L'estate in musica. Un classico, da declinare in tante diverse sfumature emotive.
Non è solo la stagione solare del surf californiano e del sunshine pop, delle passeggiate sul bagnasciuga e della saudade. Sotto il solleone si annidano straniamenti psichedelici, cerimoniali misticheggianti, danze da bordo piscina, ma anche nostalgie e malinconie diffuse. Un tema che ha appassionato musicisti di generi disparati in ogni epoca. Ecco allora, per auguravi un buon Ferragosto, questa nostra playlist-monstre di cinquanta canzoni che contengono nel titolo il termine "summer".
C'è l'estate infinita dei sogni sixties, idealmente incarnata dalla California dorata di Beach Boys, The Doors e Love, oltre che dal vento caldo di Frank Sinatra ("Summer Wind") e della figlia Nancy, che in compagnia di Lee Hazlewood apre la raccolta con la struggente "Summer Wine". Sempre negli anni Sessanta, c'era anche chi rivisitava in chiave acid-blues un classico come "Summertime" di George Gershwin (Janis Joplin), oppure chi evocava magicamente il concetto di saudade a passo di samba, come il duo brasileiro Astrud Gilberto-Walter Wanderley, nella loro "So Nice (Summer Samba)".
Ma c'è anche l'estate raccontata a modo loro dai grandi gruppi del rock britannico: da quelli storici che hanno dominato gli anni 60 e 70 (The Who, Rolling Stones, Pink Floyd, Electric Light Orchestra) a quelli del decennio successivo, all'insegna della new wave, del synth-pop e del new cool (Simple Minds, The Stranglers, U2, Alarm, Eurythmics, Alphaville, Durutti Column, Xtc, The Cure, Style Council), tutti ugualmente irretiti dalle suggestioni di una stagione al tempo stesso solare e malinconica, che sia quella dipinta a oscure tinte elettroniche di "Someone Somewere In Summertime" o quella da rock anthem di "Rain In The Summertime", che sia quella tedesca ("Summer In Berlin") o inglese ("English Summer").
Una stagione che ha stregato anche cantautori outsider come Tim Hardin ed Elvis Costello, vibranti rocker d'oltreoceano - dai Blue Oyster Cult di "This Ain't The Summer Of Love" al Bryan Adams dell'inno sempiterno "The Summer Of '69" - oltre che magnetiche chanteuse di ogni epoca, da Kate Bush ad Aimee Mann passando per la Lana Del Rey di "Summertime Sadness".
Non manca una corposa componente black, che spazia dal funk di Sly & The Family Stone ("Hot Fun In The Summertime"), Isaac Hayes ("Summer In The City") e Kool & The Gang ("Summer Madness") alle suggestioni disco-music degli Chic di "A Warm Summer Night" e al soul immortale di Stevie Wonder ("Summer Soft"), fino ad approdare alla corte di Prince alle prese - tanto per cambiare - col "Sex In The Summer".
Ma l'estate è anche stagione degli inni pop spensierati, come quelli degli Abba di "Summer Night City", dell'inossidabile coppia John Travolta & Olivia Newton di "Grease" ("Summer Nights") e delle irresistibili Bananarama del tormentone (estivo, of course) "Cruel Summer", che ha ipnotizzato la generazione 80's.
Sembrava un altro tormentone e basta, e invece ha assunto risvolti imprevedibili l'acuto dell'ex-Eagles Don Henley, "The Boys Of Summer", che curiosamente sarebbe diventato uno dei massimi ispiratori dell'hypnagogic pop di 20 anni dopo. Termine coniato da un critico di The Wire, David Keenan, per indicare un immaginario anni 80 sfibrato e appannato. “Una musica che dà testimonianza di memorie, di ricordi di estati adolescenziali tra falò serali, tramonti infuocati e puntate di Miami Vice alla televisione", come scrivono Antonio Ciarletta e Giuliano Delli Paoli nello speciale pubblicato su questa webzine.
Immancabile, naturalmente, anche il filone alternative pop-rock: una nutrita pattuglia di cantori della stagione estiva che comprende gli esordienti Pavement di "Summer Babe (Winter Version)", gli ispiratissimi Belle And Sebastian di "The Boy With The Arab Strap" ("A Summer Wasting") e gli strepitosi Fiery Furnaces dell'Ep omonimo ("Here Comes The Summer"), ma anche band come Blonde Redhead, Death Cab For Cutie, Yo La Tengo e Flaming Lips, nonché i tardi Rem e Big Star. E se la Colleen di "Summer Water" spazia tra folk ed elettronica, propendono decisamente verso quest'ultima due guru che tratteggiano paesaggi estivi sintetici con il loro magico tocco, come Christian Fennesz ("Endless Summer") e John Foxx, ormai da tempo fuori dagli Ultravox e affiancato da The Maths in "Summerland".
Tutti brani con il termine "summer" all'interno dei loro titoli, tranne uno, in cui compare l'italiana "Estate". Ma è un'eccezione doverosa, trattandosi della storica canzone di Bruno Martino, una delle riflessioni definitive sulla stagione più amata/odiata.
Non resta che invitarvi all'ascolto e ringraziare il nostro redattore Marco Bercella, ispiratore morale di questa playlist con la sua titanica selezione della compilation "Hundred Ways To Say Summer".