Techno made in Italy…da un po' di tempo non più una novità. Sono
infatti parecchie le crew di casa nostra impegnate ultimamente nella conquista
dell'Europa attraverso il mixer. Tocca ai romani Pigna People ora appassionare
la scena clubbing continentale con un album molto omogeneo, in sospensione tra
acid house, funk, italo-disco e ovviamente, techno old school.
Il lavoro di
Francesco De Bellis, Marco Passarani e Mario Pierro, dj e produttori della Pigna
Records, è nel contempo un mix di innovazione e di tributo/sponsorizzazione alla
stessa etichetta capitolina, con 6 brani inediti e altri 6 già noti successi
della label riadattati. Non molto apprezzati in madrepatria, rilasciano questo
doppio album soprattutto per il mercato estero, che mostra di gradire di più i
ritmi ossessivi tipici del "Pigneto". (A nome di Francesco De Bellis vanno
annoverati i suoi svariati progetti, come Jollymusic, Mr.Cisco e Mat 101. È
sempre lui, ma giusto per darvi un'idea.)
L'attacco del disco è
acidissimo: i Pigna People cominciano con il ricreare il piccolo universo techno
di Detroit nel loro campo base, e lo esprimono in "Mixoff" e "Opera P", mentre
"Donkey Beat" è una lunga cavalcata digitale in atmosfere da foresta amazzonica,
con barriti pachidermici avvolti da una techno ordinata e composta, ma mai
banale. Molto più convincente la ballabile "Flashin", che mescola nella solita
ampolla techno più di uno stile, galleggiando tra ritmica funk ed effettini
speciali à-la DJ Hell. A dirla tutta, il brano si perde un po' per strada,
girando leziosamente intorno al tema principale, ma è sicuramente tra i migliori
episodi dell'album.
"Till The End" rappresenta invece il lato leggero
dei Pigna, un sunto ideale degli stili dei tre dj, tra Detroit e Chicago. Il
battito caldo e violento dell'house scocca la freccia nell'incipit di "Denied",
ma il brano, seppur ballabile, non va oltre la cassa ripetuta e continua,
sterilmente tenuta in vita fino alla fine. Insomma, da questi sei inediti non
usciamo proprio soddisfatti…
La seconda parte è invece una raccolta,
come già ricordato, di altri sei brani già pubblicati in passato. Se il disco è
in fondo un omaggio al primo compleanno della Pigna Records, ci pare anche
giusto. E giusto e deciso è il beat della eccezionale "Tribute", ottimo brano
clubbing che muove di più le sonorità verso l'electroclash di matrice Gigolos,
con ritmiche meno ostiche. Lo smarrimento arriva anche qui, ma solo verso la
fine… Se i nostri avessero accorciato i brani, sarebbe uscito un album forse
perfetto, ma non c'è il tempo di chiederselo che siamo già intenti a ballare il
funky perverso di "Salvation". Senza tante pretese "Funk 005", mentre è buono il
climax contorto di "Hall".
Diciamola tutta, però: la seconda parte è
tutta di contorno a "Fregna", la creazione migliore di Francesco, dove un bel
giro di basso fa da tappeto a un brano lungo ma che non stanca. Di più puro
stampo Detroit techno è la chiusura affidata a "Funk 006". Nulla di originale.
Il secondo cd invece è costituito da un unico medley di 69 minuti, dove
vengono mixati i più grandi successi della giovane etichetta romana. Un disco
tutto da ballare, sul quale non è il caso di aggiungere granché, dato che si
tratta della riproposizione identica e precisa dello stile del primo disco.
Battuta techno non durissima ma cupa, suoni acidi che ogni tanto strizzano
l'occhio all'house: la formula dei Pigna People è sempre la stessa.
"Let'em Talk" è un album monocromatico, che serve a dare un'impronta ben
definita al suono Pigna Records. Di ballabile ci sarebbe tutto e il contrario di
tutto, ma è più un lavoro rivolto ai dj, italiani o europei che siano. Solo per
technofili incalliti.
CD 1
CD 2