Quarto volume per la Niente Records.
“Onde” è la nuova creatura partorita dai St. Ride, ovvero Edo Grandi e Maurizio Gusmerini, e si presenta come un esperimento di assemblaggio di interferenze e trasmissioni intercettate sulle onde corte. Disco che scivola via senza molti patemi, quasi diventando un vero e proprio sottofondo cui fare caso soltanto quando ci viene voglia di distrarci dal tran tran quotidiano, “Onde” paga lo scotto di essere fin troppo piatto e privo di vera fantasia.
Bisogna concentrarsi a dovere sulla ripetizione di numeri che una sconosciuta signorina effettua in “09” o sui contatti con mondi alieni ma umani-molto-umani di "02", oppure, ancora, sulle strane creature di “01”, le pulsazioni di “05” o i sussurri maligni di “08”: bisogna concentrarsi a dovere e sperare che qualche cosa accada, perché, non ce ne vogliano i St. Ride, ma il mosaico risulta finanche fastidioso, soprattutto se perpetrato per oltre cinquantasei minuti.
In un’intervista Gusmerini ha dichiarato: "Non esiste musica difficile, ma solo un pubblico più o meno preparato a recepirla". Concordo. Ma c’è "musica difficile" e "musica difficile". Certamente, le singole tracce non possono essere tirate per i capelli e considerate nella loro individualità. Se ne deve, quindi, tentare una lettura “complessiva”, tale che, per ogni traccia, si possano stabilire legami con tutte le altre tracce, perché, in fondo, i due stanno semplicemente cercando di creare un vero e proprio affresco. Purtroppo, però, in questi detriti e in queste forme sonore ambigue, in questi sibili che appena si percepiscono, in questi tumulti di un microcosmo tutto da esplorare e in questi sussulti di una materia “nascosta”… a farla da padrone è soprattutto la noia.
E credo di avere “recepito” musica ben più “difficile” e “aliena”.
24/04/2010