Simone Tosoni, Emanuela Zuccala'

Creature Simili - Il dark a Milano negli anni Ottanta

Autore: Simone Tosoni, Emanuela Zuccalà
Titolo: Creature Simili - Il dark a Milano negli anni Ottanta
Editore: AgenziaX
Pagine: 320
Prezzo: 16 euro

Simone Tosoni, ricercatore in Sociologia all'Università Cattolica di Milano, ed Emanuela Zuccalà, giornalista e scrittrice, realizzano con questo "Creature Simili" il primo libro sulla storia della sottocultura goth nel territorio del capoluogo lombardo, un'opera che è al tempo stesso un trattato sociologico e un'affascinante cronaca di quei tempi irripetibili.
Il libro prende il titolo dal nome attribuito dagli occupanti del centro sociale "Virus" (i punx) ai dark che lo frequentavano: creature simili, individui che condividevano una visione affine del mondo; differente è però la reazione all'establishment, i punx danno voce alla loro rabbia ribellandosi al "sistema", mentre le creature simili interiorizzano il proprio disagio costruendo una loro "realtà alternativa" dove approfondire i propri interessi e inclinazioni.

L'immagine che esce del movimento dark milanese è a tratti molto cupa, per "colpa" di una città che, specie in quegli anni (la "Milano da bere"), richiedeva un grande sforzo per adattarsi a viverci non limitandosi a sopravviverci. La mannaia del riflusso calata sui "movimenti" dei decenni precedenti, la costante imposizione del modello di vita "regolare", le retate delle forze dell'ordine ai danni delle "bande giovanili", l'aperta ostilità delle stesse bande rivali - skin e paninari su tutti - rendono dura la vita al dark milanese.
Ma la Milano dei palazzi grigi e della nebbia onnipresente è anche la "casa" di questa tribù metropolitana: locali come l'Hysterika, l'Odissea 2001 o l'Helter Skelter (spazio ricavato all'interno del primo Leoncavallo) accoglieranno queste anime oscure per molte serate e pomeriggi domenicali, pomeriggi in cui il viaggio dalla provincia alla città diviene l'occasione per un'emancipazione dalla routine imposta alle masse, che è anche l’emancipazione del proprio "io" più intimo.

Grande spazio viene dato in particolare all'Hysterika (già Taxi): il "Batcave" di Via Redi svolge la parte del leone nella nightlife dei goth milanesi, durante un'incredibile stagione a cavallo tra l'87 e l'89, per poi chiudere i battenti definitivamente a inizio 90, lasciando una traccia indelebile nel cuore delle creature simili, e spianando la strada a "eredi" come il Rainbow Club (l'ex-Odissea 2001) di Via Besenzanica (anch'esso purtroppo demolito qualche anno fa) e lo Shelter Club di Colturano.
Quest'ultimo è una vera e propria anomalia "nera" nella campagna della "bassa" milanese e resiste tutt'ora: qualche settimana fa è stato anche il teatro della presentazione di questo libro, con interventi degli autori e di Marco Philopat ("Costretti A Sanguinare", "Lumi di Punk") di Agenzia X, la casa editrice che pubblica "Creature Simili".

Preziosissime le testimonianze raccolte, che costituiscono l'ossatura del libro: musicisti (Andy dei Bluvertigo, il new waver Garbo, Nino La Loggia dei 2+2=5), dj (Pino Carafa dell'Hysterika, Roy del citato Rainbow Club, tutt'ora in attività), autori di fanzine (Angela Valcavi di "Amen", Emanuela Zini di "Batty's Tears"), tutti concedono il loro sguardo lucido ma non certo distaccato su questa stagione fondamentale delle loro vite.
Non mancano, fra gli intervistati, i "semplici" frequentatori della scena, tra i quali spicca "Sergio di Meda", le cui parole ci introducono alla vita dei dark di provincia fatta di sguardi ostili, spazi conquistati con le unghie e viaggi in treno verso una Milano mitica, una piccola Londra a portata di mano dove incontrare una persona vestita come te è sufficiente per riconoscere un membro della tua "tribù".

Nei quattordici capitoli del libro vengono passati in esame tutti gli aspetti di questa controcultura: la musica, la letteratura, la moda, e il rapporto con droga e sesso in un'epoca per molti aspetti davvero lontana dall'attuale.
Il libro è consigliato a tutti gli amanti del goth e agli appassionati della vita underground milanese: se poi (come nel caso del sottoscritto) rientrate in entrambe le categorie, è un acquisto decisamente obbligato. Un appassionante viaggio in un'altra Milano, quella meno raccontata, e la risposta definitiva alla domanda "Cosa ha significato essere dark a Milano negli anni Ottanta?".