Thievery Corporation

Il giro del mondo in alta fedeltà

La saga musicale dei Thievery Corporation è al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti frequenze digitali di Radio Città Aperta.
Alfieri della rinascita chill-out, maestri nel fondere dub, acid-jazz, bossa nova con spezie etniche (dall'India all'America Latina), i Thievery Corporation sono il duo di punta dell'elettronica soft: musica a bassa battuta, da sottofondo, ma anche suoni sognanti e lisergici, che schiudono vasti orizzonti.
Ripercorriamo le loro esplorazioni in downbeat attraverso 20 brani e le nostre recensioni.

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Thievery Corporation

 

Dub? Elettronica? Lounge? Chill-out? Downbeat? Sono tante le varianti utilizzabili per definire la musica dei Thievery Corporation. Un duo che forse non ha coniato nulla di nuovo, ma ha saputo amalgamare come pochi una quantità sterminata di generi, ridefinendoli, rendendoli attuali e, perché no, fruibili.
Considerate le origini dei due, mai ci si sarebbe aspettati una sterzata così netta. Rob Garza, originario di Chicago ma trasferitosi sin da giovane nell'immediata periferia di Washington, cresce musicalmente sotto l'eterea ala protettiva degli Hugo Largo di "Drum" e delle liriche colorite dei Pixies. Poi, grazie alla scuola, inizia a coltivare l'amore e la passione per il jazz e per la musica classica. L'altra metà dei Thievery Corporation è Eric Hilton. Nasce nella Washington Dc degli anni Settanta. Suona dall'età di 11 anni in un gruppo di giovani adolescenti, influenzato dagli ascolti hard-rock dei Deep Purple. Ma sono soprattutto i Ramones, i Clash, i Sex Pistols e, in generale, la frenesia punk a contagiarlo. Poi, con la scuola superiore, arriveranno le nuove passioni: l'hardcore dei concittadini Minor Threat da un lato, ma anche il vecchio jazz, la bossa nova e la new wave. Dal periodo "punk" sono ormai passati diversi anni, e i nuovi amori sono la ambient music, i gemiti della house e il soul. Gruppi come Specials e Style Council diventano i riferimenti obbligati, l'esempio tangibile di come riuscire ad amalgamare tutte queste istanze in un sound omogeneo.
In quegli anni, il Fifth Column di Washington è una vera e propria istituzione del clubbing. Ed è qui che Hilton inizia a esibirsi come deejay, fino a divenire, nel giro di pochi anni, una vera e propria colonna portante della scena musicale della capitale statunitense. Spopolano le sue feste chic, impregnate di chill-out e dub.
Il 1995 è l'anno della svolta. All'Eighteenth Street Lounge, un nuovo locale aperto da Hilton, i due futuri Thievery si incontrano e, stanchi di far girare la musica d'altri, decidono di mettersi in proprio.
Due anni dopo esce il loro debutto sulla lunga distanza: "Sounds From The Thievery Hi-Fi" (1997). E' l'inizio di una affascinante saga che traghetterà il loro suono nel nuovo millennio attraverso dischi altrettanto convincenti, da "The Mirror Conspiracy" (2000) a "The Richest Man In Babylon" (2002), da "Radio Retaliation" (2008) a "Saudade" (2014).

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Rock in Onda



Discografia

Scaletta del programma
  1. Shaolin Satellite
  2. Transcendence
  3. Assault On Babylon
  4. Lebanese Blonde
  5. Le Monde
  6. Shadow Of Ourselves
  7. Heaven's Gonna Burn Your Eyes
  8. Until The Morning
  9. All That We Perceive
  10. Richest Man In Babylon
  11. Marching The Hate Machines (Into The Sun)
  12. Amerimacka
  13. Sound The Alarm
  14. Sweet Tides
  15. Culture Of Fear
  16. Decollage
  17. Saudade
  18. Claridad
  19. True Sons Of Zion
  20. San San Rock

Base strumentale: Fragments

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