Non è una colonna sonora, perché mancano le immagini, eppure le note tratteggiano raffinatissime trame cinematografiche. Non è propriamente avanguardia, eppure l'insieme dà vita a un equilibrio nuovo, surreale e allo stesso tempo confortevole, famigliare. Non è neppure un mero esercizio strumentale, qua il virtuosismo è bandito e si lavora di sottrazione, esaltando ogni singolo tocco come fosse sacro.
"Una Macchina Celibe" è semplicemente puro artigianato musicale, un lavoro di cesellamento estraneo al brusio e all'affanno quotidiano, l'esaltazione del particolare - e dunque dell'ascolto, quello vero.
Andrea Faccioli, giovane polistrumentista veronese, già al fianco di numerosi artisti italiani sia sul palco che in studio di registrazione (l'ultima apparizione, in ordine di tempo, è nel nuovo album dei De Curtis "Belli con Gusto"), con "Una Macchina Celibe" riprende il cammino iniziato con il positivo esordio de "Il Montaggio delle Attrazioni", uscito lo scorso anno sempre per la meritevole Tannen Records.
Fili invisibili legano a doppio filo la trama: i titoli sono ispirati al maestro dadaista Alfred Jarry, la materia musicale è ovunque onirica, a tratti visionaria: "Il necessario ritorno" omaggia Nino Rota, "L'ultimo degli uomini" Morricone. Le derive psichedeliche di "Verso il ronzio remoto" lambiscono il rock, "Di un ingranaggio che si perde" è il pezzo mancante alla "Fantasia" disneyana, "La bellezza pura e sterile della semplice ruota" è un impensabile blues acustico. "La diapositiva si ricorda" è il maestoso compimento di un lungo cammino fatto di piccole scoperte, intime emozioni, luci che si accendono e si spengono.
"Una Macchina Celibe" ospita chitarre acustiche ed elettriche, lap steel, banjo, ukelin, bell harp, autoharp, musicano, toy piano, armonium, Siel Opera 6, cumbus, mandriola, Bontempi, stylophone, Fender Rhodes, mani, percussioni, arpa circolare, al ghaita, armonica, xilofono, voci, eko rhytmaker: tutti strumenti suonati dal solo Cabeki, che è pure l'autore e l'arrangiatore dei pezzi, ovviamente registrati e mixati in totale autonomia.
Quando si dice un uomo solo al comando.
12/12/2012