Radical Face

The Family Tree: The Roots

2011 (Bear Machine)
songwriter, alt-folk

Una famiglia. I suoi fantasmi. La storia dell'America. Ci sono voluti quattro anni a Ben Cooper (metà cantautorale degli Electric President) per elaborare la saga familiare di "The Family Tree", sigillo del suo ritorno sotto l'egida di Radical Face: una trilogia di album di cui "The Roots" rappresenta il primo capitolo, la radice di un albero destinato a protendere i suoi rami dai primi dell'Ottocento sino agli anni Cinquanta.
"La famiglia è un grande argomento per me, nel senso letterale del termine: vengo da una famiglia di dieci fratelli ed è un fatto che ha sempre avuto un enorme impatto su di me", spiega Cooper. Un soggetto quasi obbligato, insomma, per l'affresco che aveva in mente. Per poterlo realizzare non ha esitato a dare vita ad una propria etichetta, battezzata Bear Machine. E dopo il prequel dell'Ep "The Bastards: Volume One", offerto in download gratuito nei mesi scorsi, "The Roots" si presenta come l'incipit vero e proprio del progetto.

Una volta tanto, parlare di Grande Romanzo Americano non suona come un luogo comune. La vocazione letteraria per affrontare una sfida del genere, del resto, non è mai mancata a Cooper: la decisione di dedicarsi alla musica, per lui, è arrivata solo dopo aver perso due interi romanzi già scritti, quando l'hard disk del suo vecchio computer è andato distrutto... Ne è testimone la coesione tematica dei suoi album, a partire dal precedente "Ghost", risalente ormai al 2007: "Tutti i miei dischi tendono a incentrarsi su un concept", sottolinea ancora Cooper. "Mi aiuta a focalizzarmi su quello che sto scrivendo".
In parallelo con l'ambientazione ottocentesca da cui prende le mosse la storia, "The Roots" si presenta sin da subito come l'episodio più essenziale del progetto. Cooper lo ha registrato come sempre tra le pareti del suo capanno, tra gli scricchiolii e gli echi della notte. "Ho cercato di mantenere la produzione il più semplice possibile", ammette. "È un disco più radicato nello storytelling di qualunque altra cosa abbia fatto fino ad ora". Il racconto prevale sulle deviazioni, i palpiti digitali lasciano il posto a rintocchi legnosi capaci di scuotere l'anima acustica dei brani.

Il canto solitario di "Names" nasce dalla terra, dal frinire dei grilli. "I am a long way from home", sussurra Cooper. Il pianoforte guida l'incalzare di "A Pound Of Flesh", tra cori e percussioni cariche di pathos. I ritmi, ancora una volta, sono una delle chiavi fondamentali della musica firmata Radical Face: segnano la cadenza del respiro, dal pulsare di "Black Eyes" ai fremiti di "Always Gold", fino ai battiti di mani che scandiscono "Ghost Towns".
Tra le vivide immagini di "The Roots" si stagliano le figure di due fratelli, William e Victoria, figli di immigranti alla ricerca della promessa nel Nuovo Mondo. È "Family Portrait" a introdurre la loro storia, dal primo sguardo tra i loro genitori fino alla tragica morte della madre e alla lenta autodistruzione del padre. Lo stesso sangue, due diverse anime: l'istinto di William e la mistica di Victoria, l'uno indispensabile all'esistenza dell'altra. Da una parte la natura schiacciata dal peso della colpa, rappresentata nella fuga di "A Pound Of Flesh", dall'altra la leggerezza irreale della danza sulle acque di "The Dead Waltz". Un nesso inscindibile e contraddittorio, che si propaga da una generazione all'altra. Padri e figli, mogli e mariti, fratelli e sorelle, tutti in cerca del legame da cui provengono. E di una casa a cui appartenere, per sempre.



Ghost Towns

15/12/2011

Tracklist

  1. Names
  2. A Pound Of Flesh
  3. Family Portrait
  4. Black Eyes
  5. Severus And Stone
  6. The Moon Is Down
  7. Ghost Towns
  8. Kin
  9. The Dead Waltz
  10. Always Gold
  11. Mountains

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