione. Meglio di no, perché poi magari qualcuno potrebbe prendersela, invitarti all’ascolto di qualche cantautore di terza categoria, o magari consigliare di darti all’ippica.
Scaletta del programma |
Prima parte
1. Radiohead - Let Down – Ok Computer (1997)
2. Grandaddy - He's Simple, He's Dumb, He's The Pilot - The Sophtware Slump (2000)
3. DJ Shadow - Midnight in a Perfect World – Endtroducing (1996)
4. Portishead - Only You - Roseland NYC Live (1998)
5. Pavement - Spit On A Stranger - Terror Twilight (1999)
Accadde oggi
6. Foo Fighters - Everlong - The Colour And The Shape (20 maggio 1997)
Seconda parte
7. Magazine – Shot By Both Sides – Real Life (1978)
8. Blur – M.O.R. – Blur (1997)
9. Howie B – Angels Go Bald: To - Turn The Dark Off (1997)
10. U2 - Do You Feel Loved – Pop (1997)
11. Radiohead – The Tourist – Ok Computer (1997)
12. Mansun - Wide Open Space - Attack Of The Grey Lantern (1997)
Il sabato italiano
13. Bluvertigo - (Le Arti Dei) Miscugli – Metallo Non Metallo (1997)
14. Afterhours – Pelle - Hai Paura Del Buio? (1997)
Ending
15. Radiohead – Exit Music (For a Film) – Ok Computer (1997)
Bonus track
Elvis Costello - I'll Wear It Proudly - King Of America (1986)
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