Nonostante il ruolo fondante avuto all'interno della scena electro-wave, gli Absolute Body Control di Dirk Ivens ed Eric Van Wonterghem sono un oggetto molto difficile da identificare in maniera chiara.
Il motivo principale è rappresentato dalle loro numerosissime collaborazioni con altre band storiche, quali ad esempio i Klinik di Marc Verhaeghen, altro musicista belga pioniere della prima musica Ebm e del synth-pop, o i Sonar, nei quali Dirk si è unito a Patrick Stevens nella ricerca di un suono fuso tra drone e macchinari industriali. Inoltre, di pari passo è utile ricordare che gli Absolute Body Control hanno prodotto diverse cassette e un solo 45 giri ("Is There An Exit?", piccola hit di culto del circuito underground) fino al 1986, anno in cui il progetto ha ricevuto una battuta di arresto, rendendo la ricerca del loro materiale molto difficile (è solo recente una raccolta di materiale 1981-89 da parte della Vinyl On Demand).
Da allora, Dirk e Eric sono stati presi a modello da tante raccolte che miravano a selezionare e riscoprire le gemme perdute del suono elettronico belga. Tra queste, molto valide sono state "Lost/Found" (Tarantula Productions, 2005) e "The Lost Tapes Lp" (Minimal Wave, 2006). Nessun album ufficiale era stato però rilasciato fino ad oggi.
"Shattered Illusion" è quindi un tentativo un po' bizzarro di riaffermare la creatività e il ruolo stilistico del duo belga. Trionfante nel suo meccanismo noir di suoni analogici, il lavoro è una ottima e gustosa sorpresa che nel corso del suo svolgimento allontana facilmente la paura, o meglio, il dubbio legittimo che si tratti di un'effimera riesumazione.
L'iniziale "What Took You So Long?" è una linea di encefalogramma dilatata, sotto un placebo plastico che fa da contrappasso al ritmo marziale e dancey della seconda traccia ("Sorrow"), introspettiva, in un punto di unione ideale tra Daf e un intimismo forte di un'attrazione spigolosa e sotterranea, che sarà poi portata alla luce da "Surrender No Resistance", composizione in cui una early ebm si mischia a qualche sfumatura moderna.
Nella loro estetica scarnificata, "Eins, Zwei Drei Vier" e la title track sono una doppia esibizione di estetica minimale anni 80: ritmiche dilatate e ipnotiche si uniscono a tappeti di synth in un viaggio notturno tra vie illuminate al neon. Simile discorso per "Never Seen" e "Into The Light", brani già anticipati un paio di anni fa in mcd e che rappresentano ottimamente il punto di incontro di questi fondatori con le nuove generazioni di musicisti: Martial Canterel, Automelodi e per certi versi l'ultimo Blank Dogs.
Dirk ed Eric eseguono un'opera stilisticamente alla loro altezza che, per quanto forse carente in freschezza, soverchiata com'è dall'abbondanza di gruppi che si rifanno alla minimal-wave, mantiene tuttavia discretamente la sua personalità e il suo groove, senza concedersi scorciatoie approssimative.
13/07/2011