Autore: Patrizia De Rossi
Titolo: Bruce Springsteen e le donne – She’s The One
Editore: Imprimatur
Pagine: 240
Prezzo: Euro 15,00
È il talento dei grandi cantastorie: creare personaggi in grado di entrare prepotentemente nell’immaginario, prendendo vita anche al di fuori del racconto. Personaggi come quelli che popolano le canzoni di Bruce Springsteen, capaci di stabilire un legame così viscerale da diventare dei veri e propri compagni di strada.
Nella galleria dei protagonisti del canzoniere di Springsteen, un posto d’onore spetta ovviamente alle figure femminili, da sempre punti di riferimento imprescindibili del suo viaggio verso la terra promessa. Ed è proprio intorno a queste figure che la giornalista e conduttrice radiofonica Patrizia De Rossi ha deciso di incentrare il suo nuovo libro.
Il titolo, insomma, non deve trarre in inganno: “Bruce Springsteen e le donne” non ha niente a che vedere con il gossip biografico. Al contrario, è un’immersione pura e semplice nei versi di Springsteen, che trova la via per distinguersi proprio grazie alla particolarità della sua chiave di lettura.
Sin dall’ondeggiare lieve del vestito che annuncia l’apparizione di Mary sulle note di “Thunder Road”, è quasi sempre una donna il motore dell’azione per i personaggi del songwriter americano: “Tutte le donne che popolano le storie di Springsteen hanno un denominatore comune, un filo rosso che le lega indissolubilmente l’una all’altra”, scrive Patrizia De Rossi, “ed è la capacità di interagire con il protagonista maschile”.
All’inizio la donna è il motore della fuga, della ricerca di una realtà che sia davvero all’altezza dei propri desideri: non solo la fuga inarrestabile di “Born To Run” o quella spensierata di “Rosalita”, ma anche quella solo vagheggiata in “Mary Queen Of Arkansas” o in “New York City Serenade”. Una fuga che ha sempre bisogno di una compagnia per realizzarsi fino in fondo: “togetherness”, la chiama Patrizia De Rossi, prendendo in prestito la definizione utilizzata dalla studiosa americana Liza Zitelli per individuare il “concetto di unità tra uomo e donna come base per salvarsi la vita”.
Dalla Mary che attende sulla veranda di “Thunder Road” alla Mary svuotata di speranza di “The River”, la vita sembra però tradire la sua promessa. Il fatto è che solo attraversando l’esperienza della delusione del sogno è possibile arrivare alla verità di sé. “La separazione, la fine di un amore, il fallimento sono momenti inevitabili della crescita di una persona. O meglio sono gli elementi attraverso i quali Springsteen racconta nelle sue canzoni l’evoluzione dell’essere umano”, riflette l'autrice inseguendo la traiettoria dei personaggi di brani come “Backstreets” e “Racing In The Streets”.
Ancora una volta, la donna ha un ruolo centrale in questo passaggio: “Con il suo amore e con la sua presenza può cambiare il corso della vita di un uomo, ne condiziona le scelte, ne determina la realizzazione o la distruzione. Springsteen lo sa bene, e proprio per questo le figure femminili che incontriamo nelle sue canzoni sono spesso raffigurate come delle visioni la cui funzione è appunto quella di redimere l’uomo alla deriva, di salvarlo dalla sua stessa dannazione”.
Non si tratta di una semplice idealizzazione della figura femminile, quanto piuttosto della scoperta nella donna di una compagna indispensabile per trovare la propria strada: “La donna va oltre la superficie e pur di trovare una risposta scende anche negli abissi. Non si ferma all’apparenza delle cose ma va a fondo per arrivare al nocciolo della questione”.
Un assunto che va a sfidare direttamente la tentazione tutta contemporanea di appiattire ogni differenza tra uomo e donna in nome dell’omologazione del gender. L'uguaglianza, invece, nasce sempre dall'identità. E le canzoni di Springsteen, soprattutto nella fase più matura, possono essere lette come un vero e proprio inno all’identità femminile. Citando Edith Stein, Patrizia De Rossi la riassume così: un naturale “orientamento alla persona”. È proprio questa l’essenza delle immagini bibliche con cui Springsteen descrive la comunione tra uomo e donna di “Leap Of Faith”; è questo il cuore della maternità che traspare attraverso lo sguardo di “Jesus Was An Only Son”; ed è questo il mistero custodito nell’intimo di “Secret Garden”: “il desiderio insito in ogni essere di sesso femminile che ciò che facciamo, scopriamo e pensiamo, possa servire a qualcuno”.
“Bruce Springsteen e le donne” conduce lungo questo percorso con una padronanza del repertorio springsteeniano capace di trovare qualcosa da salvare anche nei dischi meno ispirati, da “Human Touch” a “Working On A Dream”. Del resto, la passione di Patrizia De Rossi per Springsteen non è certo una novità, visto che già ai tempi dell’università la giornalista romana aveva dedicato la tesi proprio allo studio delle sue canzoni. I toni un po' didascalici di una tesi di laurea, a dire il vero, si riaffacciano a tratti anche nell’analisi dei testi sviluppata nel nuovo libro. E così, l’attenzione nel ripercorrere fedelmente le storie raccontate dai brani finisce in alcuni casi per lasciare in secondo piano la personalità della lettura.
D’altro canto, anche la ricerca di un filo conduttore comune non va esente da qualche forzatura, come l’inserimento di brani meno coerenti rispetto al disegno complessivo (“Nebraska” e “Highway 29” su tutti) o l’aggiunta di un’appendice sull’ultimo “High Hopes” che suona inevitabilmente giustapposta rispetto alla struttura del libro. Riesce invece a incuriosire persino gli springsteeniani di ferro la parentesi dedicata ai dischi solisti di Patti Scialfa, che dà l’occasione di riscoprire un punto di vista raramente preso in considerazione quando si parla di Springtseen.
Soprattutto, però, è il taglio trasversale del lavoro ad offrire gli spunti più interessanti, svincolandosi dalle consuete ricostruzioni cronologiche per andare alla ricerca di suggestioni e parallelismi tutt’altro che scontati (vedi l’accostamento tra “The River” e “Spare Parts” o la rilettura in controluce dei legami tra “Drive All Night”, “Point Blank” e “Downbound Train”).
Così, “Bruce Springsteen e le donne” si rivela qualcosa di più dell’ennesimo compendio sul songwriter americano: diventa il dialogo a tu per tu con un uomo e con la sua concezione dell’amore, dell’amicizia, della passione, della vita. Un dialogo in cui poter scoprire qualcosa di più sulla stoffa di cui siamo fatti.
(14/04/2014)
Greetings From Asbury Park (Columbia, 1973) | 5 | |
The Wild, The Innocent And The E-Street Shuffle (Columbia, 1973) | 6 | |
Born To Run (Columbia, 1975) | 8,5 | |
Darkness On The Edge Of Town (Columbia, 1978) | 7 | |
The River (Columbia, 1980) | 9 | |
Nebraska (Columbia, 1982) | 9 | |
Born In The Usa (Columbia, 1984) | 7 | |
Live 1975-1985 (live, Columbia, 1986) | 7 | |
Tunnel Of Love (Columbia, 1987) | 6 | |
Chimes Of Freedom (Ep, Columbia, 1988) | ||
Human Touch (Columbia, 1992) | 4,5 | |
Lucky Town (Columbia, 1992) | 5 | |
Greatest Hits (anthology, Columbia, 1995) | ||
The Ghost Of Tom Joad (Columbia, 1995) | 5,5 | |
In Concert: Mtv Unplugged (live, Columbia, 1997) | 6,5 | |
Tracks (anthology, Columbia, 1998) | ||
18 Tracks (anthology, Columbia, 1998) | ||
Live In New York City (live, Columbia, 2001) | 6,5 | |
The Rising (Columbia, 2002) | 6 | |
The Essential Bruce Springsteen (anthology, Columbia, 2003) | ||
Devils & Dust (Columbia, 2005) | 6 | |
We Shall Overcome - The Seeger Sessions (Columbia, 2006) | 7 | |
Hammersmith Odeon, London 1975 (Columbia, 2006) | 8 | |
Magic (Columbia, 2007) | 5 | |
Live In Dublin (Columbia, 2007) | 5 | |
Working On A Dream (Columbia, 2009) | 5 | |
The Promise (Columbia, 2010) | 7,5 | |
Wrecking Ball (Columbia, 2012) | 6 | |
High Hopes (Columbia, 2014) | 5 |
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