Per cercare di dare risposte alle frequenti domande e curiosità di chi non si spiega certe nostre scelte editoriali, vi forniamo un piccolo vademecum di “istruzioni per l’uso” della nostra webzine in 10 punti.
1. NOME DEL SITO
OndaRock fa riferimento alla nostra predilezione per il rock - e al tempo stesso per la new wave, tra i nostri generi preferiti - ma non indica una propensione esclusiva per un genere, visto che, fin dalla nascita, il nostro sito dà spazio a ogni altro stile musicale: pop (anche mainstream), cantautorato, folk, elettronica, r’n’b, hip-hop, jazz, avanguardia etc. etc. Quindi esistono tanti “onda” per ognuno di questi generi. Crediamo tra l’altro che sia la massima forma di rispetto per il genere d’elezione, quel rock che è sempre stato sinonimo di apertura e di superamento degli steccati: basti pensare a tutti i generi avvicinati e incrociati da David Bowie (da Frank Sinatra al metal, praticamente).
2. VOTI
Si tratta di valutazioni puramente indicative, da non prendere per oro colato e, seppur ispirate a una scala condivisa, rispecchiano i diversi approcci dei recensori: ci sono quelli più severi, quelli più cauti, quelli più di manica larga etc.. Quindi, sì, può succedere che il disco di un autore considerato “meno importante” possa ottenere un voto più alto del tal altro lavoro di un mostro sacro, e per due ragioni: magari si tratta di due recensori dagli approcci divergenti in termini di valutazioni; magari l’autore più importante non ha convinto il recensore solo in quella specifica prova (il che non vuol dire che per noi non valga di più in termini assoluti). In ogni caso è fuorviante comparare due voti su due dischi di generi disparati, se espressi da recensori diversi, anche ad esempio quando un voto è espresso dall’autore della monografia e l’altro da un altro recensore che si è occupato di quell’artista prima o dopo la stesura della stessa. Non esiste, infine, un “voto di OndaRock”: spesso ci sono in redazione opinioni divergenti su uno stesso disco, e la sintesi più efficace della pluralità redazionale è offerta dalle molte valutazioni presenti nel tabellone delle recensioni.
3. SCELTA DELLE RECENSIONI
Non esiste un’autorità superiore che stabilisce cosa sia degno e non degno di recensione. Il sito si basa sull’apporto volontario di redattori e collaboratori che, nel cercare di dare spazio alle principali novità discografiche nei vari generi, non possono non lasciarsi condizionare anche dai loro gusti e approcci personali. Quindi può succedere che un disco oggettivamente meno importante sia recensito (perché magari il tal redattore è un esperto/appassionato di quell’artista), mentre altri titoli più rilevanti restino scoperti: in questo è sicuramente utile il vostro contributo di indicazioni e segnalazioni per colmare le lacune. Ma non c’è una scelta gerarchica alla base e soprattutto nessuno “impone” di non recensire qualcosa.
4. SCELTA DELLE MONOGRAFIE
Anche qui, non c’è un diktat gerarchico dall’alto che stabilisce un crono-programma di monografie da realizzare in base all’importanza. Tutto si basa su un meccanismo volontario che può far sì che un determinato redattore possa aver voglia di scrivere una monografia di Diana Est in quel momento (magari anche solo perché ispirato da qualcosa che ha letto o da un evento particolare) e non di imbarcarsi in una retrospettiva titanica su Ennio Morricone, anche solo perché quest’ultima richiederebbe una mole infinita di lavoro in più che in quel momento non si può sobbarcare. Quindi, l’obiezione “avete la monografia di Diana Est e non di Morricone” è comprensibile, ma manca il punto: nessuno ha mai pensato che la prima sia “più importante” del secondo (anche perché altrimenti dovremmo sottoporci tutti a un Tso).
5. SCELTA DELLE PIETRE MILIARI
Anche in questo caso, non esiste un crono-programma dettato dall’alto che impone di scrivere pietre miliari su alcuni artisti e non su altri. Il calendario, costantemente “in progress”, viene aggiornato sulla base delle proposte dei vari redattori e collaboratori. Può quindi succedere che un disco di nicchia meno celebre e celebrato di altri sia già nelle pietre miliari, mentre quegli altri ci arriveranno nel tempo. Non ci poniamo limiti, perché intendiamo le nostre pietre miliari non come “i 100 dischi indispensabili del rock”, ma come le infinite tessere che compongono il mosaico musicale di ogni genere negli ultimi 100 anni e in ogni parte del mondo (avrete notato la nostra attenzione anche per le realtà nazionali e non anglofone). Se questo è l’obiettivo, non ha senso darsi delle rigide limitazioni numeriche. Tra l’altro, di recente, abbiamo affiancato alle pietre miliari anche la sezione “Visioni a 33 giri” dove approfondiamo altri album, non meno interessanti e preziosi, ampliando in questo modo la nostra offerta informativa sui dischi del passato.
6. CLASSIFICHE
Le nostre classifiche non sono frutto di una visione monolitica del sito. Ciascun partecipante stila una lista di titoli legati al tema, rappresentativa della sua prospettiva. Ai primi 20 dischi menzionati viene associato un punteggio: 20 punti al primo dell'ordine, 19 al successivo, e così via. Se un disco è menzionato da più partecipanti, i punti ricevuti da ciascuno vengono sommati. Ordinando i titoli a partire da quello con più punti, si ottiene la classifica finale. Quelle che leggete sono dunque rappresentazioni delle convergenze e delle pluralità di vedute fra chi collabora a OndaRock. Non è un elenco costruito a tavolino, non ci sono correzioni e manuali Cencelli. L'unico elemento concordato è dato dalle regole qui sopra. È un gioco, e ci auguriamo che l'esito vi incuriosisca quanto lo fa con noi. Per chi ha voglia di scavare oltre, poi, le classifiche personali dei singoli redattori possono essere miniere di scoperte.
7. NEWS
Le notizie di attualità hanno guadagnato sempre più spazio, diventando ormai uno dei settori nevralgici del sito. Detto che, come in ogni altro settore, siamo assolutamente aperti ai vostri suggerimenti, i temi prescelti sono in generale legati alle attività artistiche dei personaggi di cui ci occupiamo sul sito. Quindi, anche in questo caso, artisti di ogni genere, dal rock più sperimentale al pop da classifica. E non è detto affatto che le notizie di maggior successo siano quelle dedicate a questi ultimi, come dimostrano i dati delle nostre visite (i CCCP tirano molto più di Mahmood, per intenderci).
8. INTERESSI COMMERCIALI
Permetteteci di sorridere per questa obiezione ricorrente secondo la quale la scelta di recensire Taylor Swift o i Maneskin sarebbe frutto di inconfessabili interessi commerciali del tipo “tengo famiglia”. Detto che non sono questi gli artisti che fruttano più clic al sito (forse per una questione di target, Google ci penalizza proprio su nomi molto mainstream rispetto ad altre testate), appare davvero surreale l’idea che artisti così famosi abbiano bisogno di finanziare un sito come OndaRock per promuovere la loro attività. Prova ne sia che non esistono, come invece può capitare per la carta stampata, campagne pubblicitarie retribuite a favore di questi artisti. Si tratta, ancora una volta, sempre e soltanto di scelte volontarie di una redazione in cui esistono anche appassionati di quegli artisti e di quei generi. Ed è una fortuna per noi, visto che le loro competenze ci permettono di allargare il campo dell’offerta informativa musicale, rendendola più completa. Non ci interessa affatto censurare o ignorare il tale artista mainstream, ci interessa solo che sia recensito in modo accurato e analitico, secondo gli standard che ci siamo dati sul nostro sito che è sempre stato, e rimane tuttora, rigorosamente indipendente.
9. OBIETTIVI EDITORIALI
L’idea di OndaRock è sempre stata quella di abbinare la promozione di artisti alternativi e ingiustamente tagliati fuori dai radar dell’informazione generalista alla trattazione dei big della musica mainstream. Quando nel 2013 ricevemmo il premio Mei come miglior sito musicale, tra le motivazioni veniva indicata proprio “la trattazione accurata non solo dei generi underground ma anche di quelli mainstream”. Se prima riuscivamo in modo meno efficace a coprire questo secondo settore non era certo per una scelta snobistica, ma perché mancavano redattori bravi e competenti in questi ambiti: ora ce li abbiamo e ce li teniamo stretti. Può capire che gli algoritmi dei social network favoriscano i contenuti con molte interazioni e questo, che ci piaccia o no, succede quasi solo con post su artisti mainstream. Se sulla vostra bacheca incontrate soprattutto articoli di Ondarock legati al mainstream musicale, insomma, non è perché la redazione intenda sbilanciare il sito verso questo filone. Come lettori, avete la possibilità di invertire concretamente la rotta interagendo maggiormente su altri tipi di contenuti, e il nostro auspicio è che questo accada.
10. CRITICHE
Ondarock cresce e si migliora attraverso le osservazioni dei lettori e l'intenso dibattito all'interno della redazione. L'apertura alle critiche costruttive e ai contrubuti altrui è ciò che ha consentito in vent'anni di passare da pagina personale a webzine di riferimento per l'informazione musicale. Vi invitiamo, dunque, a segnalarci tutte le inesattezze e imprecisioni presenti sul nostro sito, e a farci presenti possibili miglioramenti sia nei contenuti specifici che nell'impostazione generale della testata. Chiaramente, hanno molta più possibilità di successo osservazioni che si basino sulla lettura effettiva degli articoli e sull’ascolto degli artisti, rispetto alle accuse preconcette che si fermano ai nomi degli artisti trattati (magari perché ricchi e famosi) e alla presunta "inadeguatezza a Ondarock" della loro musica.