Scott Walker

And Who Shall Go To The Ball? And What Shall Go To The Ball?

2007 (4AD) | avantgarde

L'era dei ritorni non è solo chiacchiere e distintivo. Non per Scott Walker, almeno. Dopo quegli undici anni d'assenza che lo hanno visto tornare in auge con uno dei dischi più significativi del 2006, "The Drift", il Walker c'ha preso gusto e sforna una nuova uscita discografica. Trattasi di un lavoro su commissione, in cui il cantautore riutilizza con sacrosanta libertà enunciativa i panneggi espressionisti che così bene caratterizzavano l'angustia del suo debutto su 4AD dell'anno scorso.

Interamente strumentale, la (breve) partitura utilizza quattro tempi secondo una scala di densità sonora crescente. All'inizio esistono solamente una vibrazione oscillante scurissima in subfrequenza, disturbata da puntelli gorgoglianti, aleatori e rarefatti (a cui si sostituiscono, verso la fine, note ancor più sfuggenti e rarefatte di cello). Nella seconda parte si fanno avanti gli archi, che portano subito la tensione alle stelle (fiati, sonagli, grancassa) e quindi la modulano verso note tremolanti horror, duetti straniati di strumenti alla rinfusa, e nuove esplosioni in fortissimo. Walker qui fa la figura di un ibrido amatoriale tra Penderecki e l'Herrmann di "Psycho".

La terza parte riparte dalle frequenze gravi (stavolta ricavate dalle note tenute degli archi all'unisono) per farle poi entrare in risonanza reciproca, lasciando spazio a innalzamenti dinamici e puntate liriche degli archi solisti. Nell'ultima parte si dà spazio a staffette tra strappi e corse orrorifiche (acute e gravi), ad addensare progressivamente la tessitura fino a momenti di reale cacofonia violenta (tra folk-noise e gli Oneida di "Up With People"), quindi a trasportarla a forza verso una nuova staffetta con concertina e dispositivi elettronici, una banda schizofrenica (a tratti orchestrale-stravinskiana) e una conclusione stupefatta, quasi purificatrice.

Concepito originariamente come colonna sonora per un balletto della CanDoCo Dance Company (base a Londra, a cui prendono parte persone disabili), rappresentato il 26 aprile 2006 in esclusiva assoluta a Manchester, coreografato e scenografato dal marpione del jet-set Rafael Bonachela, è un piccolo banco di prova per il Walker in qualità d'ipotetico compositore spurio. Tra i movimenti che lo compongono (privi d'indicazioni metronomiche), il secondo è gratuito, il terzo è vagamente inconcludente, il quarto è il più urgente e il più drammatico, il migliore. Il primo? Pura retorica. Il vero precedente è la sonorizzazione di "Pola X" (1999).
Tiratura limitatissima.

(07/11/2007)

  • Tracklist
  1. Part 1
  2. Part 2
  3. Part 3
  4. Part 4
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