Scomparso il 25 maggio 2025, il violinista e tastierista Simon House è stato uno dei musicisti più sottovalutati nella storia del rock britannico. In confronto a quanto è risultato importante e trasversale il suo operato per i circa quindici anni che vanno dalla fine dei Sessanta all'inizio degli Ottanta, oggi il suo nome è ricordato da pochi appassionati e persino rintracciare sue foto in Rete non è semplice.
Va anche detto che, a dispetto della sua creatività, House non ha mai avuto manie di protagonismo e questo suo continuo vivere all'ombra di figure più chiassose ne ha forse determinato l'invisibilità.
Quella che segue è una breve analisi delle tappe più importanti della sua carriera, con allegata una playlist che si spera possa rappresentare al meglio il suo eclettismo.
Denny Gerrard
Simon House fonda gli High Tide nel 1969, insieme Tony Hill (voce e chitarra), Pete Pavli (basso) e Roger Hadden (batteria). Oggi la band vanta un certo culto fra gli amanti della psichedelia e del prog, ma ciò che molti ignorano è che la loro prima incisione avvenne in realtà come gruppo di supporto in "Sinister Morning", album del misconosciuto cantautore Denny Gerrard, registrato nella primavera del 1969, benché uscito un anno più tardi.
Il disco contiene un interessante folk rock dalle atmosfere psichedeliche, che passa però del tutto inosservato. Gerrard deciderà di riciclarsi come manager e farà ottenere agli High Tide il loro primo contratto discografico.
Chi si vuole fare un'idea può ascoltare il brano d'apertura, "Native Sun", che è però assente dalla playlist di Spotify e rintracciabile esclusivamente su un video YouTube risalente al 2011 (che peraltro sbaglia il titolo in "Native Son" e dedica la descrizione alla carriera di un Denny Gerrard omonimo, di stanza in Canada).
A ogni modo, nell'incalzante brano in questione il contributo di House è ben in evidenza, sia con un drone d'organo elettrico protratto per quasi tutta la durata, sia con un assolo di violino nella parte centrale.
High Tide
Nel 2020 OndaRock ha dedicato una pietra miliare al secondo album degli High Tide, in cui si raccontano invero anche la nascita della band e il loro disco d'esordio. Se ne raccomanda la lettura per una conoscenza più approfondita dell'argomento.
Per la playlist sono state scelte "Nowhere", da "She Shanties" (1969), e "Blankman Cries Again", da "High Tide" (1970). I due brani mettono subito luce l'evoluzione avuta dalla band appena nel giro di un anno, che è davvero simbolica del passaggio dalla psichedelia degli anni Sessanta (pur connotata, nel caso specifico, da muscolari sonorità hard rock e atmosfere gotico-occulte) al rock progressivo dei Settanta. Il violino elettrico di House è talmente affilato da gareggiare con le chitarre distorte di Hill.
Third Ear Band
Gli High Tide non hanno successo e si sciolgono. Simon si accasa presso la Third Ear Band, registrando con "Music From Macbeth" (1972), colonna sonora del film di Roman Polanski.
Il progressive folk del gruppo, influenzato dal minimalismo classico, dalla musica indiana, dai droni e dalle tradizioni di diverse regioni d'Europa, non potrebbe essere più diverso dalla musica degli High Tide, ma il violino di House si adatta senza problemi, mostrando sia il suo volto più delicato (come nella "Inverness" scelta per la playlist), sia doti rumoristico-avanguardistiche.
In seguito al rifiuto della Harvest di pubblicare l'album successivo, "The Magus", House lascia la band. Il disco, registrato alla fine del 1972, verrà poi pubblicato nel 2004.
HawkwindDopo circa un anno e mezzo in cui non è chiaro cosa abbia fatto, House entra negli Hawkwind, gli alfieri dello space rock, e con loro il suo nome inizia a circolare ad alti livelli. Inoltre, pur continuando a suonare il violino, nella band si occupa anche delle tastiere e si costruisce presto la fama di mago dell'elettronica
House apporta un cambiamento profondo, introducendo sonorità levigate a cui la band, fino a quel momento, non si era neanche avvicinata.
Il primo album a cui partecipa è "Hall Of The Mountain Grill" (1974). Appena arrivato, fa in tempo a firmare la sola title track, romantica progressione ambient, ma la sua mano è già onnipresente, in particolare grazie all'utilizzo del Mellotron, con cui sommerge di suoni celestiali anche i brani più vicini all'hard rock, come "D-Rider" e "Paradox".
Il disco successivo è il leggendario "Warrior On The Edge Of Time" (1975). L'ingerenza di House aumenta ulteriormente: per la prima volta in un disco della band si ha la sensazione che le chitarre siano secondarie.
Eppure la potenza non diminuisce affatto, anzi l'apertura è maestosa, grazie all'accoppiata "Assault And Battery"/"The Golden Void" (che fluiscono una nell'altra come un unico brano di circa dieci minuti). La prima parte, propulsa da un ritmo torrenziale, vanta un accumulo di Mellotron, Vcs3 e organo, mentre la seconda parte smorza il ritmo e aumenta la solennità, sembra quasi un hard rock arrangiato dai Tangerine Dream.
Dopo essersi dimostrato maestro del Mellotron, con la strumentale "Spiral Galaxy 24968", firmata di proprio pugno, si mostra inoltre maestro dei sintetizzatori.
Altre perle sono "The Demented Man", ballata acustica con un muro di Mellotron, e "Magnu", space rock in cui il violino torna a serpeggiare dissonante come ai vecchi tempi.
"Astounding Sounds, Amazing Music" (1976) è un'opera interlocutoria e vede la band soggetta a un importante rimescolamento della formazione, in particolare a causa dell'abbandono di Lemmy Kilmister.
Disco sostanzialmente hard rock, con qualche schiamazzo elettronico qua e là, sembra imbavagliare la creatività di House, eccetto forse per l'orientaleggiante "Kadu Flyer", firmata a quattro mani con Nik Turner, fiatista – e occasionalmente cantante – della band.
A ogni modo, il successivo "Quark, Strangeness And Charm" (1977) si rileva un gran finale inaspettato, con un House sopra le righe.
"Spirit Of The Age" e "Damnation Alley" sono due cavalcate simil-kraut-rock, la prima dominata da string synth angelici, la seconda segnata a turno da violino effettato, organo elettrico e sibili sintetici; l'hard rock esoterico "Hassan i Sabbah" è segnato da un violino instancabile, che si divide fra ostinati e assoli vorticosi; "The Forge Of Vulcan" è uno strumentale elettronico di tre minuti, registrato da House in solitaria e capace di gareggiare per intensità coi capolavori della musica cosmica tedesca.
Nella playlist sono state inserite nove tracce dai quattro album con gli Hawkwind, che fatta eccezione per il terzo andrebbero comunque ascoltati per intero.
David Bowie
Nel 1978 House entra nella band di David Bowie e lo accompagna per l'intero tour di "Heroes". Pur suonando soltanto il violino elettrico, arricchisce non poco l'arrangiamento, creando trame che si amalgamano alla perfezione con le invenzioni chitarristiche di Adrian Belew.
A testimonianza del suo apporto, è stata selezionata la versione di "Hang On To Yourself" inclusa nel doppio album dal vivo "Stage" (1978).
In seguito partecipa alle sessioni di "Lodger", suonando il violino in "Yassassin" (il brano in cui è più in evidenza, inserito nella playlist), "Repetition", "Boys Keep Swinging" e "Red Sails", più il mandolino in "Fantastic Voyage".
Turnista per Japan, Thomas Dolby e Mike OldfieldDopo l'anno e mezzo passato con Bowie, House non farà più parte a tempo pieno di progetti d'alto profilo, preferendo dedicarsi a dischi correlati al giro degli Hawkwind (tornando peraltro nella band madre in diverse occasioni fra il 1989 e il 2007) e facendo qualche timido tentativo come solista, che tuttavia non lascia il segno.
A ogni modo, vanno segnalate almeno tre sue partecipazioni di lusso come violinista.
All'inizio degli anni Ottanta suona per i Japan nei brani "My New Career" (da "Gentlemen Take Polaroids", 1980), "Talking Drum", "Canton" (entrambi da "Tin Drum", 1981) e "Some Kind Of Fool" (1980, scartato all'epoca e ripescato nel 2000, per l'antologia di David Sylvian "Everything And Nothing"), quest'ultimo scelto per la playlist dato l'ampio spazio concesso a House: mostrando ancora una volta grande versatilità, il suo strumento si adatta alla perfezione al tono sofisticato e suadente della band.
Nel 1982 compare in "She Blinded Me With Science" di Thomas Dolby, inno del synth-pop più bizzarro e intellettuale, clamorosamente arrivato al numero 5 della classifica di Billboard, infine nel 1983 accompagna Mike Oldfield dal vivo: si possono ascoltare i suoi contributi nel "Live At Wembley Arena", pubblicato nel 2013 come materiale bonus in una riedizione dell'album "Crises" (nella playlist è stata inserita un'ottima resa di "Taurus I").
(28/5/2025)
28/05/2025
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