Eric Chenaux

Dull Lights

2006 (Constellation Records / Wide)
songwriter

Tra minimalismo e noise, attitudine compositiva post-rock e rilettura creativa del genere folk, ecco come un songwriter contemporaneo può ancora conquistarci attraverso la tensione sperimentale del proprio linguaggio sonoro. È questo il caso della personalità estremamente affascinante di Eric Chenaux, ennesimo regalo fattoci dalla Constellation Records, che ha prodotto, nel settembre del 2006, "Dull Lights", disco d’esordio di questo nuovo cantautore canadese.

La ricerca sonora è elemento decisivo nell'opera di Chenaux. Infatti, senza nulla togliere al valore intrinseco di questi nove pezzi, determinato dalla bellezza delle melodie e dall’originalità degli accordi, è il modo in cui sono realizzati a sorprenderci maggiormente. Il sound elaborato da Chenaux è il frutto dell’ammirevole coesione di una miriade di suoni delicati e distorti, dolci e aspri, che si fondono perfettamente creando un’unità fluida e avvolgente, dal carattere potentemente suggestivo (come non far riferimento alla lezione di Syd Barrett?).

Le canzoni contenute in "Dull Lights" possono essere idealmente suddivise in due tipologie: da una parte composizioni minimali di profonda atmosfera intimista; dall’altra ballate folk, reinventate, però, in chiave sbilenca e allucinata.
L’album si apre, come in una sorta di manifesto programmatico, con due perfetti esempi delle diverse tipologie. Infatti, la prima traccia, "Skullsplitter" è tutta giocata sulle atmosfere sospese della voce, che si libra sul violino suonato come un mantra, tra i ghirigori metallici della chitarra elettrica e gli arabeschi di quella acustica. La seconda, "Worm And Gear", è forse il pezzo più affascinante del disco, con quella sua aria da marcetta scozzese imbevuta di Lsd, dove le cornamuse sono sostituite da acidissime chitarre vintage.

A questo punto si susseguono i tre pezzi più ermetici di tutto il disco, che metteranno a dura prova le orecchie meno avvezze a sperimentalismi sonici come quelli di Chenaux. Ma come non invaghirsi della pace interiore espressa dalla dolcissima "I Can See It Now", con il suo testo ricco di immagini nostalgiche ("The nights are alright, the days are just fine...") e l’assolo striminzito, tutto giocato sui pick-up della chitarra? O dei raffinatissimi arrangiamenti obliqui su ritmiche destrutturate di "Wheather the Wind" e della lunga title track "Dull Lights"?

Chiusa questa corposa parentesi minimalista, si torna al folk straniante di "Memories Are No Treasures" e di "Ronny-May", stavolta però per fare una puntatina nel genere country-blues, sempre rivisto alla maniera di Chenaux, ovviamente. In particolare. il secondo brano è sorprendente per il dialogo della chitarra ritmica distorta e della chitarra solista liquida, protagonista di un assolo deliziosamente strampalato. Tra i due country c’è "White Dwarf, White Sea", costruita su una complicatissima melodia dove la nenia decadente della voce segue di pari passo quella delle chitarre.
Il disco, in una sorta di circolo ideale, si chiude come era cominciato, con una canzone sospesa ed eterea come "However Wildly We Dream".

"Dull Lights" è sicuramente un bell'esordio, anche se, bisogna confessarlo, le doti compositive di Chenaux non raggiungono sempre livelli eccelsi dall’inizio alla fine del disco (come già detto, la parte centrale è, in effetti, un po’ pesante). Tuttavia la genialità espressa in pezzi come "Warm And Gear" o "I Can See It Now" rende questo album degno di lode: nove canzoni che meritano di essere ascoltate da chiunque sia alla ricerca di complessità e tensione creativa nel lavoro di un songwriter.

18/02/2007

Tracklist

1. Skullsplitter
2. Worm And Gear
3. I Can See It Now
4. Weather The Wind
5. Dull Lights
6. Memories Are No Treasure
7. White Dwarf White Sea
8. Ronnie Mary
9. However Wildly We Dream

Eric Chenaux sul web