Gli Alvar sono una band svedese, di stanza a Stoccolma, di matrice electro-industrial. Nati in origine come duo, composto dai coniugi Johanna Backman e Jonas Fredriksson, oggi vedono nelle loro fila anche Jimmy Svensson e Fredrik Djurfeldt. Il lavoro degli Alvar presenta un’interessante convergenza di diverse istanze della musica post-industriale: dalle influenze della Cold Meat Industry, all’electro-Ebm dei Klinik. Il tutto è accompagnato da derive techno-industriali e claustrofobiche atmosfere alla Haus Arafna.
Abbiamo scambiato qualche parola con Jonas e Johanna in occasione dell’uscita del loro album, “I Sew A Blanket Of All The Broken Clouds”, pubblicato per la Daft Records di Dirk Ivens (The Klinik, Dive, Absolute Body Control).
Come mai avete scelto il nome Alvar? Cosa significa?
Jonas Fredriksson: Io provengo da un’isola chiamata Öland, dove c’è appunto “Det Stora Alvaret”, un’ampia pianura calcarea situata nella parte meridionale dell’isola. Lì è dove sono cresciuto. Il mio posto preferito è Dröstop, un villaggio totalmente deserto, abbandonato dai suoi abitanti alla fine del 19° secolo.
Johanna Backman: Posso assicurare che è un posto magico dove stare.
Siete nati come duo, ma oggi siete un gruppo di quattro elementi, vero?
JB: Sì, abbiamo iniziato in coppia, ma ormai abbiamo suonato con Jimmy e Fredrik per circa un anno e sono diventati una parte molto importante di Alvar, specialmente dal vivo. Era naturale che entrassero a far parte della band.
JF: Sono i migliori compagni di viaggio possibile e ragazzi di gran talento. Basta ascoltare i loro lavori: Jimmy come Yabibo Hazurfa o Fredrik nelle vesti di Boar Alarm, Analfabetism e Severe Illusion. Pura magia!
In Italia molti appassionati di musica industrial conosco la Svezia per gli artisti della Cold Meat Industry come Brighter Death Now, Mz.412, Raison d'être, Deutsch Nepal ecc. Rispetto alla scena scandinava degli anni Novanta, quali sono i gruppi e i progetti che vi hanno maggiormente influenzato?
JF: La label Cold Meat Industry è stata probabilmente una delle nostre influenze principali. Ho collezionato tantissime cose della CMI nel corso degli anni. L’anno scorso sono stato al concerto per i 30 anni della label qui a Stoccolma ed è stato magnifico!
E le band attuali? Quale musica ascoltate di solito?
JB: Intendi le attuali band di area industrial? Penso il progetto svedese Hjärnkultur e naturalmente Trepaneringsritualen.
JF: E Brighter Death Now. Penso che Roger Karmanik si senta ancora vitale e pieno di energia. “With Promises Of Death” è uscito solo un paio d'anni fa ed è sicuramente un grande album. Ma noi non ascoltiamo solo cose industrial ed elettroniche. Penso che band come God Machine, Swans, Spacemen 3 e Loop (specialmente l'album “A Gilded Eternity”) siano state ugualmente o forse ancora più importanti per Alvar di gruppi come Front 242 o simili.
JB: Ascoltiamo anche molta musica dub. La compilation “Rhythm & Sound”, ad esempio, è stato per parecchio tempo nello stereo di casa nostra. Amiamo molto anche il musicista svedese Thåström, probabilmente uno dei migliori artisti che puoi ascoltare dal vivo in questo momento.
JF: E, ovviamente, sono sempre presenti Throbbing Gristle, Klinik e Coil...
Come descrivereste la vostra musica? Ebm, techno o electro-industrial? Oggi a quale di questi generi vi sentite più vicini?
JB: Non saprei… Ebm? Sì, se non parliamo di Electronic Body Music old school. Industrial se parliamo di musica come quella dei Throbbing Gristle, non la versione americana della musica industrial. Oppure industrial-techno...
JF: Non lo so neanche io. Potremmo essere ciò che vi pare, non mi interessa davvero. Chiamateci come volete. Facciamo solo la nostra musica e non importa se suona come questo o quello.
Cosa ne pensate dell'attuale scena musicale techno-industrial?
JF: Penso sia molto bella e interessante. Ci sono un sacco di persone simpatiche e sono felice che alcune delle migliori oggi siano nostre amiche.
JB: Così tante persone in quella scena sono state davvero molto gentili con noi. E, sì, mi piacciono molto.
Parliamo più approfonditamente di "I Sew A Blanket Of All The Broken Clouds", il vostro ultimo lavoro. Come è nato? A cosa si riferisce il titolo?
JB: Non spiegheremo il titolo, ma possiamo dire che è un omaggio a un musicista svedese. Abbiamo iniziato a lavorare all'album l'anno scorso. Alcune tracce sono nate mentre le suonavamo dal vivo e alcune sono totalmente nuove.
JF: Quest'album è stato una rottura di scatole per un bel po’. Abbiamo ri-registrato qualcosa come metà delle tracce l’estate scorsa perché non ci piacevano. Sembravano più pop di quello che volevamo.
JB: Ahah... sì! Ora siamo stanchi di questo album, ma abbiamo appena iniziato a prepararci per gli spettacoli dal vivo e ci torneremo su. È bello rivisitare le tue tracce e vedere cosa ne sarà di loro quando inizieremo a suonarle dal vivo. O almeno di alcune di loro.
JF: Sì, ma immagino che l'album sia diventato abbastanza carino. Ma chi sono io per giudicare? Siamo soddisfatti per il momento. E immagino che alcune tracce inizieranno presto a trasformarsi in qualcosa di nuovo quando inizieremo a suonarle dal vivo.
Come avete iniziato la vostra collaborazione con Dirk Ivens e la sua etichetta Daft Records?
JB: Ci ha contattato lui perché voleva realizzare una compilation su cd dei nostri lavori usciti su cassetta. Poi il tutto è diventato “The Guilt Kollektion” e ora è veramente bello lavorare con lui. Ci piace davvero Dirk!
JF: Sembra fantastico! La Daft Records non è una grande azienda, è davvero una buona cosa. Speriamo di fare più cose insieme. Presto.
Come componete la vostra musica? Strumentazione analogica o digitale?
JF: Dipende... a volte usiamo sintetizzatori analogici se ne abbiamo bisogno. A volte usiamo pentole o cacciaviti, se la canzone ha bisogno di quei suoni. A nessuno di noi importa se è analogico o digitale, usiamo ciò che ci piace di più sul momento.
Parliamo dell'esperienza live: so che è una dimensione molto importante per voi. Vorreste dirci di più a riguardo?
JB : Sì! È diventata molto importante Da quando abbiamo iniziato a suonare con Fredrik e Jimmy, lentamente, abbiamo anche iniziato a trovare il modo di esprimere la nostra musica dal vivo. Oggi è diventato tutto molto più intenso.
JF: Vogliamo che lo show sia come un pezzo, non come sei brani diversi in un ordine particolare. Questo pezzo potrebbe differire di volta in volta. A volte partiamo come una tempesta e ti lasciamo il silenzio e altre sere costruiamo lentamente la nostra torre di babele e alla fine la facciamo a pezzi.
JB: O essere solo un'esplosione. Una grande tempesta oscura, con un sorriso cupo e le lacrime agli occhi. Questo è ciò che vogliamo.
JF: Non proviamo quasi mai insieme tutti e quattro, questo significa che in realtà non sappiamo mai come suonerà il tutto. Non so mai cosa suoneranno o vivranno gli altri. È davvero fantastico che abbiamo trovato questo modo di lavorare, altrimenti credo suoneremmo più o meno alla stessa maniera in ogni concerto. Ora ogni concerto è qualcosa di unico. Anche per noi.
Avete qualche piano per il futuro? Quando suonerete in Italia?
JB: Suoneremo a Copenaghen il 27 ottobre con Dive e la band danese Negant. Sarà una grande serata, penso. Siamo davvero desiderosi di suonare dal vivo ora.
JF: E speriamo di poter pubblicare alcuni nuovi brani molto presto... Ma dobbiamo parlare con Dirk di questo prima.
JB: Italia? Ogni volta che volete! Siamo pronti, ci chiamate e arriviamo di corsa!
JF: Ci piacerebbe molto suonare in Italia!
(Foto di Bengt Rahm)
Deceivers (Ep Tape, Beläten 2015) | ||
Gold Ritual (Passive Decisions) (Ep Tape, Alvaret Tape Rekordings 2016) | ||
I Cut Out All The Stars (Ep Tape, Alvaret Tape Rekordings 2016) | ||
Resurrection Of The Sinner(Ep Tape, Alvaret Tape Rekordings 2016) | ||
Guilt Kollektion (Compilation, Daft Records, 2016) | ||
Mutiny For You(Ep Tape,Cloister Recordings US,2017) | ||
Dreams Crushed Around The Body (Alvaret Tape Rekordings 2018) | ||
I Sew A Blanket Of All The Broken Clouds (Daft Records, 2018) |