Keiichiro Shibuya

Atak000

2005 (Atak)
glitch

Segnatevi questo disco. E' un capolavoro che lascia il segno.
Viene ridefinito il modo d'usare il midi sequencer, la concezione stessa della processazione d'un pattern, attraverso un calcolatore.

All'interno del catalogo della nipponica Atak possiamo trovare lavori altamente innovativi, in cui lo spirito di sperimentazione supera ogni tipo di standardizzazione.
Dischi come l'omonimo degli "Slipped Disk" (in cui Shibuya collabora con Dj/Model Maria) e l'unione artistica tra lo stesso Keiichiro e Yuji Takahashi sono esempi d'una strabordante vena artistica. Uno dopo l'altro, i pezzi lasciano a bocca aperta. Muro di rumore statico e continuo, non c'è una pausa di silenzio. Il ritmo si sfascia senza un criterio apparente. Battiti minimali sanno di techno, ma non ce n'è nemmeno la parvenza. Deteriorante sfrigolare d'una macchina abbandonata a se stessa. I suoni si scontrano, s'inglobano a vicenda, esplodono e si riuniscono successivamente.

Eruzioni vulcaniche fatte di bit 0 o 1, colate laviche composte di chip e circuiti, nebbie sulfuree programmatiche e programmate, vento digitale, neve robotica. "Shibuya Tango" è la colonna sonora per un automa programmato per la distruzione totale, "Calling For Your Juicy" è l'ondeggiare ossessionante d'una barca in preda a un maremoto di scariche elettriche, "Dottor Police In Hiroshima" è una serie di praline digitali sparate da un fucile caricato con polvere stellare, "I Do It To My Self" è un brulicare di piccoli insettini tridimensionali che schizzano ovunque, infestati da un morbo che li rende schizofrenici e insensati.

"Godzilla Blues" è sciabordio metallico e ferroso, come una fabbrica di ferro in rovina, vicina al crollo, "Pop Music Records" è il glitch come arte concettuale, "Nagasaki Nightmare" è oscura e terrorizzante. Spettri sfigurati da fulmini elettrostatici sfregiano e accoltellano. Strappono e ricuciono con precisione certosina.
"Sorry My Bad English" centrifuga e mescola. Mischia e tritura. Un flusso sonoro si sposta dal canale sinistro-destro e i nostri neuroni non riescono a seguire l'itinerario di questi suoni. Ci limitiamo a rimanere immobili come statue.
Sbatte e ritorna. Scoppia e si sfascia. Scappa e sfugge. Sto parlando d'una melodia che sembra esserci, ma è nascosta e fustigata. Trovarla negli interstizi di questi suoni è un'impresa mastodontica.

Non c'è una definizione vera e propria di fronte a questa musica. Minimal-techno? Glitch? Noise? Elettronica di stampo improv? Non ce la facciamo proprio. Pietra miliare. Punto.

Tracklist

  1. I Do It To Myself
  2. Shibuya tango
  3. Sorry My Bad English
  4. Calling For Your Juicy
  5. Doctor Police In hir#b58
  6. Nagasaki Nightmare
  7. Pop Music Records
  8. Guinness Book Of Records
  9. Godzilla Blues

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