Paolo Zanardi

Portami a fare un giro

2005 (Olivia Records)
songwriter

Difficile chiedere di più a Paolo Zanardi. Difficile davvero, perché con questo suo primo lavoro (che rappresenta anche l'esordio per la piccola etichetta indipendente pugliese della Olivia Records) dimostra di avere non solo talento, ma anche una capacità di accostare contorni e tematiche della canzone italiana senza cadere nei soliti clichés. Una scrittura equilibrata, ricca di dettagli, che guarda al cantautorato vecchio e recente del bel Paese, se ne fa carico e lo rimette in pista, filtrato da uno sguardo che al sarcasmo sa unire una fibrillante malinconia di fondo.

Avesse le spalle coperte, la sua musica potrebbe saturare completamente l'etere radiofonico, perché canzoni come la title track , scanzonata e capelli-al-vento quanto basta, hanno proprio la forza disimpegnata ma intrigante che si chiede a una summer song. Musica che sa anche divertire, ma non ti prende mai in giro, se capite cosa intendo. Ferite nostalgiche ne fanno un corpo sospeso nel vuoto, a guardarsi intorno: un occhio al passato, dentro i ricordi; un altro all'attimo che pure è già andato. La stupenda ripresa di "Caldo" (degli indimenticabili Diaframma) precisa uno stato di cose che palpita di dolore, di amarezze sedimentate, di sprezzante ironia al rovescio. Probabilmente, lo stesso Federico Fiumani ne approverebbe la rilettura pregna di sfumature elettro-noir, che amplifica il senso di perdita e di desolazione dell'originale.

Zanardi si muove in mille direzioni, con una bussola da quattro soldi, facendo dell'eclettismo un'arma vincente e tagliente. Dal reggae di "Gas" ai Del-Lords sbarazzini de "Il Farmacista" (semplicemente irresistibile), passando per saltellanti bozzetti ("Giocattolaio") e country sfibrati da fisarmoniche, che perfezionano un discorso sempre più accattivante ("Matisse"). Un filicorno tratteggia orizzonti lontani nell'elegia dimessa di "Piani di Fuga", mentre un pianoforte muove i fili della romantica "Odette", incantata come l'amore tra "uno sbattere di porte" e "stanze fredde", tra lo spazzolare jazzy della batteria e una tromba in sordina che ne trasferisce la nostalgia su di un piano metafisico.

"Come una Lampadina" imbastisce l'ennesima ballata perfetta, con intermezzo per timbriche soffuse e palpiti electro. Nel suo tentativo di mettere a punto "piani di fuga dal cervello", Paolo Zanardi è stato capace di un'opera che si muove con tranquillità e senza vergogna tra canzone colta e tentazioni radiofoniche. Nella conclusiva, meravigliosa, love song di "La Panchina" (in cui fa capolino anche la viola di Leo Gadaieta), c'è tutto quello che basta per sperare in un passo ulteriore, ancora più intrigante e personale, del Nostro. Per il momento, portatelo a fare un giro e vogliategli bene.

10/12/2006

Tracklist

  1. Gas
  2. Portami a fare un giro
  3. Il farmacista
  4. Giocattolaio
  5. Caldo (F. Fiumani)
  6. Matisse
  7. Piani di fuga
  8. Odette
  9. Come una lampadina
  10. La panchina

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