Pensa un po’: cosa sarebbe potuto accadere se la storia del rock avesse avuto la fortuna di imbattersi in un gruppo capace di governare la melodia, di mescolare le carte, di suonare blues, soul, r’n’b, hard, di spazzolare il jazz, il flamenco e altri spartiti latini, di far muovere bacino e tutti gli arti a tempo, magari facendo pure a meno del basso, ma senza darlo a sentire, di raccontare storie ricche di riferimenti poetici, di citare, con cognizione di causa, la tragedia greca, di utilizzare le forme letterarie come espansione della vita reale, della coscienza e come provocazione acuta, ma senza mai apparire accademici, invece selvaggi, eccitanti, pulsanti, pericolosi, con un frontman bello come un adone fuorilegge. Eh sì, e poi?!
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E poi, Marco e Davide, piombano come delle lucertole affamate nel deserto, nella primavera del 1967, proprio 50 anni fa, quando esplodeva il fenomeno Doors, uno dei progetti artistici più visionari e al contempo concreti che si siano potuti ammirare nel panorama popolare, tra gente strana, che brucia velocemente e intensamente, mentre attende di vedere il sole e solca i mari in navi di cristallo. Enigmi a non finire, avvistamenti chiacchierati e sempre irrisolti, colonne sonore epocali e, chissà come mai, intramontabili, come le decantate nuove energie rinnovabili. E ancora testimonianze, aneddoti, colleghi e innamorati, opinioni e memorie. Date uno sguardo dalla finestra, magari sta anche piovendo, non esitate, apriteci le Porte!
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