Bart & Friends

Stories With The Endings Changed

2011 (Lost And Lonesome) | alt-pop

È difficile, ascoltando questo "Stories With The Endings Changed", non idealizzare l'immagine di Bart Cummings: ingenuo e bonario ragazzone cresciuto, gentile ma distratto bibliotecario durante il giorno, adolescente innamorato con la chitarra in mano e divoratore di libri tra le mura di casa. Una figura rassicurante, di quelle alle quali si guarda dalla distanza della propria diversità, ma la cui esistenza è fonte di speranza.
"Stories With The Endings Changed" è solo il secondo disco di un progetto che risale alla seconda metà degli anni 90: il precedente lavoro, che è poi il primo della band, risale a tredici anni fa. Nel mezzo sfumano lentamente le varie collaborazioni con le formazioni delle quali Cummings ha fatto parte, o che ha direttamente fondato, in parte confluite nel progetto Bart & Friends. È in particolare l'amico Mark Monnone - già bassista dei Lucksmiths, scioltisi l'anno scorso - a fare da promotore dell'iniziativa, sia come componente della band che come proprietario dell'etichetta Lost And Lonesome, che pubblica questo album.

"Stories With The Endings Changed" è uno di quei dischi "come non ne fanno più". In circa venti minuti di musica, Bart Cummings mette insieme nove gemme indie-pop di timido romanticismo, da custodire e tenere nel taschino sinistro, vicino al cuore. Un sogno sfumato, che ti pulisce la mente e ti rallegra il sonno, avvolto dal frusciante riverbero delle chitarre, che fa svanire un po' le ascendenze jangle, e qualche nota di organetto.
Il minimalismo esemplare della musica dei Bart & Friends - tanto che c'è chi ha definito Cummings, anche per i suoi testi di quotidianità trasfigurata, il Raymond Carver della musica - è la vera chiave del disco: impossibile non innamorarsi della (o nella) serenata imbacuccata sotto la neve di "When I've Got No Choice", o non farsi venire qualche brivido nelle brevi escursioni chitarristiche del ballo da spiaggia di "Calling Out My Name". Perfettamente giocata anche l'alternanza tra il sussurro appena accennato di Bart e il timbro più vellutato e la maggior estensione di Scott Stevens, un altro membro degli "amici di Bart", che sostituisce quest'ultimo nelle più murdochiane "Rule The Day" e "Who Am I To Say No".

"Stories With The Endings Changed" è un disco senza tempo, la cui classe e freschezza è rincorsa da tante band emergenti, che dovrebbero imparare per bene da Bart Cummings, studiarsi i suoi passaggi melodici, la sua efficace semplicità nella tessitura degli accordi e nella scelta degli arrangiamenti.
L'unica cosa che ci si può augurare è che non ci lasci per altri tredici anni.

(21/11/2011)

  • Tracklist
  1. Who Am I To Say No
  2. When I've Got No Choice
  3. There's No Place I'd Rather Be
  4. Rule The Day
  5. Now I Think There's Something You Can Do For Me
  6. Calling Out My Name
  7. Cast Of Half Forgotten Names
  8. Tomorrow Will Be Better Than Today
  9. Sound Of The Bells
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