Gli australiani Hard-Ons, attivi fin dal 1982, sono un combo di punk-rock multirazziale formato dal batterista Pete Kostic (dal 2001 al posto di Keish De Silva), dal chitarrista Blackie e dal bassista Ray Ahn. E questa, in fondo, è ancora l’unica, vera notizia, perché, come spesso è accaduto con i loro lavori (10 per essere precisi), siamo ben lontani dal gridare al miracolo. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, questa volta i tre hanno gettato la spugna senza starci troppo a pensare.
A leggere un titolo come “What Would Stiv Bators Do”, comunque, all’inizio ci speravo. Ma c’è voluto poco perché mi accorgersi dell’imbroglio: uno specchietto per le allodole. Nessuno si azzardi a scomodare il sacro nome dei Dead Boys, per carità. Le chitarre grattano, ovvio. Ma qui il messaggio è meno “no future” e più “la vita farà pure schifo, però, tutto sommato, non mi lamento”. Insomma, soluzioni più ariose (“I’m Hurt I’m Pain”; There Goes One Of The Creeps That Hassled My Girlfriend), cantilenare monocorde (“Crack”), gentilezze ruvide (“Knowing My Luck…”) e furia scalcinata che s’adopera per la redenzione, senza esserne troppo convinta (“I'll Get Thrush Or Something”): tutto apparentemente “perfetto”, senza cedimenti, con quel piglio “giusto” e “orecchiabile” che dovrebbero stenderci immediatamente. Ma che ci volete fare: siamo stufi di sentire lo stesso disco registrato da migliaia di band. Un po’ di fantasia e un pizzico (giusto un pizzico…) di coraggio non guasterebbero mica, diamine! Ci manca poco, ormai, per imbracciare una chitarra, imparare tre accordi e mettere su una band. Ma il talento, purtroppo: quello non si può di certo improvvisare.
In “Bubble Bath” provano a fare i duri; Blackie grida come un ossesso, ma sotto sotto, quel melodiare bubblegum li condanna: sono dei mattacchioni, i soliti ragazzi della solita porta accanto (“Stop Crying”). Ma dove ho già sentito questo pezzo? Pegboy scipiti? Ramones sdolcinatissimi? Screaching Weasel fanciulli viziati e con i brufoli? Difficile dire. Retorica punk, forse? (“Poorest Kid On The Block”). Intriga, però. Altro che se intriga quella chitarra sinusoidale che trascina dietro di sé “But Officer I Was Just Doing My Job”. Poi, se con “Her Smile Is A Wish I Can't Obtain” e con “The Ballad Of Katrin Cartlidge si torna alla piena normalità, la fanno finita con il déjà vu al cubo di “Cockroach”. Ed era pure ora.
02/06/2006