Mauro Vecchio

Egregio sig. Boddah, Parlo dalle labbra di un comprovato sempliciotto che è chiaro preferirebbe essere un piagnucoloso, infantile evirato. Questo messaggio dovrebbe essere piuttosto facile da comprendere. Tutti gli avvertimenti sono stati ricavati da tanti anni di corsi introduttivi in hard rock, folk rock e punk rock. Sin dal mio primo incontro con il, diciamo così, sistema di valori relativo all’indipendenza estrema e al menefreghismo musicale. Le massicce dosi di Velvet Underground. Non provo più piacere ad ascoltare e creare musica, oltre che a leggere Palahniuk e scrivere alcuni miei strambi sogni ad occhi chiusi. Mi sento colpevole in maniera indescrivibile. Non mi eccito come succede a chi ascolta i Queen. È una cosa che ammiro e invidio tantissimo. Il fatto è che non posso prendervi in giro. Nessuno di voi. Non è giusto per voi e per me. Il peggior crimine che mi viene in mente sarebbe ingannare la gente fingendo di divertirmi al 100%. Non di certo ascoltando i Guns ‘n’ Roses. Certi pomeriggi di pioggia mi sembra di timbrare il cartellino prima di entrare in scena. Sono troppo sensibile. Devo essere ottenebrato per ritrovare l’entusiasmo di quando ero bambino e ascoltavo “All you need is love”. C’è del buono in ciascuno di noi, e semplicemente credo di amare troppo la gente, tanto che, a volte, mi fa sentire troppo di merda.

Triste piccolo sensibile incompreso. Perché non te la godi e basta?

Ricorda che è meglio bruciare che spegnersi lentamente.