L'impronta di Nitzsche è palpabile nel "muro del suono" di arrangiamenti lussuosi, a volte persino ridondanti, con l'impiego massiccio di una vasta sezione di archi a fare da contrappunto alle chitarre. L'effetto è di grande suggestione. Le atmosfere di Donahue e compagni si fanno sempre più astratte ed evocative. "The Dark Is Rising" si apre delicatamente, esplodendo come il più trascinante dei temi dei film di 007, prima che il falsetto stridulo di Donahue e un soffice piano costruiscano un'atmosfera intima, destinata ad essere nuovamente soppiantata dal crescendo dell'orchestra. "Tides Of The Moon" combina strutture rock con strani intrecci di tastiere e xilofono sui quali irrompe la voce di Donahue, che canta di un "volo dentro la superficie del sole"... La misteriosa "Lincoln's Eyes", invece, fonde atmosfere minimaliste e paesaggi sonori alla Morricone con una melodia struggente alla Van Dyke Parks. "Nite and Fog" è una splendida ballata visionaria, mentre "Drop In Time" è una raffinata digressione pop.
Le mini-sinfonie dei lavori precedenti vengono ulteriormente dilatate in stile epico oppure si riducono a fragili bozzetti. A rimetterci è la verve rumoristica di "Yerself Is Steam". A beneficiarne, il lavoro di destrutturazione e rimodulazione dei cliché pop portato avanti negli anni dalla band di Buffalo coniugando le colonne sonore anni 50 e il vaudeville con la psichedelia malata dei Velvet Underground e dei Pink Floyd. Un progetto che con "All Is Dream", però, potrebbe essere anche arrivato al capolinea.
(24/10/2006)