Questo disco (che, alla faccia della fantasia, si presenta con l'ennesima copertina che ritrae una statua in stile neoclassico) si presenta con una "Ouverture" solenne e cupa, dominata da un organo prepotente, che farebbe pensare a un disco in linea con i cliché del genere. È però il secondo brano, "Le Poison", a mostrare il lato più accattivante, e per certi versi sorprendente, di questo disco: pur non rinunciando alle ritmiche da marcia militare, ai suoni secchi e alle atmosfere cupe e tragiche, ciò che si pone in evidenza è un'attenzione maggiore per la melodia, per il refrain facilmente assimilabile, che rendono questo brano una hit della scena goth odierna.
Il disco presenterà altri episodi del genere ("La Source" e "Si" i più riusciti), pur non tralasciando l'aspetto più tragico e solenne tanto caro a Dernière Volonté. La voce di Geoffroy D. Well, pacata e asciutta, se non brilla per originalità si adatta a queste atmosfere e ben si sposa con i testi ricchi di metafore epiche e decadenti, oltre che di spinte idealiste e di un'incolmabile nostalgia per il passato. Sensibilità e toni che giusto si dispiegano in brani come "Un Dernier Crépuscule", "Ton Visage De Papier" e la title track, dove la ritmica marziale e le tastiere altisonanti si fondono in maniera suggestiva.
Il momento ispirato dell'artista francese si manifesta definitivamente in quelli che si possono considerare i pezzi più riusciti dell'album: partendo da "Vienna", che, nonostante il crescendo epico e l'andamento solenne, lambisce comunque i territori del synth-pop, passando per la splendida malinconia rarefatta di "Souvenirs De Demain", fino a chiudere poi degnamente grazie alla forza solenne del piano che sorregge il bel brano di chiusura "Au Revoir". È un disco, in definitiva, che pur non possedendo elementi di profonda innovazione ha il merito di aver inserito, grazie a un innegabile gusto ed equilibrio, melodie leggere e seducenti che aprono agli abusati schemi del neofolk-marziale orizzonti più smaccatamente new wave, e che potrebbe oltretutto estendere a un ascolto più vasto un genere di nicchia e oscuro per definizione.
(27/10/2006)