Episodio 5 - Windmill Lane Studios, Dublino seconda parte
"The Joshua Tree" in genere è considerato un album molto americano per l’immaginario, i temi trattati e le sonorità. In realtà il capolavoro degli U2 del 1987 parla di Dublino molto più di quanto possiamo pensare: a partire da alcuni luoghi della città cari alla band, scopriremo la storia del popolo irlandese, vessato e ridotto alla fame dai dominatori inglesi e per questo in cerca di una vita migliore in America.
Il nostro viaggio comincia nei Docklands, la zona portuale che ha fatto la fortuna ma anche la decadenza della città; andremo poi a visitare il vecchio carcere di Dublino, Kilmainham Gaol, dove per oltre un secolo hanno scontato la loro pena prigionieri ordinari e politici, spesso in condizioni disumane. Se non fosse un luogo di sofferenza, potremmo dire che è un edificio molto suggestivo, dove sono stati girati famosi film e video musicali. Tra questi, il video degli U2 "A Celebration" e uno splendido live dei Fontaines Dc: "Live At Kilmainham Gaol".
Infine, facciamo una tappa alle Seven Towers, i mostruosi grattacieli della periferia di Dublino: qui gli U2 hanno ambientato la storia di una coppia di tossicodipendenti che vivono schiavi dell’eroina. Un racconto prezioso perché, come tutto l’album, si svolge senza gridare e senza voler giudicare.
La rubrica
"Rock & the City" è una serie di podcast che vanno alla scoperta delle città d'Europa e degli studi di registrazione che, negli anni Settanta-Novanta, sono stati il cuore pulsante del rock: luoghi carichi di energia catalizzante, crocevia per musicisti ribelli, produttori geniali e discografici visionari.
L'autrice, Elena Messana, segue il filo che lega alcuni famosi album prodotti tra gli anni Settanta e Novanta agli studi di registrazione e alle città che hanno attirato e ispirato i musicisti. Si tratta di luoghi circondati da un'aura speciale. Il caso tipico è quello dei Windmill Lane Studios di Dublino che, con gli U2, diventano il simbolo della rinascita della discografia irlandese.
Questi album spesso sono nati dall'incontro di un produttore con una band o dall'incrocio tra la vicenda personale di un artista e il destino di una città.
Il podcast racconta l'era dell'analogico e del vinile, quando la musica si produceva in sale di incisione simili all'antro del mago Merlino e i suoni nascevano dall'ingegnosa inventiva di tecnici e musicisti 'alchimisti'. I dischi avevano due lati, una certa loro consistenza e un loro odore. Le copertine erano parte integrante della strategia di vendita. Le tracce si dovevano ascoltare una dopo l'altra: nessuna playlist fai da te e nessun effetto digitale. Poiché i brani sono protetti da copyright, la sfida del podcast è di ricreare le atmosfere degli album e delle città di cui si parla per mezzo di rumori, melodie popolari, riff e soundalike in grado di far assaporare all'ascoltatore quelle sonorità.
L'autrice
Elena Messana, l'autrice di questo podcast, è un'appassionata di musica e di storia sociale dei media che adora scavare nel passato degli artisti e nelle origini delle loro canzoni. Nel suo mondo non esistono confini tra la musica pop, rock e quella classica, il cinema, l'arte moderna, le copertine dei dischi, la pubblicità, la vita quotidiana, la scienza e la poesia. Ha scritto, narrato e sonorizzato il podcast pensando al fatto che i suoi viaggi finiscono sempre in uno studio di registrazione, un po' certamente anche per deformazione professionale, visto che nella vita si è occupata per venti anni di supervisione del doppiaggio.
La produzione è di Gabriele Beretta.