Khaled

Il re del raì

Con la sua fusione di funk, reggae e musica araba, Khaled ha guidato la trasformazione del rai da genere locale a tendenza mondiale. E ha conquistato il ruolo di interprete di punta della "world music"

di Aa. Vv.

Nato in Algeria ma trasferitosi presto in Francia, Khaled è l'indiscusso re del rai, uno dei generi più importanti del folk arabo. Le sue radici affondano nella musica popolare egiziana, spagnola e francese, ma nella sua musica si può cogliere anche l'influenza di artisti contemporanei come James Brown e Beatles. Grazie a un'accurata fusione di funk, reggae e musica araba, Khaled è riuscito a guidare la trasformazione del rai da genere locale a tendenza mondiale.

A partire dal 1992, Khaled abbandona il prefisso Cheb e conquista il successo mondiale grazie a "Didi", abile fusione di tradizione araba e pop europeo. Grazie a canzoni come questa, il confronto tra rai e altri stili musicali diventa terreno di contaminazione fertile e creativa. L'anno successivo, la consacrazione con N'ssi N'ssi, che amplia ulteriormente la gamma delle sue influenze musicali, anche grazie alla produzione di Philippe Eidel e Don Was. Il primo esalta la componente orientale, il secondo aggiunge un tocco sperimentale, mescolandolo con la potenza del funk e dei nuovi suoni metropolitani. Grazie a questo approccio, Khaled guadagna anche una reputazione da "hip". Ma il musicista algerino continua anche a mantenere un forte appeal sul pubblico grazie al singolo "Aicha", una ballata romantica composta da Jean-Jacques Goldman che impreziosisce il successivo album Sahara (1996).

Sull'onda del successo, Khaled realizza Kenza, coinvolgendo altri due produttori di fama internazionale. Il primo è Steve Hillage, personaggio di punta del progressive britannico targato anni 70 (ex-leader dei Gonge dei System 7, nonché produttore di altri artisti di frontiera, tra Occidente e Oriente, come Rachid Taha). Il secondo è Lati Kronlund, ideatore del progetto newyorkese dei Brooklyn Funk Essential e teorico di un funk elegante e sofisticato. Dall'incontro tra questi due approcci, nasce un disco che si situa in una terra incognita, in cui modernità e tradizione si compenetrano in una miriade di combinazioni.

Ingaggiando un'orchestra d'archi egiziani per brani marcatamente rai quali "Raba-Raba" o "Aâlach Tloumouni", Hillage rompe il tabù pre-Beatles che non prevedeva la possibilità di arrangiamenti sinfonici per una canzone pop. In "El Harba", invece, Khaled canta in duetto con la chanteuse anglo-pakistana Amar: India ed Egitto si incontrano in un abbraccio simbolico di due delle culture che hanno fatto da culla all'intero Magreb.

Usando strumenti tradizionali arabi come ud e gasba per "El Aâdyene" o "El Bab", in ossequio all'ortodossia funk, Kronlund ha dato una dimensione nuova alla musica algerina. Khaled perpetra una serie di sacrilegi allontanandosi da quelle regole e creando, anche grazie a i suoi preziosi collaboratori, un album in cui la tradizione raï abbraccia altre tendenze musicali pur restando fedele a se stessa. Il risultato è frutto anche dell'impiego di una vasta sezione di strumenti, sia acustici sia elettronici, che contribuiscono a creare un'originale mistura di stili.

Insieme a Natacha Atlas, Tarkan e pochi altri, Khaled può essere considerato uno dei più efficaci interpreti del sodalizio tra tradizione arabo-orientale e discoteche occidentali.

(Fonte: www.worldmusicportal.com)

Khaled

Discografia

Kutche (Cohiba, 1989)
Khaled (Cohiba, 1992)
Le Meilleur de Cheb Khaled Vol. 1, 2 (1992)
Shab el baroud (1992)
N'ssi N'ssi (Cohiba, 1993)
Sahara (Barclay, 1996)
Hafla (Musicrama, 1998)
1, 2, 3 Soleils (with Rachid Taha e Faudel, 1999)
King Of Rai (NYC Music, 1999)
Kenza (2000)
Elle Ne Peut Pas Vivre Sans Lui! (Best Music, 2000)
Pietra miliare
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