Era da parecchio tempo che lo aspettavamo al varco, come se qualcosa suggerisse che, un giorno o l'altro, Martin Dumais sarebbe riuscito a tirar fuori un capolavoro. Traguardo che aveva a dire il vero sfiorato più volte da vicino, probabilmente senza nemmeno provarci veramente: troppa la foga di continuare a mantenere inalterato un livello di prolificità sorprendente, che lo portava a lavorare su quattro dischi contemporaneamente. Poi sono arrivate in fila le due novità: il contratto sicuro e unico con Denovali e Julie Leblanc, compagna di vita che da tempo aveva fiutato i territori musicali con la sua voce e che è divenuta oggi a tutti gli effetti il secondo membro di quello che è ormai un duo, tanto che Martin parla riferendosi "agli AUN". Il risultato di questo connubio s'è fatto attendere due anni, materializzandosi in quell' "Alpha Heaven" che porta i loro nomi nell'olimpo della musica ambientale del nuovo millennio e, soprattutto, del decennio Dieci. La presentazione dello stesso è l'occasione migliore per una chiacchierata con Dumais sulla parabola ascendente della sua carriera.
Parto col chiederti: puoi spiegarci cosa significa il tuo pseudonimo, o a cosa si riferisce?
La parola AUN ha un'origine, dal francese, ma non una vera e propria traduzione in inglese. L'ho scelta perché sentivo che si adattava molto bene a quel che volevo far scoprire nell'immediato della mia musica, essendo un po' misteriosa e ben poco descrittiva. Che questo mistero permanga è importante, per cui non credo riveleremo mai l'origine...
Possiamo considerare quindi AUN la tua anima musicale?
Vivo e respiro per la musica, e AUN è il veicolo con cui esploro tutti i terreni musicali che scelgo. Ma nel frattempo è come se avesse iniziato a vivere di vita propria e possedesse oggi un'anima tutta sua, per questo sento che è come se ultimamente fosse lui a guidare sé stesso, concedendomi di sedermi e godermi il viaggio. Tra l'altro, di disco in disco il contributo di Julie si fa sempre più decisivo, tanto che sento di poter dire che "Alpha Heaven" è figlio in parti uguali di due menti.
Parlando del tuo ultimo album, credo di poter dire che si tratti del più completo ed elaborato, ma anche del più sereno e disteso della tua carriera. Può rappresentare la fine di un processo in tale direzione, iniziato con il tuo passaggio a Denovali?
I nostri album per Denovali sono realizzati con una tavolozza abbastanza ampia, ma mai per soddisfare i desideri o le richieste dell'etichetta. La nostra musica sta progressivamente diventando più serena e rilassata perché ci stiamo muovendo in quella direzione.
Puoi raccontarci qualcosa della sua gestazione?
Di sicuro è stato il disco che ci ha richiesto più tempo, oltre diciotto mesi. In parte perché abbiamo viaggiato un sacco e in parte perché volevamo realizzarlo con un approccio più diretto, quindi c'è voluto più tempo del solito per avere abbastanza materiale.
Con la musica di "Alpha Heaven" hai voluto puntare a scenari particolari?
Se si oltrepassano i droni e le distorsioni, gran parte dei brani ha un cuore pulsante di pura melodia: questo perché ho voluto che la musica risplendesse nella sua purezza e fosse al tempo stesso circondata da effetti e rumore. Questa è stata di sicuro la parte più difficile, perché mi piace molto "oscurare" i suoni...
Ho notato pure che i titoli sono scritti in lingue diverse. C'è una ragione particolare?
Di solito lascio che sia la musica a suggerire i titoli, e questa volta alcuni mi sono venuti in mente in italiano e spagnolo, ma arrivano tutti dalle mie serie tv sci-fi preferite degli anni Settanta, su tutte Spazio 1999, che ho guardato un sacco nel periodo delle registrazioni.
Vedi la tua musica come un linguaggio che supera barriere e definizioni?
Non abbiamo l'obiettivo di superare qualcuno o qualcosa, ma solo quello di creare cose nuove senza imporre particolari limiti espressivi o musicali. Questo sta sicuramente alla base del fatto che la nostra musica sembri spesso provenire da altri mondi e avere un che di extra-terrestre.
Come sei arrivato dai suoni oscuri e quasi drone-metal dei primi lavori all'ambient misteriosa e cosmica di "Alpha Heaven"?
Il tutto è legato a ragioni personali, al fatto che quando ho dato vita ad AUN non ero in un periodo particolarmente felice, e questo ha pesato sul carattere oscuro dei primi dischi. Ma di album in album ho iniziato a ridurre sempre di più le distorsioni di chitarra che usavo e allargare il range dei miei suoni elettronici portando la mia musica a esplorare universi decisamente più ampi.
Personalmente ho trovato nel cosmo il comun denominatore di quasi tutte le tue anime sonore. Esiste questo legame? Non mi riferiso tanto alla musica cosmica come genere, quanto piuttosto al luogo dove gran parte dei tuoi brani sembra trovare naturale ambientazione...
Come disse Sun Ra, "lo Spazio è Il Luogo". Qualche tempo fa stavo guardando un bellissimo documentario della Bbc sulle origini del kraut-rock, e uno dei musicisti tedeschi intervistati spiegava come loro, per creare qualcosa di nuovo, non guardavano il rock inglese e americano, ma il cielo. E questa è una cosa che vale anche per me, datoché gran parte dell'ispirazione la traggo da dimensioni che non sono tangibili né visibili.
Dopo l'esperienza con Oral e un periodo dove hai lavorato per più etichette, Denovali è diventata il centro di tutta la tua attività discografica. Come sei arrivato a portare la tua musica nel loro catalogo?
Nel 2010 ho pubblicato con diverse label, ma quel che è avvenuto dopo non è stato certo programmato: improvvisamente si è ridotto il numero delle etichette disponibili a pubblicare AUN, e così ho mandato del materiale a Denovali che ha subito risposto positivamente.
Questo nuovo "matrimonio" ha influenzato la tua musica?
No, per nulla, i mutamenti sono avvenuti in maniera estremamente organica.
Che strumentazione usi per produrre la tua musica? E il tuo equipaggiamento è cambiato assieme all'atmosfera della tua musica?
Ultimamente abbiamo usato sempre più strumenti virtuali ed elettronici che chitarre, e per la prima volta nell'ultimo disco pure una drum machine.
Quali artisti, del passato e del presente, hanno ispirato maggiormente la tua musica?
Brian Eno, Edgar Froese, Chris Carter e attualmente un sacco di artisti e uscite della Blackest Ever Black e qualche act inglese come Emptyset.
Come costruisci solitamente le tue esibizioni dal vivo?
Negli ultimi sei anni abbiamo ideato come minimo una dozzina di diversi live set, quindi è difficile da riassumere. Di certo gli interessi e l'umore di un dato momento sono elementi decisivi nell'ideare uno show.
Un ruolo importante è ricoperto dalle visuals. Che rapporto c'è fra esse e la musica?
Assistere a un concerto di musicisti elettronici che girano manopole può essere decisamente noioso, quindi credo sia bello poter offrire un'esperienza audiovisiva a tutto tondo. Julie è l'autrice di gran parte dei video, ed esattamente come i titoli, lei lascia che sia la musica a dettare le impressioni da riprodurre, in un processo che porta al lavorare una vera e propria scultura di suoni e immagini. Abbiamo suonato di recente negli Stati Uniti tenendo il video di fronte a noi e lasciandoci invece guidare dalle immagini, è un'esperienza interessante che di sicuro riproporremo in futuro. Per parecchio tempo, fra l'altro, sono stato direttore artistico di una rivista, e parte di quell'esperienza la applico negli artwork e nelle visuals. Cerco di mantenermi artisticamente vicino a una forma di minimalismo, così che tutto sia chiaro e semplice.
Che piani hai riguardo il portare "Alpha Heaven" dal vivo?
Beh, è un disco piuttosto difficile da riprodurre live, ma ne incorporeremo alcune parti negli show del nostro prossimo tour.
C'è qualche possibilità di vedervi in Italia?
Sì, saremo di sicuro a Roma e Quarrata, ma abbiamo pure altre date non ancora confermate. Ne sapremo di più a breve...
JUICEBOX (with Marc Leclair) | |
Miniputtingbingobowlers (514, 1997) | |
Elevation EP (Haute Couture, 1999) | |
LES JARDINIERS (with Jean-François Charette & Sylvain Houde until 2001) | |
Cafeteria (Haute Couture/Apricot, 2000) | |
Moon Patrol (Haute Couture/Apricot, 2001) | |
Train To Refoa (Hatec, 2003) | |
AUN (from 2011 with Julie Leblanc) | |
CD & LP | |
Whitehorse (Oral, 2007) | |
Blackhorse (Oral, 2007) | |
Mule (Oral, 2007) | |
Motorsleep (Alien8, 2009) | |
VII (Important, 2010) | |
Black Pyramid (Cyclic Law, 2010) | |
Phantom Ghost (Denovali, 2011) | |
Alpha Heaven (Denovali, 2013) | |
EP | |
Utica (ltd, Drone, 2009) | |
Full Circle (Denovali, 2012) | |
CD-R | |
Live 1 (ltd, Oral, 2007) | |
Live 2 (ltd, Oral, 2007) | |
Multigone (ltd, Crucial Bliss, 2008) | |
Blackwhitehorse (ltd, Autoprodotto, 2009) | |
COLLABORAZIONI & SPLIT (AUN) | |
Irrlicht (with Allseits, Oral, 2008) | |
Ostinato 28 (Cd-R, ldt, with Steve Bates, Erin Sexton, Martin Tétreault & Michel Langevin, Oral, 2008) | |
Ostinato 24 (Cd-R, ldt, with /DE.I.TE./, Freida Abtan & Shane Turner, Oral, 2008) | |
AUN/Habsyll (with Habsyll, ltd, Public Guilt/Conspiracy, 2010) | |
SKINWELL (with Christian Corvellec) | |
Tunnels (ltd, Angle.Rec., 2008) | |
Over Pass (ltd, Gears Of Sand, 2010) | |
GIDRAH (with Eric Quah & Reuel Ordonez) | |
The Guitar Years (live, Bris-Cul, 2011) |