L’etichetta australiana Hidden Shoal, attivissima in un ampio ambito sonoro che spazia tra dilatazioni sognanti, elettronica e post-rock (tra le sue recenti uscite possono ricordarsi Colour Kane, Cheekbone, Jumpel e Slow Dancing Society), tiene a battesimo il debutto di un nuovo artista impegnato nell’esplorazione di territori ambientali minimali, arricchiti, com’è ormai quasi consuetudine, da inserti di chitarra e pianoforte.
All'interno di queste coordinate si muove il compositore californiano Wes Willenbring, che in “Somewhere Someone Else” palesa fin dal titolo i connotati indeterminati e piacevolmente sfuggenti della sua musica, incentrata su compunte partiture pianistiche e morbide note di chitarra, intorno alle quali si frangono con liquida lentezza onde ambientali malinconiche e avvolgenti.
Come molte opere affini, “Somewhere Someone Else” è un album dallo sviluppo piano e delicato, eppure la musica racchiusa nei suoi appena quaranta minuti presenta sfumature molteplici, alternando l’apparente staticità di drone impalpabili a costruzioni romantiche, filtrate dalla calda profondità emotiva di poche note di chitarra (“As You Fade Away”, “Small Reminders”) o espresse in un moderato minimalismo pianistico (“In A Quiet Dark Room”, ”Aperture”). Il risultato è un flusso sonoro unico ma cangiante, che attraverso la continua manipolazione dei propri elementi compendia in brevi “colonne sonore”, di seducente oscurità, le raffinatezze post-ambientali dei Labradford e il moderno neoclassismo di Library Tapes.
04/01/2008