Autore: Daryl Sanders
Titolo: Un sottile, selvaggio suono mercuriale. Bob Dylan, Nashville e Blonde On Blonde
Editore: Jimenez
Pagine: 285
Prezzo: 18 euroCon "Highway 61 Revisited", Bob Dylan aveva fatto il botto, spinto dalla potenza evocativa di un singolo, “Like A Rolling Stone”, che non solo gettava uno sguardo obliquo (insomma, poetico) sugli Stati Uniti del tempo, ma si premurava anche di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, prefigurando le magnifiche sorti e progressive del rock. Eppure, nel cuore dell’uomo di Duluth, Minnesota, non c’era ancora pace, se mai ce ne sarebbe stata una. Quello che aveva in mente era un suono particolare, che molti anni dopo avrebbe descritto come “quel sottile, selvaggio suono mercuriale, metallico e lucente”. Per venire a capo di quel suono, Dylan doveva passare attraverso una serie di peripezie e di session che lo avrebbero portato da New York in quel di Nashville, dove, a contatto con i musicisti “giusti”, sarebbe stato in grado di offrire in dono alla sua Musa i migliori sacrifici possibili.
Attraverso una puntigliosa ricognizione dei fatti e una serie di testimonianze inedite, Daryl Sanders (giornalista musicale che le note di copertina ci informano essere una “vera autorità nel campo della storia e dell’anima” di Nashville) ci offre un affresco dettagliato e appassionato di quello che accadde lì, in quei luoghi e in quegli studi di registrazione, quando venne messo a punto il primo doppio disco della storia del rock, quel "Blonde On Blonde" che per molti continua a essere la summa artistica del grande cantautore (e premio Nobel) americano.
Immergersi tra le pagine di questo libro (per inciso, un altro bel colpo della neonata Jimenez) significherà, quindi, essere catapultati in quei giorni a cavallo tra l’autunno del 1965 e la primavera del 1966, giorni in cui il rock stava iniziando a percorrere la sua strada maestra, quella che l’avrebbe portato fuori dalle secche del mero intrattenimento, per spingerlo a diventare forma d’arte e voce di più generazioni. Un libro necessario per tutti gli appassionati del grande Bob, ma anche per tutti quelli che hanno fatto del rock una ragione di vita.