Alec Empire

Futurist

2005 (Digital Hardcore)
industrial

"I'm talking about the death of rock'n'roll". Sono le prime parole di "Futurist", lavoro con cui ritorna Alec Empire, tre anni dopo "Intelligence & Sacrifice" (ritenuto dalla critica uno dei suoi migliori lavori). Sono parole che, prese di per sé, possono suscitare attese di ogni tipo, in molti casi totalmente differenti da quello che è il reale contenuto del disco. A dare univoca luce sul senso della frase ci pensa un brano del libretto: "Is rock'n'roll dead? No, the beast has just grown tired of you games". In pratica l'idea di fondo di "Futurist" è quella di riscoprire il rock'n'roll, fornendo una visione aggiornata all'era dell'industrial di tutte le sue manifestazioni più brade (punk, hard-rock, alt-rock, metal, hardcore).

Empire può vantare dalla sua una altissima "cultura del riff", che gli permette di giostrare liberamente attraverso la materia. Purtroppo, però, non riesce ad andare oltre. Generalizzando, il limite, il grandissimo limite del disco è che l'interesse per le canzoni scema dopo un minuto, un minuto e mezzo. E' un disco in cui a mettersi in evidenza sono le pecche, i rimpianti. Il panzer-anthem di "Point Of No Return" manca dell'agilità adatta ad affondare il colpo, l'agile "Vertigo" manca della forza. L'attacco hard-rock di "Overdose" e il giro indie di "Uproar" non vengono sfruttati a dovere e acquistano la qualificazione di incompiuti.

Solo due o tre sono i pezzi davvero incisivi. Anzitutto lo spasmo punk di "Kiss of Death" (appena uscito come singolo, che suona come dei Ramones violenti), brano d'apertura e forse il migliore del lotto. Seguono "Hunt You Down", un rock epico e tamarro, e "XXV3", che parte come un sussurro omicida prima di deflagrare. Purtroppo, altrettanti sono i riempitivi (a partire da "Night of Violence", visione notturna e sorella sfigata di "Kiss Of Death").

Ciò che ne viene fuori è un disco mediocre o poco più, che certo non riesce a rinverdire i fasti del rock, e che lascia il campo aperto a due considerazioni. La prima è che oggi trovare un suono rock, attuale ma figlio della tradizione, davvero efficace è operazione ardua. La seconda è che Empire (considerando che in "Futurist" l'ispirazione non sembra esserne totalmente aliena) abbia cercato di andare troppo oltre le sue doti, ovvero troppo lontano dal suo territorio.

Tracklist

1. Kiss of Death
2. Night of Violence
3. Overdose
4. Gotta Get Out
5. Point of No Return
6. Vertigo
7. Make Em Bleed
8. Hunt You Down
9. Uproar
10. In Disguise
11. Terror Alert: High
12. XXV3

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