Oceansize

Everyone Into Position

2005 (Beggars Banquet)
math-rock

I. Genesi di un capolavoro

"Prendete come base l'hard-rock: togliete ogni rimasuglio della sua componente blues, che fa tanto vecchio e datato, e sostituitela con una dose di fresco e virgulto (!) post-rock. Poi preparate il ripieno amalgamando le parti più dure con un bel vasetto di melodia…"
"Ma, maestro, è troppo difficile!"

"Allora ascoltate questo suggerimento: per quanto riguarda il post, allungate il brodo mandando qualche accordo e qualche riffone in loop ogni volta che non sapete che fare. Per il resto, abbondate col vasetto di melodia, che così rendete il tutto più accessibile e magari vendete pure qualche disco in più…"
"Wow, così è perfetto!"

II. Candidatura al Premio Megagalattico

Lettrici e lettori, eccovi servita l'esclusivissima ricetta di "Everyone Into Position", seconda fatica (e che fatica) degli Oceansize, quintetto di Manchester candidato all'Oscar per l'ambitissimo titolo di "Disco Mediocre Dell'Anno", autore di una ribollita prevedibile e insipida, non tanto brutta da indurre al lancio selvaggio del disco, né capace di tenere svegli per tutta la sua ingiustificabile (e ingiustificata) durata.

III. Prove dell'Accademy

Fotografia precisa, emblema inimitabile di "Everyone Into Position" è il brano di apertura, "The Charm Offensive", brevissima intro di sette minuti, col terzetto di chitarristi impegnatissimo a giochicchiare ognuno per i fatti suoi (uno imbastisce la trama, uno contrappunta funky, uno piazza qualche effettuccio), mentre si susseguono in ambiente sonnacchioso qualche passaggio strumentale e qualche vocalizzo sin troppo rilassato. Le varie fasi si alternano a iosa con qualche piccola variazione sul tema (senza esagerare) prima di una controllatissima e tanto finta quanto telefonata esplosione finale.
Si prosegue con "Heaven Alive", strutturata su di una (inattesissima) chitarra funky mandata in loop (mentre le altre ci girano su senza beccarsi e senza costrutto) e pronta a scivolare su un ritornello accessibile, giusto un pelo più rumoroso e cantato a voce alta.

A scuotere l'aria arriva "A Homage to a Shame", finalmente un po' più dura e ricercata, con incroci, cambi di passo, aperture melodiche inattese, chitarre che flirtano. Il risultato, in verità, non è eccellente, ma perlomeno le buone intenzioni ci sono. La qualità continua a salire con "Meredith", ballata un po' ipnotica e un po' lamentosa, che finalmente riesce a raggiungere la soglia della sufficienza. E' il momento migliore: di qui a breve tocca a "New Pin", aspirante singolo e brano più vendibile del lotto, che senza inventarsi nulla di strano indovina un buon giro di acustica e una buona melodia; caruccio.

Incastonata tra i due pezzi, emerge la gemma del lavoro, "Music for a Nurse", la versione che gli Oceansize danno dei Sigur Rós. Chitarre quasi shoegazer sullo sfondo, tastiere, pianoforte e voce trasognata a creare un'atmosfera incantata, un flusso unico di dolcezza di otto minuti. Purtroppo "No Tomorrow" che cerca di sposare melodia (tra l'altro degna) e durezza (un riff inutilissimo e pacchiano) e "You Can't Keep a Bad Man Down", dall'incedere che vuol suonare epico ma si rivela sguaiatissimo, riportano subito con i piedi per terra. Chiude in ripresa "Ornament", finalone in pompa magna, tra accordi sussurrati e cariche esplosive.

IV. Chiosa finale

"Everyone Into Position" si rivela essere un lavoro piatto, che non emerge dal marasma di proposte attuali sotto nessun profilo. Potrà piacere agli esaltati (pardon, appassionati) del genere, sarà invece da evitare per chi cerca qualcosa di più particolare (e ispirato) nella musica. A voi la scelta.

01/03/2019

Tracklist

  1. The Charm Offensive
  2. Heaven Alive
  3. A Homage to a Shame
  4. Meredith
  5. Music for a Nurse
  6. New Pin
  7. No Tomorrow
  8. Mine Host
  9. You Can't Keep a Bad Man Down
  10. Ornament (The Last Wrongs)