Autore: David Marte
Titolo: Parole di Baustelle
Editore: autodistribuito
Pagine: 340
Prezzo: 13,99 euro (formato kindle)
Non è la prima volta che un autore decide di scandagliare a fondo i testi dei Baustelle, a dimostrazione di quanto il lavoro della band toscana, e in particolare il songwriting di Francesco Bianconi, si presti a essere approfondito e commentato. Testi mai banali, che hanno avuto un ruolo determinante nel rivoluzionare – se non addirittura inventare - il modo di scrivere e di cantare certo indie-pop italiano. “Parole di Baustelle” è un vero e proprio trattato sulla materia, e non poteva che provenire dalla penna di uno studioso: David Marte è infatti laureato in Lettere Antiche, specializzato in Storia dell’Arte e attualmente impegnato nel campo dell’insegnamento e della ricerca. La sua parallela passione per la musica si è manifestata non soltanto grazie a questo volume, ma anche nella pubblicazione negli anni Novanta di due album con la band psych-rock Alice In Sexland, nella quale ricopriva il ruolo di cantante.
Il piano di questo saggio prevede la selezione di diciotto brani, estratti dai tre album consecutivi “La Malavita”, “Amen” e “I Mistici dell’Occidente”. Per ognuno di loro David Marte ha esposto con chiarezza e analiticità tutti i possibili riferimenti: una fittissima sequenza di citazioni musicali, letterarie, artistiche e cinematografiche. Alcune abbastanza ovvie e note ai più (De André, gli chansonnier francesi, Battiato, Edgar Allan Poe), altre meno scontate (Houellebecq, Montale, Pasolini, Francesco d’Assisi). Ne esce una lettura impegnata ma non eccessivamente impegnativa, nella quale si rincorrono approfondimenti sulle figure retoriche più utilizzate da Bianconi, numerosissimi estratti da interviste rilasciate dalla band nel corso della carriera, e ovviamente lo sforzo per ricostruire il significato più profondo e intimo di ogni singola composizione.
Fondamentali le quasi settecento note poste a pie' di pagina, non certo un corollario alla trattazione principale bensì vero e proprio indispensabile approfondimento nell’approfondimento. Dal reportage di un suicidio narrato in “La guerra è finita”, passando attraverso la ribellione giovanile codificata nelle strofe di “Charlie fa surf”, fino alle riflessioni sulla morte fissate ne “L’indaco” e all’agonia di un amore alla deriva magistralmente immortalata in “Follonica”, “Parole di Baustelle” diviene anche la piacevole scusa per riascoltare con rinnovata attenzione, quasi con occhi diversi, tre album attraverso i quali si concretizzò il passaggio del trio di Montepulciano dai ritratti adolescenziali (disegnati nei primi due dischi) all’età adulta. Giusto un attimo prima di dar vita al densissimo capolavoro di pop sinfonico che ne decretò la sopraggiunta maturità artistica, “Fantasma”, per poi tornare alla leggerezza impressa nei due capitoli de “L’amore e la violenza”. Ma queste saranno altre storie interessanti, da raccontare alla prossima occasione.
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