Rosanna Costantino

Linkin Park. Under My Skin. Testi commentati

Autore: Rosanna Costantino
Titolo: Linkin Park. Under My Skin. Testi commentati
Editore: Arcana
Pagine: 398
Prezzo: 22 euro

copertinalibrolp_01Funziona più come libro per i già convertiti che come testo per chi ancora non avesse subito, o quantomeno analizzato e approfondieto, il successo duraturo dei Linkin Park. Rosanna Costantino firma il suo terzo libro sulla band di maggiore successo commerciale di tutto il nu metal (più o meno...), amata da un pubblico molto vasto quanto bistrattata o squalificata da tanti metallari per le troppe concessioni a un linguaggio emotivo, intimista e fondamentalmente affine al pop-rock radiofonico.
Sia come sia, Costantino dà fondo a ogni possibile curiosità su ogni canzone della formazione americana, analizzandone temi principali e secondari, interpretando alcuni dei versi che individua come più significativi e indicandone la celebrità presso i fan, la frequenza in cui è comparsa ai concerti e qualsiasi altro trivia possa stuzzicare gli impallinati. Si analizzano anche progetti collaterali e paralleli, nonché release secondarie.

Le fonti utilizzate, riportate nelle prime pagine, sono lplive.net e linkinpedia.com, altri luoghi animati dai fan più appassionati e non esattamente riconoscibili per il loro taglio critico verso la produzione della formazione di Los Angeles.
Tutto questo, c'è da dirlo, non configura alcun tradimento del lettore: chi acquista un libro come questo non sta cercando di collocare i Linkin Park nel movimento nu metal o più genericamente nel rock degli ultimi decenni. Gli acquirenti che sono in target hanno già deciso che sono una band importantissima, le cui canzoni, come dice Costantino stessa, sono "una finestra sul cuore, una seduta psicanalitica, un riflesso dell'anima [...] nelle quali trovare un'identità condivisa" (p.9). Queste dichiarazioni, che esulano in senso stretto dai testi commentati, sono forse la maggiore debolezza del libro, perché rischiano di sembrare estemporanee manifestazioni d'amore di un'ascoltatrice assidua della band, sicuramente molto devota, che arrivano al lettore fuori da un più preciso discorso critico, una contestualizzazione, fosse anche un timido confronto. Soprattutto, sono tutt'altro che sporadiche.

Vada che "sono una band simbolo degli anni Duemila" (p. 10), sono assai più discutibili affermazioni apodittiche che li vede "pionieri del nu metal" (p. 61), autori di un "inno per gli appassionati di rock alternativo e nu metal" (p.63), di una canzone "emblema degli anni Duemila e di un'intera generazione" (p. 76) o capaci di "opere immortali e indimenticabili" (p. 70). Addirittura in "Crawling" si "compie la perfezione" (p. 69) e "Forgotten" è "una testimonianza della loro innovazione musicale e del loro impatto duraturo sulla scena musicale" (p. 82). Si scopre anche che i Linkin Park hanno una "natura sperimentale" (p. 112) e che uno dei loro album "prende vita nel modo più perfetto che possa esistere" (p. 171). Di queste lodi sperticate è pieno il volume e spesso si concentrano su Chester Bennington, che canta in "modo divino" (p. 96), ha un "talento straordinario" e "assoluta e insuperabile capacità di regalare performance particolarmente toccanti e profondamente vulnerabili" (p. 153). Ripeto, è sottinteso in un volume simile l'apprezzamento della band, ed è anche comprensibile che emerga nell'appassionata analisi compiuta dall'autrice, ma forse si calca un po' troppo la mano su questo aspetto, diluendo le informazioni in fin troppi discorsi agiografici.

Nulla da eccepire, dunque, sulla completezza ma, per il suo taglio fin troppo celebrativo, è forse da consigliare l'acquisto solo a i fan più invaghiti di Mike Shinoda e soci.

08/03/2025