Guidato da Massimo Pupillo, bassista degli Zu, il progetto Obake è arricchito dalla partecipazione di Balasz Pandi (batterista già attivo con la stessa formazione capitolina, ma proveniente da esperienze anche molto diverse tra di loro), dal cantante e tastierista Lorenzo Esposito Fornasari e dalla chitarra di Eraldo Bernocchi. L'idea è quella di dare vita a un suono trasversale che, attraverso la materia sludge-doom, riesca a ottenere rivelazioni noise-dub, sospensioni ambientali, plumbee ramificazioni psichedeliche e violente accelerazioni rumoriste.
Programmatico, l'incipit di "Human Genome Project" alza il sipario su lande oscure, "Dog Star Ritual" alterna passaggi deformi ad altri di calma apparente, "The End Of It All" apre orientaleggiante e s'inoltra dentro convulsioni quasi grindcore mentre "Szechenyi" è tutta un incastro sfuggente di tensioni non rilasciate, circondato da misteriose nebulose dark-ambient.
Il disco sembra progressivamente scivolare dentro un torpore spettrale, con "Letters To Ghosts" a simboleggiare il punto di non-ritorno da cui, però, improvvisamente si riemerge, grazie agli spargimenti heavy di "Ponerology" (con solita manipolazione in corsa di voci e strumenti) e alle peregrinazioni progressive di "The Omega Point". Dietro l'angolo, restano, però, ancora inquietudini e tormenti che non si possono lavare via con l'acqua ("Endocrine Pineal Gland", "Grandmother Spider").
Niente male.
(26/12/2011)