Dovrei iniziare scusandomi con Marco, Filippo, Mauro, Jacopo e Marco, perché non è bello né professionale da parte mia pubblicare la recensione di "Ormai" molto, troppo in ritardo. Il mio problema - uno dei - è che con i Fine Before You Came ho un rapporto molto intimo pur non conoscendoli di persona, sono uno di quelli che si mette i loro dischi nelle orecchie ma poi finiscono nel cuore, per formazione e per attitudine e soprattutto perchè ci sono legato in modo molto particolare.
I FBYC li ho conosciuti all'esordio, la prendo larga tanto ormai il tempo perso è tanto e un po' di più non farà male, me li ha consigliati una ragazza che non avevo mai conosciuto e con cui condividevo qualche ora "gomito a gomito" in una chat. Lei era Elisa Goolvart, alcuni di noi l'hanno conosciuta e parecchi - in molti modi - hanno saputo affezionarcisi e amarla. I FBYC erano una band giovane, all'esordio in inglese e io ero in pieno delirio post-hardcore-screamo, fu amore al primo ascolto e decisi che me li sarei sposati.
Poi di strada ne hanno fatta, perché sono bravi e non solo, me li figuro come belissime persone, perché, come dicevo, io sono uno di quelli che li conosce di solo di faccia, sono uno tra i tanti che suda e butta le mani al cielo cantando con loro ai loro concerti. E forse questa recensione sta prendendo una bruttissima piega, ormai siamo al libro Cuore.
Beh, fatto sta che questo è un disco molto bello, che racconta storie a volte tristi con la luce dietro alla disperazione, a volte con la disperazione dietro ad altra disperazione, con Jacopo che continua nella sua scrittura di testi asciutti, con le chitarre che disegnano armonizzazioni di livello, con tutti che hanno sempre una gran pacca e un gran tiro e ti fa voglia di puntare il dito sotto il naso di chi ti sta a fianco a cantargliele tutte e sette le canzoni di "Ormai".
Sono due mesi che l'ascolto questo disco, sono due mesi in cui redazione, ufficio stampa di Tempesta e tutti quelli attorno a me giustamente mi chiedono e mi dicono di mettere online questa cosa. Mi dispiace un po', poteva essere una cosa di quelle con molti nomi di riferimento dentro, una bella analisi. Invece anche questa volta sono colpito e affondato. Poi ci sono capolavori come "Capire settembre" e " La domenica c'è il mercato". Ma potete scaricarvi il disco dal loro sito e usare le vostre orecchie.
Poi non sarà niente di nuovo sotto il sole, e i grandi critici criticheranno meglio, per me è una faccenda differente, legata alle persone e agli affetti e va benissimo così. Fabretti me la pubblicherà lo stesso "e dopo tutto, quando fuori non piove, non è affatto male".
Con un pensiero, costante, ad Elisa.
07/04/2012