Autore: Stefano Cerati
Titolo: Black Mass. La storia dell'occult rock
Editore: Tsunami
Pagine: 354
Prezzo: 23,00 euro
La benemerita Tsunami e l’instancabile passione del giornalista e scrittore Stefano Cerati sono responsabili di questo voluminoso e riuscito excursus nel campo dell’"occult rock", insomma quella musica che, parafrasando quanto scrive lo stesso autore all’inizio del libro, mira a creare un’atmosfera necessaria affinché vengano eseguiti dei rituali capaci di mettere in comunicazione l’uomo con quei poteri nascosti che agiscono oltre le porte della percezione. Proprio perché interessato a forze che sono trans-umane, l’occult-rock è, quindi, “fortemente legato a una moltitudine di pseudo scienze come l’alchimia, la cabala, la necromanzia, la divinazione, la magia o l’occultismo”.
La “messa nera” che Cerati celebra lungo queste oltre trecentocinquanta pagine assomiglia più a una discesa negli anfratti più oscuri dell’animo umano che a un vero e proprio saggio musicale. Intendiamo, “Black Mass” è anche un saggio musicale, ma ha il pregio di non scadere mai nella mera ricostruzione dei fatti, trasportandoci invece in un vortice di parole che si occupano anche di questioni sociali, filosofiche o parafilosofiche, e offrendo inoltre spazio alle dottrine esoteriche di Madame Blavatsky, di Aleister Crowley, a movimenti quali la Wicca, alla Church of Satan o al Luciferian Misanthropic Order.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto più marcatamente musicale, il viaggio inizia ovviamente dalle origini (che Cerati fa coincidere con Elvis Presley), proseguendo attraverso gli onnipresenti Beatles, i Rolling Stones, i padri Black Sabbath, i Led Zeppelin, e dunque tante formazioni più o meno sommerse, più o meno misconosciute, portandoci poi per mano, tra analisi, narrazioni e diverse interviste rilasciate dai protagonisti di quel sound oscuro e malefico, lungo le traiettorie del dark-sound inglese (1968-1973), della scena europea e di quella americana degli anni Settanta e Ottanta, dei “metal years”, e su su fino agli anni Novanta, epoca (ehm…) buia dell’occult-rock, fino al “rinascimento” del nuovo millennio.
Non manca, infine, lo spazio per l’“occulto italiano”, “un capitolo a parte” che impreziosisce un testo imperdibile per tutti quelli che amano e continuano a studiare il rock, non solo “occulto”.