Joni Mitchell: “Archives - Volume 2. The Reprise Years (1968-1971)” (5cd Rhino Entertainment Company/Warner Music Group Company, 2021)
Lo scorso 12 novembre è stato pubblicato il secondo volume della serie “Archives”, operazione volta a testimoniare l’evoluzione artistica di Joni Mitchell attraverso la divulgazione di incisioni, per lo più inedite, effettuate in casa, in studio e dal vivo.
A differenza del primo, meraviglioso box set uscito lo scorso anno e focalizzato sugli anni formativi dell’artista canadese, il secondo celebra il quadriennio 1968-1971. “Archives - Volume 2. The Reprise Years (1968-1971)” presenta cinque cd contenenti circa sei ore di registrazioni mai pubblicate in precedenza, molte delle quali funsero da canovaccio per la realizzazione di album importanti come “Song To A Seagull” (1968), debutto solista di Joni, “Clouds” (1969), “Ladies Of The Canyon” (1970) e l’intramontabile “Blue” (1971).Come nell’edizione precedente, anche in questo cofanetto è presente un libro di 36 pagine contenente foto inedite, riproduzioni di biglietti di concerti, setlist, manoscritti, un dettagliatissimo indice dei contenuti e, soprattutto, una lunga e preziosa intervista a Mitchell condotta dal Premio Oscar Cameron Crowe, regista, sceneggiatore, produttore, critico musicale ed ex-collaboratore di riviste quali Creem e Rolling Stone.
Joni racconta di come “Will You Love Me Tomorrow” delle Shirelles contribuì a foggiare la sua idea di amore romantico, del suo primo soggiorno a Manhattan e il ricordo delle gigantesche insalate consumate al Max’s Kansas City, della delusione provocata dai numerosi rifiuti da parte delle produzioni cinematografiche di utilizzare sue canzoni (“Midnight Cowboy”, di cui è presente il demo in questo cofanetto, composta per l’omonima pellicola di John Schlesinger; “Sweet Bird Of Youth”, canzone sulla complessità delle relazioni, offerta a Warren Beatty per “Shampoo”, da lui rigettata con la motivazione che fosse “una buona canzone per il film sbagliato” e che, con tutta probabilità, sarà contenuta nel terzo volume della serie), dei demo incisi nell’appartamento di Chelsea che condivideva con Jane Lurie, amica e road manager, del fondamentale incontro con Elliott Roberts, manager recentemente scomparso di Crosby, Stills, Nash & Young e della stessa Mitchell. Fu Roberts ad affermare di aver sempre pensato che CSN&Y avrebbero avuto un grande successo, ma che solo Joni avrebbe potuto guidare un movimento.
L’intervista-racconto prosegue con la descrizione del rapporto con David Crosby, con cui Mitchell ebbe una relazione. Crosby credeva profondamente nel talento di Joni, tanto da riuscire a farla scritturare dalla Reprise Records e a consegnarle le chiavi d’accesso allo star system. Fu in quell’epoca che si trasferì a Los Angeles, insediandosi a Laurel Canyon e divenendo punto di riferimento di un’intera generazione di artisti. Il 19 marzo del ’69, al Capitol Theatre di Ottawa, Jimi Hendrix terminò uno dei suoi show incendiari assieme agli Experience e si precipitò al Club Le Hibou, situato dall’altra parte della città, per assistere alla performance di Mitchell. “Il mio nome è Jimi Hendrix, sono stato scritturato anch’io dalla tua stessa etichetta. Mi piacerebbe registrare il tuo spettacolo: ti spiacerebbe?”. Joni acconsentì, l’evento fu documentato integralmente, ma il giorno seguente i nastri vennero trafugati dall’auto del chitarrista di Seattle. Riaffiorarono fortunatamente, e in circostanze misteriose, durante la lavorazione di questo cofanetto. Il concerto è contenuto in tutto il suo splendore nel secondo cd. Pare che la traccia preferita di Hendrix fosse “The Dawntreader”, perché il testo accenna a una colonia di sirene. Mitchell racconta di quanto Jimi fosse una persona dolce e sensibile, sofferente del fatto che il pubblico si aspettasse da lui allusioni sessuali durante le esibizioni dal vivo ma che, in realtà, “voleva essere come Miles (Davis)”.
Il 1 febbraio 1969, qualche mese prima della pubblicazione del secondo album in studio “Clouds”, Joni debuttò alla Carnegie Hall di New York. Il terzo e quarto cd propongono la performance completa. Pare che in platea, quella sera, ci fosse anche Bob Dylan. Alla domanda se fosse emozionata al pensiero di esibirsi al cospetto dell’influente cantautore e di una cospicua rappresentanza del music business, Mitchell risponde saggiamente: “Si è sempre sottoposti al giudizio di qualcuno”.
Joni fu coinvolta nella line-up del festival di Woodstock. Scelse tuttavia di non partecipare perché, a distanza di poche ore, avrebbe dovuto esibirsi sul prestigioso palco del Dick Cavett Show e preferì evitare il rischio di rimanere bloccata nel traffico durante lo spostamento da Bethel (location del festival) a Manhattan. Nella suite del Carlyle Hotel di New York City ebbe l’ispirazione per comporre l’iconica “Woodstock”, seguendo in diretta televisiva il reportage di quanto stesse accadendo a meno di un centinaio di chilometri di distanza. Nel quarto cd fanno capolino sia le registrazioni della sua performance al Dick Cavett Show che il primo demo di “Woodstock”.
Il quarto cd si conclude con un demo e una breve esibizione dal vivo che preludono al vero tesoro di questa edizione, che si manifesta nel quinto cd: le sessioni e i momenti, sia in studio che dal vivo al Paris Theater di Londra per la Bbc che prepararono il terreno per l’uscita di “Blue”, autentica pietra miliare della musica popolare del secondo Novecento. Per inciso, nove delle ventitré tracce al Paris Theatre furono eseguite assieme a James Taylor, che la raggiunse sul palco durante la seconda metà del concerto.
Joni ha trascorso il periodo di reclusione indotto dalla pandemia curando nel dettaglio l’operazione “Archives” e, attraverso musica e parole, svela aspetti di sé e del suo percorso artistico che meritano di essere ascoltati e letti. “Truth and beauty. That’s what I hope to deliver” è la sua chiosa all’intervista contenuta nel libro.
In vendita su Amazon al prezzo di €57,79, “Archives - Volume 2. The Reprise Years (1968-1971)” è un acquisto suggerito a chiunque desideri approfondire il processo creativo che ha dato vita al prezioso opus di un’artista unica e inimitabile, che ha coniato un linguaggio musicale nuovo e integro, senza mai scendere a compromessi.