Ma l'album non è una raccolta di assoli di un tizio che vuole far vedere quanto è bravo sulla sei corde… tutt'altro. La chitarra crea le atmosfere, ha un suono ovattato e morbido e disegna giri malinconici di un inverno che sta per finire. E così, tra i feedback controllati di "Phones And Machines" oppure il fantastico riff di "First Times", arriva un altro cofanetto di piccoli gioiellini dall'oreficeria Morr. Il musicista austriaco non è alla prima esperienza, ma è con questo album che la sua ricerca sonora sembra essersi compiuta. Non si spiegherebbero altrimenti la pulizia di suono che viene raggiunta nella eterea, ma dall'animo violento, "Static Grate", oppure l'incedere lento ma inesorabile del brano di apertura, "Broken Monitors".
Tuttavia, Fleischmann riesce a resistere alla tentazione dell'album totalmente strumentale, tra i suoi pianoforti e i minimali beat con cui indirizza i brani verso una ritmica funzionale al suo scopo primario: assecondare la chitarra in ogni sua sfumatura sonora. Ci regala quindi due sintesi perfette del suo disco con i due brani cantati. Svetta su tutti infatti "Gain", tastierino di introduzione e chitarre che si inseguono dopo che la strofa cantata le ha tenute al guinzaglio. Meno di cinque minuti per emozionare, con la sua voce tranquilla, rilassata, la sua voce da viennese solitario. Più aggressiva nelle ritmiche e incisiva nel suo passo stanco da passeggiata nel parco di Schönbrunn è invece "From To", dove verso la fine il computer di Fleischmann si sfoga e rilascia tutti i suoni digitali di cui è in possesso, aggredendo e sconfiggendo il suo timido giro di chitarra. Dopo la tempesta elettronica, la quiete angosciata e rassegnata di "Aldebaran Waltz", a chiudere il disco. "The Humbucking Coil" è un album molto omogeneo nelle sonorità, che troverà sicuramente estimatori in quel pubblico che si contenta di piccoli giri di chitarra.
Un disco più intimo e meno "socievole" del resto della produzione recente della Morr, un'opera leggera ma con una densa nuvola grigia che passa nel cielo azzurro della chitarra di Fleischmann.
(19/12/2006)