Iniziamo dai veri e propri esordi. Ci puoi dire qualcosa relativamente ai vostri percorsi musicali? Quando avete scoperto il vostro amore per la musica? In che modo ciascuno di voi ha realizzato che voleva essere un musicista?
Ho sempre amato la musica... In realtà nella mia infanzia c'era molta poca musica che suonava, tutto era molto silenzioso, ma c'era una musicassetta di "Sgt. Pepper" che ricordo di aver trovato all'età di sette anni. Ne diventai ossessionato... Mi faceva desiderare di scovare nuova musica... Mi sento ancora come allora...
S. è in grado di suonare praticamente tutto ciò che raccatta, mentre io raccatto qualsiasi cosa riesca a malapena a suonare.
Quando i Misophone hanno iniziato a fare e registrare musica, all'inizio si trattava solo di divertimento, ed era una cosa sempre nuova ogni volta. Se non altro, il piacere nel fare musica adesso è ancora più intenso. È una bellissima sensazione... e questo perché noi non scriviamo e registriamo musica come farebbero una band o un musicista dal vivo, si tratta di un processo di costruzione costante, e ciò con cui finisci non è necessariamente quello con cui pensavi di aver iniziato... La registrazione diventa parte del processo di scrittura... Sono certo che non siamo i soli a fare questo.
Quando e come vi siete conosciuti? Come ha preso forma il vostro progetto musicale Misophone?
È stato circa dieci anni fa, quando abbiamo iniziato a trastullarci con questo vecchio registratore Tascam a quattro piste. Un solo accordo con un garbuglio di parole senza senso, registrato alle due della mattina. Niente di scritto, solo un vomito di suoni. Per lo più inascoltabile.
Poi abbiamo iniziato a scrivere "vere" canzoni prima di stampare il disco... e tutto è partito da lì. Centinaia di canzoni. Non pensavamo che qualcuno le avrebbe mai ascoltate... ma dopo un po' di tempo avevo preso l'abitudine di distribuire copie gratuite degli "album" che facevamo nel negozio di alcolici dove ho lavorato per anni, e alcune persone sembravano gradire. Abbiamo addirittura avuto Rob dei Massive Attack che collezionava le sue copie di ognuno degli album provenienti in successione dal negozio, sebbene potrebbe averlo fatto per un atto di cortesia... o per un leggero disagio... o un po' per entrambe le cose. Gli album hanno subìto modifiche nello stile, ma li stavamo facendo per noi stessi, perciò è quello che volevamo che fossero... e lo è ancora. Spesso parliamo di ciò che potremmo fare dopo... realizzare un album con solo uno strumento, o solo su roba elettrica, o solo con strumenti che abbiamo costruito, e così via...
Abbiamo letto da qualche parte che il nome "Misophone" è venuto fuori da un pitch bend. Puoi raccontarci qualcosa in più su questa storia?
Sul vecchio quattro piste c'era un pitch bend a cursore e abbiamo scoperto che se tu registravi una qualsiasi cosa, un pianoforte, una chitarra, un glockenspiel, spingendo nel frattempo rapidamente avanti e indietro il pitch bend, veniva fuori sulla registrazione come una specie di sigla televisiva perduta di un programma per bambini degli anni 50/60.... o come un carillon rotto... E noi lo adoravamo.
Abbiamo chiamato il pulsante scorrevole il "misophone" ...solo una parola inventata, e il nome si è come incollato.
Solo l'anno scorso ho sentito che la parola "misofonia" corrisponde a una condizione medica in cui si ha avversione per i suoni della quotidianità...
Uno degli aspetti più intriganti del vostro progetto sta nella sua aura di mistero. Sul web circolano molte poche notizie su voi due e perfino i vostri nomi sono ridotti alle loro iniziali. Cosa c'è dietro a questa scelta?
Siamo un paio di asociali, ma di persona siamo lontani dall'essere misteriosi.
Tu scrivi i testi e S. scrive le melodie. In che modo combinate queste due parti insieme? C'è uno schema ricorrente nella costruzione delle vostre canzoni?
Per lo più, prima io scrivo le parole, poi S. scrive e registra una melodia, io registro il cantato e altri elementi, poi produciamo insieme... ma non sempre... normalmente è compreso il rovistare tra i cassetti della cucina... ma ci sono centinaia di scarabocchi pronti ad essere trasformati in canzoni.

Sono facilmente influenzato dalle cose che ho appena visto. O da quello che ho appena letto. Se qualcuno dice qualcosa che mi piace, mi faccio una nota a mente. Mi piace il suono delle parole. Ma amo pure le vecchie canzoni folk, perché anch'esse hanno narrazioni fantastiche. John Jacob Niles è uno bravo a rigurgitarle, però amo anche le cose che fanno Alasdair Roberts o Will Oldham. Come la frase "the way nooses hold necks still in excellent poise" (da "Rich Wife Full Of Happiness" di Bonnie 'Prince' Billy, nda), maledettamente straordinaria. O scavando tra le vecchie murder ballad, le broadside ballad, i medicine show e i minstrel, quelli che Tom Waits chiamava "i tabloid verbali del giorno". Ma mi piace leggere un sacco di cose differenti: racconti brevi, poesie, pezzi da novanta... non c'è nessuno stile o genere predefinito al quale aderire. Si tratta solo di consumare quel che viene dopo...
Le atmosfere magneticamente inquietanti che si respirano nella vostra musica sono fortemente influenzate dai numerosi suoni spettrali e dagli strani rumorismi che inserite nei brani. Qual è il vostro rapporto con la sperimentazione? Come vi approcciate a un brano quando lavorate con quei suoni? Quali sono gli effetti più strani che avete mai sperimentato?
Entrambi siamo stati sempre attratti da certi tipi di rumore... Ricordo di aver sentito "I Am The Walrus" per la prima volta quando avevo otto anni, e mi chiesi cosa diavolo fosse a creare quel suono... Mi piacciono i rumori che aggiungono qualcosa alle immagini nella tua mente quando stai ascoltando un brano musicale, o che sembrano essere semplicemente parte della canzone, non giusto buttati lì dentro... specialmente quelli che ti riportano alla mente, e non sei sicuro di sapere perché, qualche peccato d'infanzia precedentemente dimenticato o qualche ricordo... Ma penso che alcuni "suoni" siano incredibilmente musicali proprio in sé, come i cigolii e gli scricchiolii in alcune delle composizioni di Gavin Bryars o il suono della pioggia su una finestra nella notte.
Molti dei suoni li scopriamo per caso durante le registrazioni, come ad esempio il suono di un uccello alla finestra; alcuni li ricerchiamo... Il nuovo disco "Before The Waves Roll In" contiene un maggior numero di suoni campionati rispetto a quanti ne abbiamo mai usati in precedenza, comprese alcune strane registrazioni casalinghe e field recording, provenienti dagli anni 40 e 50, che sono dei piccoli cimeli piuttosto sconvolgenti.
Penso che la sperimentazione e la libertà di sperimentare siano importanti, e c'è della roba che mi piace ascoltare ogni tanto che davvero spinge il suono verso nuove direzioni... Ma mi piace quando la sperimentazione aggiunge qualcosa alla melodia o, più di ogni altra cosa, quando essa costruisce la tensione prima che la melodia si manifesti. Ad esempio ascolto molto di più "Safe As Milk" che "Trout Mask Replica".
Che relazione avete con il pop psichedelico? Come vi rapportate alla scena psych-pop passata e presente? Ci sono degli artisti che apprezzate in modo particolare?
Ad essere onesto, ultimamente ho ascoltato un mucchio di vecchia musica proveniente dall'America... "The Stuff That Dreams Are Made Of" è una fantastica compilation derivante da vecchi 78 giri... Ma apprezzo un sacco di cose diverse. Potrei elencare un centinaio di gruppi o cantanti che amo. Long ‘Cleve' Reed & Little Harvey Hull che cantano "Original Stack O' Lee Blues" è uno... ma Waits, Beefheart, Lee Perry, Daniel Johnston, Operation Ivy, la colonna sonora di Bambi (c'è un demo intitolato "Rain Drops" che è strepitoso), Washington Phillips, Eels, Pulp, Will Oldham, Sparklehorse, Ivor Cutler, Gavin Bryars, Bacova's Ceska Kapela, Abdel Halim Hafez, Fred Astaire, Half Cousin, Moondog, Neutral Milk Hotel, Micah P. Hinson, Johnny Cash, Cohen, Elliott Smith, Smog, M. Ward, The Beach Boys, Jeffrey Lewis, Arvo Part, Lord Tanamo, Bill Ryder Jones, Richmond Fontaine, Falling Sickness, Danny Elfman, King Creosote, The Specials, Noah Lewis... Sono tutti lì... Amo quando trovi qualcosa che non hai sentito per anni e lo metti su... quella sensazione che si prova. Ma lo "psych"... Non lo so, è piacevole a volte lasciarti trasportare verso altre destinazioni.
Ad oggi avete pubblicato due dei vostri album ("Where Has It Gone, All The Beautiful Music Of Our Grandparents? It Died With Them, That's Where It Went..." e "Be Glad You Are Only Human") in versioni limitate, numerate ed estremamente accurate per la piccola etichetta svedese Kning Disk, e un nuovo album ("Before The Waves Roll In") sta per essere pubblicato con questa stessa deliziosa label. Cosa puoi dirci relativamente alla vostra storia con la Kning?
La Kning è una label incredibile, che ha davvero cura dell'arte e della musica. Mattias produce disegni e copertine fatte a mano molto belli, e ha un sacco di pubblicazioni in vinile e in edizione limitata. Hanno addirittura pubblicato musica su fonografo! Siamo davvero entusiasti per l'uscita di "Before The Waves Roll In" con questa label, la musica dell'album è pronta da oltre due anni, ma a loro piace prendersi il tempo che serve. È finora il nostro album più grande in termini di portata e finalità. Proprio in questo periodo la Kning sta tirando fuori delle pubblicazioni davvero interessanti, come l'Lp di Jockum Nordström och Joakim Åhlund, che non solo sembra splendido, ma ha anche delle immagini originali e incredibili. È bello essere tornati lì alla Kning.
Abbiamo anche un altro album, intitolato "Another Lost Night", che è in uscita per una label giapponese, la Lirico, e di cui siamo molto fieri. La data di pubblicazione sarà confermata presto e allora ci saranno maggiori informazioni a riguardo. Questo album include roba piuttosto calma e sobria, e qualche momento piuttosto rumoroso. Non vedo l'ora di far uscire quei brani.
Infine, nel corso degli ultimi anni l'etichetta indipendente Another Records ha pubblicato gli album "I Sit At Open Windows" e "Songs From An Attic". È stato bellissimo lavorare con questa etichetta e alcuni dei gruppi che hanno pubblicato, come François And The Atlas Mountains, stanno andando a gonfie vele - anche questa un'ottima cosa.
Nelle vostre canzoni c'è spesso una sorta di atmosfera balcanica. Pensi che i Misophone abbiano delle radici nella musica dell'Est europeo? Che rapporto avete con quella cultura?
Non considero la musica come totalmente radicata in un luogo, anche se siamo stati influenzati da elementi della musica dell'Est europeo. S. ha vissuto in Ungheria per un certo periodo, non troppo lontano dal confine con la Romania, ed entrambi abbiamo trascorso del tempo nell'Europa dell'Est. Mi piace la gente e la musica folk così diversa di quei Paesi e della comunità Rom. Ma c'è musica proveniente da ogni parte del mondo che mi piace... anche se "world music" è un termine che non sopporto. Ci sono in giro alcune ottime compilation: "Give Me Love -Songs Of The Broken Hearted", "To What Strange Place - Music Of The Ottoman American Diaspora", "Hot Women", "To Scratch Your Heart Out", "Texas Czech Bohemian Moravian Bands"... Tutte straordinarie... Tutte diverse una dall'altra.
A volte la vostra musica suona come la colonna sonora di un film horror. Che cosa occorre secondo te a un film o a una canzone per essere davvero spaventosa?
Ho un'immaginazione iperattiva. Non serve molto in un film per spaventarmi...

Penso che possa essere così, ma non dovrebbe essere questa l'unica cosa su cui basarsi. Ovviamente alcuni vecchi dischi di Howlin' Wolf suonano più espressivi che se qualcuno li avesse ripuliti e avesse usato Auto-Tune in qualche studio costoso, ma non necessariamente la colpa è dello studio... Lasciare degli elementi di imperfezione, però, può essere grande. Come il rombo di tuono in "No More Workhorse Blues" dei Palace Brothers. È questione di atmosfera; la canzone ha a che vedere con lo spazio tanto quanto con la melodia. E questo può essere fantastico.
Ma non è esattamente quello che facciamo noi. La nostra apparecchiatura di registrazione è a buon mercato perché è quella che abbiamo, registriamo a casa perché il pensiero di qualsiasi altra forma mi riempie di terrore, spesso non registriamo nella stessa stanza. Non penso che avremmo potuto fare in un'altra maniera. Abbiamo trovato i nostri modi per ottenere quello che vogliamo dalla nostra limitata apparecchiatura.
Quando si registra nella propria cameretta/scantinato, come il primo Daniel Johnston o Yonlu, quello che a volte riesce a togliere il fiato non è tanto il fruscio dei microfoni o la voce stonata o il sibilo del nastro. È il fatto di sentirsi come se si stessero ascoltando i segreti di qualcun altro... È qualcosa di intimo, a volte anche doloroso; e permette a gente che in mezzo alla folla si sente insicura o nervosa di esprimere sé stessa in un modo che sarebbe stato impossibile in qualunque altra situazione... Catturare quel momento è la parte magica.
Non pretenderei mai di dire che sia qualcosa di cui siamo capaci.
Avete nominato spesso Daniel Johnston come una delle vostre maggiori influenze. Quali lati preferisci del suo songwriting e del suo approccio artistico?
Ha l'abilità di creare splendide melodie e i suoi testi sono così onesti e tristi e manipolatori e brutali e felici e sinceri, tutto allo stesso tempo. Ma quando unisce una melodia straordinaria con un verso che ti fa venir voglia di piangere, è semplicemente insuperabile. Prendete una canzone come "My Yoke Is Heavy" o "True Love Will Find You In The End" o "Grievances" o "Lonely Song" o "The Sun Shines Down On Me"... Hanno tantissime emozioni diverse dentro e fuori di sé, e poi arriva un verso che ti mette al tappeto. Il mio album preferito è "Dont Be Scared"... Per me sono le canzoni che ha realizzato in quei momenti tranquilli e segreti a distinguerlo. Quelle prime cassette degli anni Ottanta... Per quasi tre anni non ho ascoltato altro che Daniel Johnston. Le connessioni all'interno delle sue canzoni e tra di loro, prese come un tutt'uno, sono brillanti in una maniera sbalorditiva. È come se tutto fosse su una mappa, predeterminato. Le sue canzoni mi trasmettono più emozioni della musica che chiunque altro abbia mai realizzato. Ma alcune sono piuttosto orribili!
Vi piace realizzare cover di canzoni di altri artisti? Secondo te qual è la chiave per fare davvero propria la canzone di un altro?
A volte... Qualche cover l'abbiamo realizzata. "Petroleum Lampa", alcuni brani di Daniel Johnston. Anche in "Before The Waves Roll In" ci sono alcune cover, ma dovete aspettare per vedere di che cosa si tratta. Se le facciamo nostre o meno starà agli altri giudicarlo.
Il lato visuale del progetto Misophone ha molto a che vedere con le vecchie immagini e con una sorta di atmosfera "fuori dal tempo". Vi occupate direttamente di questi aspetti?
Abbiamo ricevuto molta libertà dalle etichette con cui abbiamo lavorato per quanto riguarda l'influenza sul lato visuale. Mattias della Kning è uno straordinario designer, ha capito quello che volevamo e ha realizzato alcuni lavori favolosi. La Another Record ha preso molte immagini dalle cartoline francesi di fine secolo. È stato splendido lavorare con loro, perché abbiamo un'idea vivida di quello che vogliamo dal punto di vista visuale e loro sono stati incredibilmente generosi e pazienti rispetto al nostro coinvolgimento in questi aspetti.
Sono molto eccitato anche per il lavoro che la Lirico produrrà per l'album "Another Lost Night", abbiamo già realizzato alcune cose davvero grandi insieme...
La "splendida musica dei nostri nonni" è davvero morta? Ascoltando i vostri dischi si direbbe di no...
Grazie...
Adesso spostiamoci dal passato al futuro (molto prossimo). Sappiamo che avete un nuovo album, "Before The Waves Roll In", pronto per essere pubblicato quest'estate. Puoi darci qualche anticipazione in proposito?
"Before The Waves Roll In" è composto di 20 brani. È più orchestrale (alle mie orecchie) di qualunque altra cosa abbiamo pubblicato prima. Ne sono molto orgoglioso. Ci sono alcuni contributi della cantante americana Aubben Renée e del trombonista francese Alone With King Kong. Aubben ha lavorato in un sacco di modi diversi e con un sacco di artisti diversi, con il nome di Craven Canary, ma ha anche molti altri progetti, come gli Shedding Feathers e un gruppo di nome French Films About Trains che scrive canzoni folk veramente splendide. Ha una voce adorabile ed è sempre un privilegio lavorare con lei, anche se in realtà non ci siamo mai incontrati. Alone With King Kong è un gentiluomo francese, un artista solista in tutto e per tutto e un superbo suonatore di trombone. Ha contribuito con alcune grandi parti di trombone in un certo numero di brani, il che è stato molto eccitante per noi, ha aperto l'ambito delle canzoni verso un nuovo territorio. Speriamo che vi piaccia.
Anche "Another Lost Night", che comprende 13 nuovi brani, sarà pubblicato molto presto... Sia Aubben che Kong danno ancora frutti, Aubben canta come backing vocals in un brano e Alone With King Kong si scatena a modo suo in uno dei momenti più rumorosi e chiassosi dell'album. Sono davvero impaziente di far uscire queste canzoni...
E che cosa ci puoi dire dei piani dei Misophone per un futuro più lontano?
Continuare a registrare e vedere quello che succede. C'è sempre un'altra canzone... E mi piacerebbe provare a vivere in maniera un po' più sana.