Due pietre miliari di OndaRock, uscite entrambe nel 1993, ai raggi X: "Ask Questions Later" dei Cop Shoot Cop e "Cure For Pain" dei Morphine. Le ascoltiamo e raccontiamo, grazie anche alle nostre recensioni, nella nuova puntata di Rock in Onda, con Claudio Fabretti sulle frequenze di Radio Città Aperta (Fm 88.9 a Roma o in streaming a questo indirizzo).
Dalle devastanti invettive industrial dei terroristi sonici newyorkesi alla "baritone experience" di Mark Sandman e compagni: un approfondimento su due classici underground dei 90's.
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Cop Shoot Cop - Ask Questions Later - parte 1
Morphine - Cure For Pain - parte 2
Cop Shot Cop - Ask Questions Later
Sotto l'influsso perverso delle correnti australiane, di profeti dell'apocalisse come Foetus e Nick Cave, il capolavoro dei Cop Shoot Cop giunge a sublimare una stagione di esperimenti noise/industrial in un sound più "musicale". Merito anche degli elaborati arrangiamenti, che includono una sezione di fiati guidata dal trombone di David Ouimet, e dei notevoli progressi in fase di produzione (che faranno però storcere il naso agli immancabili pasdaran del rock alternativo). Il canovaccio, tuttavia, non cambia: restano le percussioni spastiche, le urla, il sarcasmo, in più, semmai, ci sono le canzoni e, tutto sommato, un senso della melodia più pronunciato rispetto a illustri compagni di (dis)avventura, dai Ministry ai Nine Inch Nails. Melodie deturpate, beninteso, come quella della magnifica "Room 429", storia di eroina e perdizione, propulsa da una ritmica implacabile.
Morphine - Cure For Pain
I bostoniani Morphine sono stati una delle band più criptiche e geniali degli anni Novanta, tanto che risulta impossibile definire il loro stile usando le solite etichette coniate dai critici musicali. Infatti, i giornalisti musicali, nell’ultimo decennio del Novecento, si sono sbizzarriti nell’inventare nuovi termini per descrivere le proposte più interessanti del periodo, dallo slo-core di Codeine e Low al post-rock di Bark Psychosis e Slint, ma non sono riusciti a “inchiodare” in una parola la proposta musicale romantica e minimalista dei Morphine. Insomma, era una sfida persa in partenza quella di definire un trio rock che non annoverasse nella sua strumentazione una chitarra e il cui sound si reggesse su basso (Mark Sandman), batteria (Jarome Dupree) e sax baritono (Dana Colley). Allora, ci pensò spesso Sandman, oltre che bassista anche cantante del gruppo, con le sue definizioni: “baritone experience” parafrasava il leggendario trio di Jimi Hendrix mettendo in risalto il loro sound baritonale; “low-rock”, invece, poneva l’accento sui registri grevi e bassi su cui si attestavano i tre musicisti. Ma la definizione più geniale fu “grunge implicito”, che dava l’idea di una musica devastante, ma implosiva, chiassosa e autistica al tempo stesso.
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