Una volta Bob Dylan ha scritto un biglietto d'auguri. A modo suo, ovviamente: una poesia intitolata "Advice For Geraldine On Her Miscellaneous Birthday". "La gente ha paura di quelli che non stanno al passo", ammoniva. "Potrebbe persino passargli per la testa che sono loro stessi ad avere il passo sbagliato". Il 24 maggio Bob Dylan compie 70 anni e una cosa è certa: nella sua lunga strada non è mai stato al passo con nessuno. Abbiamo chiesto a quindici artisti che si sono misurati nel corso della loro carriera con l'interpretazione di brani dylaniani di scrivere in esclusiva per OndaRock il loro personale biglietto di auguri a Mr. Zimmerman. Quello che vi presentiamo è al tempo stesso un omaggio a Dylan e una guida all'ascolto di alcune delle cover che rappresentano meglio l'instancabile vitalità delle sue canzoni.
Howe Gelb
Che possa sempre girovagare
camminare per la terra incessantemente
essere proprio così arrabbiato
essere proprio così gioioso
concederci un altro anno
ogni anno
perché le sue canzoni ci facciano schierare
e tornare al ristorante "Poco Cosa" qui a Tucson...
"Por mas frijoles y arroz, por favor".
Giant Sand - Every Grain Of Sand
da "Swerve" (Restless, 1992)
Stan Ridgway
Dylan ha cambiato il modo in cui tutti pensano alle canzoni e alla scrittura con una voce "autentica". A volte è la voce dentro ciascuno di noi. Sta ancora cambiando la natura della canzone con ogni brano che scrive. Ambiguo, poetico, astratto, preciso e associativo. Uno studioso della canzone e il suo campione a mani basse, che indica la strada al resto di noi. Buon compleanno Bob Dylan!
da "Neon Mirage" (A440, 2010)
Micah P. Hinson
È un uomo che di certo ha saputo che cosa non dire.
Micah P. Hinson - The Times They Are A-Changin'
da "All Dressed Up And Smelling Of Strangers" (Full Time Hobby, 2009)
Marissa Nadler
Di certo non sono né la prima né l'ultima a dichiarare di avere imparato a suonare la chitarra e a cantare usando un libro di canzoni di Bob Dylan (che ho ancora e continuo a usare). A quattordici anni ero sgraziata e allampanata, una vera "Wallflower". Me ne stavo nella mia camera a cantare e imparavo goffamente a suonare canzoni come "Visions Of Johanna e "Sad Eyed Lady Of The Lowlands". Ero ossessionata dal suo uso della melodia, dal suo coraggio e dalla sua abilità di reinventarsi stilisticamente. Volevo reinventarmi fin da giovane come aveva fatto lui e la sua abilità nell'auto-mitizzazione mi ha sempre ispirato. Per me, il suo approccio camaleontico costringe l'ascoltatore a fare attenzione all'opera stessa invece che all'uomo.
L'etica del lavoro che Bob Dylan ha verso la sua scrittura mi ha profondamente ispirato a mettercela sempre tutta. Credo che lui abbia il "dono", ma penso anche che l'applicazione e gli infiniti anni di scrittura, tour e lavoro sulla sua arte siano quello che l'ha reso uno dei migliori artisti dei tempi moderni. Ho guardato ossessivamente il documentario "Don't Look Back", meravigliandomi di come battesse a macchina nel bel mezzo del caos che lo circondava. Ho capito che cos'è una canzone attraverso Bob Dylan. So che è una cosa strana da dire, ma ho imparato che Bob può fare in modo che una canzone con tre accordi suoni grande, se ha una melodia orecchiabile e un buon testo. Ho anche imparato l'arte della canzone-poesia con brani come "Desolation Row" e il suo surrealismo pittorico. È una vera leggenda vivente e una persona la cui esistenza ha davvero cambiato la mia vita. Buon compleanno Bobby!
Marissa Nadler - You're Gonna Make Me Lonesome When You Go
da "Covers" (self released, 2010)
Cowboy Junkies
Ho passato l'estate del 1976 nella remotissima città di Fort Simpson, nei Territori del Nord-Ovest, in Canada. Avevo sedici anni. Il mio lavoro era rifornire di carburante i piccoli aerei che servivano le minuscole comunità che punteggiano le rive del fiume Mackenzie, irraggiungibili via terra. Era una vera città di frontiera. Ero solo, non c'era praticamente nessuno della mia età con cui potessi parlare. Quando non lavoravo, passavo il tempo correndo sui giganteschi massi ammucchiati lungo le rive del Mighty Mackenzie o andavo a velocità spericolata lungo le strade secondarie con il pick-up della società per cui lavoravo. Mi avevano detto di controllare sempre sotto il pick-up prima di farlo partire, perché c'erano buone probabilità che ci fosse qualcuno sdraiato sotto, ubriaco. Vivevo in un capanno per le capre adattato e ho passato l'estate in silenzio: eccetto che per Dylan.
C'era un giradischi portatile nell'angolo della mia stanza e un solo album, "Desire". Alla fine dell'estate, i solchi all'inizio del primo lato erano così consumati che il braccio del giradischi saltava a metà del piatto e cominciava a suonare da qualche parte nel mezzo di "Mozambique". La linea di basso all'inizio di "One More Cup Of Coffee" mi fa ancora risuonare le viscere, le armonie di Emmylou [Harris, ndr] in "Oh Sister" mi mandano ancora in estasi; la fisarmonica di Dominique Cortese è rimasta sepolta nel mio inconscio per riemergere solo dieci anni più tardi, quando Jaro [Czerwinec, ndr] è entrato nella nostra vita. "Desire" mi imprigiona in un luogo e in un tempo precisi. "Desire" è stato la mia salvezza. Buon compleanno, Bob, e grazie per questo di tanti e tanti favolosi ricordi.
Michael Timmins
Cowboy Junkies - If You Gotta Go, Go Now
da "Rarities, B-Sides And Slow, Sad Waltzes" (Latent, 1999)
Willard Grant Conspiracy
Chiaramente conoscevo Dylan da molto tempo prima della pubblicazione nel 1975 di "Blood On The Tracks", ma l'uscita di quel disco nell'ultima metà del mio ultimo anno alle superiori ha rappresentato una rabbiosa, disillusa e malinconica colonna sonora per un periodo che combaciava perfettamente con quei sentimenti. Doveva esserci qualcosa nell'aria, quell'anno, perché qualche mese dopo è uscito anche "Tonight's The Night" di Neil Young, anche se era stato registrato qualche anno prima.
Tutti quanti abbiamo dei dischi preferiti che sono importanti per noi in un modo che non riusciamo sempre a comprendere fino in fondo. Entrano nel nostro mondo in qualche maniera infallibile e perfetta proprio nel momento in cui siamo più recettivi per ascoltarli. Il soggetto, il tempo, il luogo e il suono cospirano tutti ad aprire una perfetta finestra su un mondo che riflette le nostre stesse percezioni e al tempo stesso ci illumina. L'arte ci parla attraverso l'universale e ci aiuta a vedere il particolare, puntando i riflettori sulla nostra consapevolezza o mancanza di consapevolezza. I grandi artisti si trovano connessi all'ispirazione in vari momenti delle loro vite e, se sono disciplinati, riescono a catturare quell'ispirazione in opere che, se siamo fortunati, entrano nella coscienza collettiva. Se siamo aperti e consapevoli, possiamo essere benedetti e modellati da queste consacrazioni di ispirazione. Ci sono davvero pochi artisti nella storia del mondo moderno che hanno avuto e che continuano ad avere questo effetto su di noi. Bob Dylan deve essere in cima a qualsiasi lista.
Robert Fisher
Willard Grant Conspiracy - Ballad Of A Thin Man
da "Let It Roll" (Glitterhouse / Venus, 2006)
Tom Brosseau
I settant'anni di Dylan non sono una cosa da poco. Ma forse la sua impresa più straordinaria è essere sopravvissuto a sé stesso. Le sue canzoni degli anni Sessanta sono sopravvissute alle sue uscite degli anni Ottanta. Come Bowie e Jagger, Dylan è sopravvissuto alla sua stessa leggenda ed è invecchiato come un sano essere umano. I suoi versi mantengono il loro significato: "I was so much older then, I'm younger than that now".
Dylan per me è rimasto una vaga icona in bianco e nero fino a "Jokerman"; non l'icona in bianco e nero delle fotografie della sua chioma, del suo fisico esile con i jeans attillati, dei suoi occhiali da sole scuri. Dylan è una collezione di ricordi dei ricordi di altre persone.
E poi la sua voce, uno scherzo di cui si fa la parodia dappertutto in Tv, imitata da finti e genuini appassionati di folk. Impossibile rendergli omaggio senza che suoni un po' come una presa in giro. È uno di quelli. Come Howard Kosell [noto telecronista sportivo americano, ndr]. O Bing Crosby. O Frank Sinatra.
Tom Brosseau (con Kathy MacPherson)
Les Shelleys (Tom Brosseau & Angela Correa) - Billy
da "Les Shelleys" (FatCat, 2010)
William Fitzsimmons
Bob Dylan è al tempo stesso un artista che ti ispira a voler creare qualcosa e che con il suo superbo talento ti ricorda costantemente che non ti avvicinerai mai a lui. Non c'è nessuno come lui.
William Fitzsimmons - Farewell Angelina
da VV. AA. - "Subterranean Homesick Blues: A Tribute To Bob Dylan's
Bringing It All Back Home" (Reimagine, 2010)
Vandaveer
Caro Zio Bob,
possiamo chiamarla Zio Bob? Suoni quelle campane, signore. Quali campane? Le campane del suo settantesimo compleanno. Faranno piuttosto rumore. Rosie [Guerin, ndr] dice ciao. Buon compleanno, amico.
Baci e abbracci.
da VV. AA. - "Dylan Mania" (Naive, 2009)
Dog Is Blue
Quand'ero alle superiori, ho pagato troppo per dei posti orribili a un concerto degli U2. A mia insaputa, quella sera era anche il sessantesimo compleanno di Bob Dylan. A un certo punto, tra una canzone e l'altra, Bono ha gridato "Buon compleanno, Bob Dylan!" e il pubblico è impazzito. Un'ovazione di 15.000 persone per il compleanno di qualcuno che non avevano mai incontrato e che non era nemmeno lì ad ascoltarli. Quando si dice l'eredità.
Paul Watson
Dog Is Blue - Don't Think Twice It's All Right
(unreleased, 2005)
Steve Adey
Beh, mi ricordo la prima volta che ho ascoltato Bob Dylan - non ho mai amato la sua voce... ma non ne ho mai conosciuta nessuna migliore. Ho sviscerato tutto degli album di Dylan. Direi che il mio periodo preferito è quello dal 1968 al 1975, pur apprezzando anche molte delle uscite successive e alcune delle ristampe - specialmente "The Bootleg Series, Vol. 1-3" (come si vede nella foto).
La musica di Bob Dylan è stata una costante per gran parte della mia vita.
A dire la verità, ho registrato il mio personale album (inedito) di cover di Dylan. Non lo ascolto da un po' - dovrei proprio far aggiustare quel registratore DAT.
Steve Adey - Shelter From The Storm
da "All Things Real" (Grand Harmonium, 2006)
Songdog
Bob Dylan è l'icona rock'n'roll definitiva e nel corso degli anni per me ha significato più di ogni altro musicista. Il primo brano di Dylan che ho ascoltato era "Subterranean Homesick Blues" e sono rimasto trafitto, ho trattenuto il respiro per tutti i due minuti e mezzo che è durata. Non avevo mai ascoltato niente del genere, quella straordinaria voce che sputava rime su quel ritmo traballante come un treno in corsa...!
Con i testi che ha scritto alla metà degli anni Sessanta ha trasformato la musica popular da intrattenimento leggero ad Arte, e persino i Beatles hanno dovuto adeguarsi... Non c'è mai stato un artista più coraggioso di Dylan: quando la sua musica ha scartato verso il country alla fine degli anni 60 è andato contro la psichedelia che imperava all'epoca in un modo tale da sembrare una follia o una rivoluzione, ma basta guardare quanto si è rivelata influente quella svolta...! "Blood On The Tracks" è stato uno dei più grandi dischi degli anni 70 e "Time Out Of Mind" ha svettato su gran parte della musica realizzata negli anni 90. Quello che ha fatto da allora è stato splendido, sincero e degno di rispetto... È un genio, solo un idiota potrebbe negarlo...
Buon compleanno, Mr. Zimmerman, che tu possa rimanere per sempre giovane.
Lyndon Morgans
da VV. AA. - "Highway 61 Revisited Revisited" (Uncut, 2006)
These United States
Hey Bob, sono Jesse. Stavo camminando dalle parti di Hennepin l'altra sera e sono passato da questo posto di cui avevo sentito parlare un bel po', ma che non avevo mai visto con i miei occhi. "Nye's Polonaise" - lo conosci? Un angolo davvero strano, davanti una sala con pianoforte che sembra uscita direttamente dalla Las Vegas degli anni Venti, dietro un tuffo nel rock polveroso, gestito da grandi e grossi gentiluomini polacchi baffuti, in smoking - penso che siano nati lì dentro, davvero. John Waters stava sospirando insieme al fantasma di Bing Crosby da qualche parte nella stanza di lato, su uno di quei grandi divani rossi luccicanti in vinile, ne sono certo! C'erano delle leggende locali, The World's Most Dangerous Polka Band, che suonavano lì ogni venerdì e sabato sera negli ultimi 35 anni. Trentacinque anni di fila. Irreale. Non li avevo mai visti. Ruth era morta da poco - Ruth era il cuore e la voce del gruppo - appena una settimana prima che andassi lì. Aveva quasi 80 anni, esplosiva fino alla fine, mi hanno detto. Quasi tutto passa o cambia, credo. Giusto un attimo prima che tu riesca a renderti conto, qualche volta, di quanto fosse bello. Ma lei è ancora lì, sai? Koskinen e Frankie Lee hanno fatto una delle sue canzoni in suo onore, con Noah, Paul e Molly tutti stretti accanto a loro su quel piccolo palco nell'angolo, illuminato con le luci di Natale. Ci stavano appena. Era perfetto.
Mi ha fatto pensare a te. Adoreresti quei tizi, come ombre gettate da un lampione - veri angeli della città, tutti quanti, proprio qui sul Mississippi, Bob. È bello sentire ancora la tua voce in giro così. Vorrei che avessimo potuto conoscere Ruth. Dobbiamo amare tutte le Ruth che troviamo in giro, amico, cazzo. In ogni modo, volevo solo dirti hey. Ti cercherò la prossima volta che ripassiamo tutti e due da Minneapolis - dovremmo prenderci un giorno, guidare fino a Duluth, suonare qualche canzone con Dave e tutti i ragazzi. Qui non è cambiato niente, amico. Splendide foreste e minerali. Versati da bere per Ruth, se ti viene in mente. Oh, sì - e anche buon compleanno, amico! Mi ero quasi dimenticato la ragione per cui avevo chiamato. Ah. Ci sentiamo presto, Bob.
Jesse Elliott
These United States - To Ramona
da VV. AA. - "Dylan Mania" (Naive, 2009)
Denison Witmer
Buon settantesimo Bob Dylan! Ho sempre apprezzato la tua coerenza e dedizione alla musica come carriera di tutta una vita. Grazie per non aver mai chiesto scusa per il tuo viaggio creativo e grazie per avere sempre fatto la musica che volevi fare. Non vedo l'ora di ascoltare quello che farai la prossima volta. Non smettere di fare sempre meglio!
Denison Witmer - I'll Keep It With Mine
da VV. AA. - "Subterranean Homesick Blues: A Tribute To Bob Dylan's
Bringing It All Back Home" (Reimagine, 2010)
The Handsome Family
Un bouquet di garofani montani per Bob per il suo compleanno.
Rennie Sparks
The Handsome Family - Just Like Tom Thumb's Blues
da "Scattered" (self released, 2010)
Vic Chesnutt (in memoriam)
Vorremmo che potesse esserci anche lui: non aveva mai fatto mistero del suo amore per le canzoni di Dylan. E ce ne ha lasciate alcune interpretazioni indimenticabili. Ascoltare ancora una volta la sua voce tormentata è il modo migliore per ricordarlo. Vic Chesnutt - Buckets Of Rain
da VV. AA. - "Crossing Jordan. Music from the NBC television series" (Sony,
2001)
Il nostro augurio a Bob Dylan per il suo settantesimo compleanno vogliamo rivolgerlo proprio con i versi mormorati da Vic Chesnutt nella sua versione di "Buckets Of Rain":
"All you can do is do what you must
You do what you must do and you do it well"
Buon compleanno, Bob!
Giant Sand - Blurry Blue Mountain (Fire Records, 2010)
Howe Gelb & A Band Of Gypsies - Alegrias (Fire Records, 2011)
Stan Ridgway - Neon Mirage (A440, 2010)
Micah P. Hinson - And The Pioneer Saboteurs (Full Time Hobby, 2010)
Marissa Nadler - Little Hells (Kemado, 2009)
Cowboy Junkies - Demons (Latent / Zoe, 2011)
Willard Grant Conspiracy - Paper Covers Stone (Glitterhouse, 2009)
Tom Brosseau - Posthumous Success (Fatcat / Audioglobe, 2009)
William Fitzsimmons - Gold In The Shadow (Nettwerk, 2011)
Vandaveer - Dig Down Deep (Alter K / Supply & Demand, 2011)
Dog Is Blue - Tortoise (2011)
Steve Adey - All Things Real (Grand Harmonium, 2006)
Songdog - A Life Eroding (One Little Indian, 2010)
These United States - What Lasts (United Interests, 2010)
Denison Witmer - The Ones Who Wait (Mono Vs Stereo, 2011)
The Handsome Family - Honey Moon (Carrot Top, 2009)
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