Immaginate un luogo sereno, verde, assolato. Niente stress, macchine o smog. Soltanto immense distese di prati, aria fresca, natura e villette di campagna, con le Highlands e il mare non troppo lontano. Questo è lo scenario di Aberfeldy, Scozia: amena destinazione turistica nel cuore del Pertshire. E se non riuscite a figurarvi questo quadretto idilliaco, non temete: c'è la musica pop degli Aberfeldy. Rilassata, allegra e spensierata. Questa la miscela musicale proposta dal neonato quintetto misto (tre uomini e due donne) di stanza a Edimburgo o, perlomeno, la sensazione che suscita l'ascolto di questo "Young Forever", album d'esordio targato Rough Trade. Le canzoni appaiono brevi, concise, di impianto essenzialmente acustico. Senza tempo.
Dovendo accostarli a un altro gruppo, il primo nome che viene in mente è quello dei Belle & Sebastian (scozzesi come gli Aberfeldy e pure compagni di etichetta) che, però, hanno dalla loro un mélange sonoro più variegato ed eclettico, arrangiamenti più ambiziosi, maggior esperienza e, soprattutto, splendidi testi d'ispirazione letteraria.Le analogie con i "cugini più grandi" possono stare semmai nell'impianto base della canzone: cori femminili, canto svagato, strumenti classici, un'aria naif, da impacciato saggio scolastico di fine anno.
Si lascia apprezzare l'up-tempo iniziale di "A Friend Like You" e la curiosa presenza del glockenspiel (e nella band sono in tre a saperlo suonare!) che va a doppiare l'organo. I versi iniziali, "I love everyone/ everybody underneath the sun" la dicono lunga sul caldo ottimismo dei testi. Ancora glock, acustica e cori femminili protagonisti nella sognante "Slow Me Down". L'acuta voce del leader Riley Briggs (autore di tutte le canzoni) è composta e cristallina.
Dopo "Slow Me Down", con inserti di violino e mandolino, arriva "Tie One Down": lenta ninnananna contrappuntata dal trombone e ancora Glockenspiel . "Summer's Gone" poi, sembra una composizione giocattolo, infantile e ritmata quanto basta. "What You Do" non sarebbe dispiaciuta ai Radiohead malinconici di "The Bends".
A scorrere i rimanenti titoli, la languida "Vegatarian Restaurant" e la storia d'alieni di "Heliopolis By Night", non a caso i primi due singoli scelti, svettano come episodi più convincenti del lotto.
"Young Forever" è un lavoro che ama il gioco e la solarità, l'innocenza: il tutto ben amalgamato e poco prodotto, lasciando respirare l'aggraziato folk-pop dei ragazzi. Date una chance agli Aberfeldy per questo inverno: devono maturare il loro discorso musicale, ma hanno ampi margini di miglioramento. Sapranno darvi un po' d'allegria e romantica spensieratezza nei freddi giorni che verranno. Un po' di luce e calore faranno bene a tutti.
13/11/2006